di Redazione. La riforma elettorale muove i primi piccoli passi e già si constatano grandi differenze di vedute tra i due schieramenti politici. Ieri si e' insediato al Senato il comitato ristretto che dovra' predisporre il testo base su cui verificare le diverse posizioni. Una prima riunione del comitato e' stata fissata per martedi' prossimo alle 13.
Nominati anche i relatori che dovranno lavorare al testo della riforma e durante la prossima settimana verificare le possibilita' di un accordo trasversale: sono Enzo Bianco (Pd) e Lucio Malan (Pdl).
Carlo Vizzini, presidente della commissione Affari costituzionali di Palazzo Madama, vorrebbe accelerare il piu' possibile i tempi del confronto: ''La mia idea e' di lavorare per trovare una maggioranza piu' ampia possibile, che tenga in entrambi i rami del Parlamento. Non e' piu' tempo di tatticismi. E visto quanto successo con le riforme costituzionali, lo dico senza polemica, se qualcuno ha da proporre qualcosa o dire qualcosa in dissenso lo faccia ora''.
Malan ritiene che sia possibile arrivare ''gia' martedi' a una posizione la piu' condivisa possibile ma soprattutto sapere perlomeno quali sono le posizioni di ciascun partito, l'ideale sarebbe arrivare a una riforma organica altrimenti l'obiettivo minimo e' di avere qualcosa su cui votare''.
Siccome i lavori del comitato ristretto partono con Pdl e Pd divisi quasi su tutto, e' probabile che su punti controversi - come quello del reinserimento o meno delle preferenze - ci possano essere due testi su cui votare e decidere a maggioranza.
Intanto la settimana prossima arriva nell'Aula del Senato il testo di riforma sul semipresidenzialismo messo a punto dal Pdl. Silvio Berlusconi, tornato ufficialmente da ieri candidato premier del suo partito, ha scritto ai senatori del Pdl: ''Caro collega, ti prego di garantire la presenza e il massimo impegno per le sedute dell'Aula del Senato del 17 e del 18 luglio''.
Il testo sul semipresidenzialismo dovrebbe essere approvato con il voto di Pdl e Lega Nord ma il voto contrario del Pd lo collocherebbe su un binario morto nel passaggio alla Camera. Berlusconi insiste sul tema delle preferenze, su cui potrebbe lanciare una petizione popolare. Oltre alle preferenze e al ritorno al proporzionale, l'idea prevalente nel Pdl e' quella di formulare una proposta di legge elettorale che preveda un premio del 10% per il partito che riceve piu' consensi. La soglia per poter accedere in Parlamento sarebbe fissata al 5%.
Pier Luigi Bersani, che ieri ha avuto un colloquio al Quirinale con il presidente Giorgio Napolitano sui temi della riforma elettorale, annuncia che il Pd andra' in Parlamento con la sua proposta di doppio turno di collegio, pronto a confrontarsi con le altre forze politiche. Per il segretario del Pdl, e' inoltre impossibile rinunciare a un meccanismo che consenta di sapere chi governa il giorno stesso del risultato delle elezioni politiche. Bersani teme infatti che venga approvata una legge elettorale che favorisca la frammentazione della rappresentanza e non sia in grado di garantire la governabilita'.
Nominati anche i relatori che dovranno lavorare al testo della riforma e durante la prossima settimana verificare le possibilita' di un accordo trasversale: sono Enzo Bianco (Pd) e Lucio Malan (Pdl).
Carlo Vizzini, presidente della commissione Affari costituzionali di Palazzo Madama, vorrebbe accelerare il piu' possibile i tempi del confronto: ''La mia idea e' di lavorare per trovare una maggioranza piu' ampia possibile, che tenga in entrambi i rami del Parlamento. Non e' piu' tempo di tatticismi. E visto quanto successo con le riforme costituzionali, lo dico senza polemica, se qualcuno ha da proporre qualcosa o dire qualcosa in dissenso lo faccia ora''.
Malan ritiene che sia possibile arrivare ''gia' martedi' a una posizione la piu' condivisa possibile ma soprattutto sapere perlomeno quali sono le posizioni di ciascun partito, l'ideale sarebbe arrivare a una riforma organica altrimenti l'obiettivo minimo e' di avere qualcosa su cui votare''.
Siccome i lavori del comitato ristretto partono con Pdl e Pd divisi quasi su tutto, e' probabile che su punti controversi - come quello del reinserimento o meno delle preferenze - ci possano essere due testi su cui votare e decidere a maggioranza.
Intanto la settimana prossima arriva nell'Aula del Senato il testo di riforma sul semipresidenzialismo messo a punto dal Pdl. Silvio Berlusconi, tornato ufficialmente da ieri candidato premier del suo partito, ha scritto ai senatori del Pdl: ''Caro collega, ti prego di garantire la presenza e il massimo impegno per le sedute dell'Aula del Senato del 17 e del 18 luglio''.
Il testo sul semipresidenzialismo dovrebbe essere approvato con il voto di Pdl e Lega Nord ma il voto contrario del Pd lo collocherebbe su un binario morto nel passaggio alla Camera. Berlusconi insiste sul tema delle preferenze, su cui potrebbe lanciare una petizione popolare. Oltre alle preferenze e al ritorno al proporzionale, l'idea prevalente nel Pdl e' quella di formulare una proposta di legge elettorale che preveda un premio del 10% per il partito che riceve piu' consensi. La soglia per poter accedere in Parlamento sarebbe fissata al 5%.
Pier Luigi Bersani, che ieri ha avuto un colloquio al Quirinale con il presidente Giorgio Napolitano sui temi della riforma elettorale, annuncia che il Pd andra' in Parlamento con la sua proposta di doppio turno di collegio, pronto a confrontarsi con le altre forze politiche. Per il segretario del Pdl, e' inoltre impossibile rinunciare a un meccanismo che consenta di sapere chi governa il giorno stesso del risultato delle elezioni politiche. Bersani teme infatti che venga approvata una legge elettorale che favorisca la frammentazione della rappresentanza e non sia in grado di garantire la governabilita'.
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