Pizzo ad imprenditori turistici del Gargano: 4 in manette
FOGGIA. Nuovo caso di estorsione nel Gargano. Prima preannunciavano all'imprenditore di potergli offrire protezione sotto forma di guardiania, manifestandogli l'indispensabilita' della loro presenza per una garanzia di sicurezza nella struttura turistica. Successivamente, intuendo che la vittima non era intenzionata' ad erogare denaro, iniziavano gli atti intimidatori nei confronti della struttura e di tutta la proprieta'. E' quanto hanno ricostruito i carabinieri del Comando provinciale di Foggia e della Tenenza di Vieste che hanno eseguito la notte scorsa quattro ordinanze di custodia cautelare in carcere richieste dalla Procura Distrettuale Antimafia di Bari ed emesse dal gip del capoluogo pugliese nei confronti di Angelo Notarangelo, detto 'cintaridd', ritenuto capo dell'omonimo clan del Gargano, e di altri tre dei suoi affliati piu' fidati.
L'operazione e' stata denominata 'Tre Moschettieri', appunto i collaboratori del presunto boss e cioe' il fratello Giuseppe Notarangelo, il cugino Luigi Notarangelo e Girolamo Perna. Al presunto capoclan l'ordinanza e' stata notificata nel carcere di Foggia, dove e' detenuto dal 13 aprile 2011, quando venne arrestato, unitamente ad altre sei persone tra le quali Marco Raduano, nell'ambito delle operazioni denominate 'Medioevo' e 'Slot Machine'.
Anche in quel caso l'accusa era di estorsione continuata ed aggravata dal metodo mafioso ai danni di imprenditori turistici viestani, che dopo anni di soprusi hanno trovato il coraggio di denunciare i continui taglieggiamenti da parte della banda criminale, oltre che aderire all'Associazione Antiracket viestana. (Fonte: Adnkronos.it)
L'operazione e' stata denominata 'Tre Moschettieri', appunto i collaboratori del presunto boss e cioe' il fratello Giuseppe Notarangelo, il cugino Luigi Notarangelo e Girolamo Perna. Al presunto capoclan l'ordinanza e' stata notificata nel carcere di Foggia, dove e' detenuto dal 13 aprile 2011, quando venne arrestato, unitamente ad altre sei persone tra le quali Marco Raduano, nell'ambito delle operazioni denominate 'Medioevo' e 'Slot Machine'.
Anche in quel caso l'accusa era di estorsione continuata ed aggravata dal metodo mafioso ai danni di imprenditori turistici viestani, che dopo anni di soprusi hanno trovato il coraggio di denunciare i continui taglieggiamenti da parte della banda criminale, oltre che aderire all'Associazione Antiracket viestana. (Fonte: Adnkronos.it)