Ilva: Squinzi, a rischio vocazione industriale Paese

ROMA. "Siamo molto preoccupati per lo stabilimento Ilva di Taranto". Cosi' il presidente di Confindustria Giorgio Squinzi interviene all'indomani dei provvedimenti del Gip di Taranto che hanno disposto il sequestro del cuore produttivo del sito. "Non sono solo a rischio le sorti della prima acciaieria di Europa, di decine di migliaia di lavoratori e di un intero territorio; ad essere a rischio, proprio in un momento cosi' delicato per l'Italia, e' la stessa vocazione industriale del nostro paese", avverte il numero uno di Viale dell'Astronomia. "Un provvedimento di questo tipo colpisce un'azienda che ha lavorato nel corso degli anni per adeguarsi alle norme ambientali e rappresenta un segnale difficile da comprendere per gli investitori, soprattutto esteri", spiega.

"L'impegno del Presidente Monti e dei Ministri Clini e Passera confortano e dimostrano, secondo Confindustria, la compattezza delle istituzioni nel voler affrontare con determinazione ed urgenza il problema dell'area di Taranto e dell'Ilva", prosegue, evidenziando che l'Italia "si trova di fronte a scelte strategiche per il proprio futuro".

"Non possiamo rinunciare alla vocazione manifatturiera e siderurgica che ha portato l'Italia ad essere una delle prime potenze economiche mondiali. La storia dell'Ilva e della famiglia Riva sono la storia dell'industria italiana. La forte reazione dei lavoratori di queste settimane a difesa della dignita' e del valore del proprio lavoro, conferma che e' interesse di tutti salvaguardare questo importante sito produttivo", insiste Squinzi. "Ci aspettiamo, quindi, che sia garantita la continuita' dei processi produttivi dello stabilimento di Taranto e difesa l'Ilva nella sua interezza", conclude il Presidente Squinzi, manifestando solidarieta' e affetto a Emilio, a Nicola Riva e ai manager dell'azienda destinatari dei provvedimenti cautelari.