BARI. “Si tratta di un traguardo importante, che premia uno dei luoghi più belli del Mediterraneo”. Così il Presidente della Regione Puglia Nichi Vendola commenta da Bari l’inserimento della città di Monte Sant’Angelo nel patrimonio dell’Unesco. Oggi, alla presenza del Ministro dei Beni Culturali Lorenzo Ornaghi, dell’Assessore Regionale al Mediterraneo, Cultura e Turismo Silvia Godelli e delle numerose autorità locali, si è svolta la cerimonia ufficiale e la scopritura della targa Unesco.
“Questo riconoscimento - ha aggiunto Vendola – premia un lavoro serio e puntuale svolto dall’intero territorio a sostegno della candidatura di uno degli angoli più belli del Gargano e gratifica le attente azioni compiute dalla Regione per la tutela e la valorizzazione dei beni culturali e per il consolidamento del segmento turistico religioso. Il Santuario di Monte Sant’Angelo, quintessenza del patrimonio artistico e architettonico delle genti longobarde, nel corso dei secoli, è diventato uno dei più importanti luoghi del culto di San Michele in tutto l’Occidente”.
“Per noi – ha concluso Vendola - il turismo non è solo business, ma una sintesi armonica delle politiche pubbliche, dello spirito imprenditoriale e della capacità di investire sul territorio. Viviamo le nostre bellezze regionali come un dono da fare agli altri, senza mai chiuderci in un micro nazionalismo regionalistico".
“Questo riconoscimento - ha aggiunto Vendola – premia un lavoro serio e puntuale svolto dall’intero territorio a sostegno della candidatura di uno degli angoli più belli del Gargano e gratifica le attente azioni compiute dalla Regione per la tutela e la valorizzazione dei beni culturali e per il consolidamento del segmento turistico religioso. Il Santuario di Monte Sant’Angelo, quintessenza del patrimonio artistico e architettonico delle genti longobarde, nel corso dei secoli, è diventato uno dei più importanti luoghi del culto di San Michele in tutto l’Occidente”.
“Per noi – ha concluso Vendola - il turismo non è solo business, ma una sintesi armonica delle politiche pubbliche, dello spirito imprenditoriale e della capacità di investire sul territorio. Viviamo le nostre bellezze regionali come un dono da fare agli altri, senza mai chiuderci in un micro nazionalismo regionalistico".
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