LECCE. "Il problema vero non e' quello degli accorpamenti, sui quali non ci sono ancora certezze, ma di decidere se le Province sono utili, e quindi devono continuare ad esistere, pur contemplando in questa scelta una riduzione di costi, oppure se non sono inutili e quindi vanno soppresse". Lo sostiene il presidente della Provincia di Lecce, Antonio Gabellone, a proposito del decreto del governo sulla spending review che prevede la riduzione delle Province e il loro accorpamento.
"Non si riesce ancora a capire bene quali sono i criteri", spiega ancora Gabellone. "Se si tiene conto del numero di abitanti e del numero dei comuni - aggiunge - il nostro Ente dovrebbe rimanere in vita, ma negli ultimi tempi si e' parlato anche del criterio della superficie e per quella Lecce non rientra tra le Province da conservare". A Gabellone, pero', non interessa un discorso di somme algebriche.
"Il problema e' quello delle funzioni e delle risorse", sottolinea. "Se in materia ambientale le competenze diventano residuali, se per la manutenzione o la costruzione di nuove strade non si possono fare mutui, allora significa che ci vogliono far morire di asfissia - continua - In questo caso e' preferibile abolire definitivamente le Province, procedendo secondo quanto prevede la Costituzione, ed e' quindi inutile parlare di criteri o modalita' di accorpamento".
Per quanto riguarda la Provincia di Lecce "se i tagli rimangono quelli annunciati, non possiamo continuare a sopravvivere", denuncia Gabellone: "La situazione finanziaria dell'Ente e' sull'orlo del tracollo nonostante la poderosa azione di risanamento attuata, oltre la quale pero' non siamo in condizioni di andare". Entro il 31 dicembre la Provincia di Lecce deve rinunciare a 6 milioni di euro di trasferimenti statali "che sono indispensabili per la sopravvivenza dell'Ente. Noi abbiamo gia' assottigliato la spesa, a servizi invariati", sottolinea Gabellone.
Tra i provvedimenti, gia' realizzati nell'ambito di una riduzione di spesa dell'Ente, il presidente cita ad esempio la rivisitazione dei contratti di fornitura di elettricita', le limitazioni delle societa' partecipate, il pensionamento di 150 dipendenti non sostituiti da altro personale. "Non posso aumentare ulteriormente le tasse: per esempio - sottolinea - non posso portare quella sulle Rca Auto oltre il 16% al quale e' stata gia' aumentata". Inoltre spiega di aver trovato "un indice di indebitamento dell'11%, oggi e' sceso all'8% ma non mi viene consentito di fare nuovo indebitamento".
"Non posso fare piu' niente per il turismo, per la promozione del territorio, per i servizi sociali, per le scuole, per le reti stradali. Io sento che viene tradito il mandato popolare affidato in funzione di un programma elettorale. E allora a questo punto - conclude Gabellone - e' giusto che chi ha pensato questi provvedimenti si faccia carico di attuarli responsabilmente in prima persona. Il governo nomini dei commissari che guidino le Province".
"Non si riesce ancora a capire bene quali sono i criteri", spiega ancora Gabellone. "Se si tiene conto del numero di abitanti e del numero dei comuni - aggiunge - il nostro Ente dovrebbe rimanere in vita, ma negli ultimi tempi si e' parlato anche del criterio della superficie e per quella Lecce non rientra tra le Province da conservare". A Gabellone, pero', non interessa un discorso di somme algebriche.
"Il problema e' quello delle funzioni e delle risorse", sottolinea. "Se in materia ambientale le competenze diventano residuali, se per la manutenzione o la costruzione di nuove strade non si possono fare mutui, allora significa che ci vogliono far morire di asfissia - continua - In questo caso e' preferibile abolire definitivamente le Province, procedendo secondo quanto prevede la Costituzione, ed e' quindi inutile parlare di criteri o modalita' di accorpamento".
Per quanto riguarda la Provincia di Lecce "se i tagli rimangono quelli annunciati, non possiamo continuare a sopravvivere", denuncia Gabellone: "La situazione finanziaria dell'Ente e' sull'orlo del tracollo nonostante la poderosa azione di risanamento attuata, oltre la quale pero' non siamo in condizioni di andare". Entro il 31 dicembre la Provincia di Lecce deve rinunciare a 6 milioni di euro di trasferimenti statali "che sono indispensabili per la sopravvivenza dell'Ente. Noi abbiamo gia' assottigliato la spesa, a servizi invariati", sottolinea Gabellone.
Tra i provvedimenti, gia' realizzati nell'ambito di una riduzione di spesa dell'Ente, il presidente cita ad esempio la rivisitazione dei contratti di fornitura di elettricita', le limitazioni delle societa' partecipate, il pensionamento di 150 dipendenti non sostituiti da altro personale. "Non posso aumentare ulteriormente le tasse: per esempio - sottolinea - non posso portare quella sulle Rca Auto oltre il 16% al quale e' stata gia' aumentata". Inoltre spiega di aver trovato "un indice di indebitamento dell'11%, oggi e' sceso all'8% ma non mi viene consentito di fare nuovo indebitamento".
"Non posso fare piu' niente per il turismo, per la promozione del territorio, per i servizi sociali, per le scuole, per le reti stradali. Io sento che viene tradito il mandato popolare affidato in funzione di un programma elettorale. E allora a questo punto - conclude Gabellone - e' giusto che chi ha pensato questi provvedimenti si faccia carico di attuarli responsabilmente in prima persona. Il governo nomini dei commissari che guidino le Province".