Piano di riordino: Emiliano, lavoro che prescinde da logiche campanilistiche

BARI. Si è tenuta questa mattina nella sede del Consiglio regionale l’annunciata audizione sul piano di riordino della rete ospedaliera pugliese, richiesta dagli amministratori locali e convocata dalla 3^ commissione regionale “Sanità e servizi sociali” a seguito del parere negativo espresso dalla conferenza dei Sindaci della ASL BA, riunitasi lo scorso 14 giugno a Palazzo di Città.

Al termine dell’incontro il sindaco di Bari e presidente della conferenza Michele Emiliano ha dichiarato quanto segue:
“I sindaci della ASL di Bari hanno fatto un lavoro che prescinde dalla logica del campanile, riesaminando il piano di rientro, il piano di riordino e gli effetti dei cosiddetti destabilizzati sulle strutture ospedaliere e giungendo a una proposta strutturata.

È stato un lavoro molto lungo che avremmo voluto illustrare prima che il governo regionale presentasse la bozza. In sintesi, ci sono alcuni casi particolarmente gravi, vedi Monopoli che perde l’unità di terapia intensiva coronarica e di emodinamica: quell’unità serve un’area grandissima e ragionare in termini di confini è impossibile. Dunque, abbiamo l’impressione che chiudere l’emodinamica e l’UTIC di Monopoli sia pericoloso anche per i baresi e i tanti pugliesi che evidentemente vivono il territorio riempiendo la provincia dei loro interessi, dei loro spostamenti e trascorrendo in quella zona le loro vacanze.

Allo stesso modo crediamo che l’impatto della chiusura dei reparti di pediatria di Putignano sia molto grave perché Putignano aveva una tradizione grazie alla quale, ad esempio, il Giovanni XXIII veniva sollevato da una pressione enorme, sovraregionale, perché un polo di riferimento per tutto il sud Italia.
Un’altra questione riguarda il Di Venere che, oltre Bari, serve buona parte dell’area metropolitana, il cui dimezzamento produrrebbe un danno incalcolabile, fermo restando - sempre per quanto riguarda Bari - che il rafforzamento dell’ospedale San Paolo è una scelta assolutamente condivisibile visto che si tratta di una struttura che serve anche Bitonto e tutto il nord barese, e pertanto andava necessariamente rafforzato.

In più, c’è bisogno che gli ospedali chiusi vengano sostituiti dagli ambulatori della medicina del territorio, e questo processo, che pure a Bari è partito, non è mai stato completato. Una città così grande e così complessa, insieme a tutta la sua provincia, doveva essere ascoltata preventivamente e non in extremis come sta avvenendo in queste ore. Alcune correzioni possono comunque essere fatte”.