Riordino ospedaliero: Anci, manca confronto preventivo con sindaci e territorio

BARI. L’ANCI Puglia rileva la mancanza di confronto preventivo con i Sindaci ed il territorio in questa seconda fase del Piano di riordino ospedaliero. Ancora una volta emerge con grande nettezza l’inderogabile necessità di un effettivo rafforzamento del ruolo dei Comuni nell’attività di programmazione e controllo del Servizio Sanitario Regionale, attuando concretamente quanto previsto dal D.Lgs. 229/99 e dalle leggi Regionali 25/2006 e 26/2006 e s.m.i.
Fermo restando la condivisione della necessità e urgenza del provvedimento (Piano di rientro e riordino ospedaliero) per la riduzione della spesa sulla sanità pugliese e per l’efficientamento della stessa, ANCI Puglia ribadisce la necessità di procedere nel metodo del confronto concertativo con il sistema delle Autonomie Locali, proficuamente avviato nella difficile e controversa prima fase del riordino.
Anci Puglia ritiene fondamentale anche in questa fase:
a) rafforzare la concertazione istituzionale preventiva con le Associazioni rappresentative degli EE.LL. ed in sede di Conferenza dei Sindaci delle ASL.;
b) acquisire conoscenza dettagliata degli interventi e certezza sui tempi di attuazione;
c) avere cognizione della contestualità dei provvedimenti di dismissione/riconversione/attivazione dei servizi e ove possibile, ulteriore verifica di eventuali soluzioni alternative.

Anci Puglia ritiene utile ribadire quanto già esplicitato nel documento presentato in data 31 marzo 2011 (in allegato) significando quanto si ritenga indispensabile e non più differibile la riorganizzazione della medicina del territorio, ancor prima di qualunque ulteriore taglio di strutture ospedaliere.

Anci Puglia ritiene ancor più indispensabile verificare la funzionalità dei Presidi Ospedalieri che rappresentano e costituiscono da sempre la rete di riferimento regionale dell’assistenza, siano essi piccoli che di maggiori dimensioni, guardando con attenzione alle dotazioni disciplinari e dimensionali delle unità operative, spesso disallineate rispetto ai modelli ottimali suggeriti dalle linee guida ministeriali, dalla prassi internazionale e delle migliori esperienze nazionali.

Serve inoltre, da subito, un tavolo istituzionale politico e tecnico di concertazione per garantire la tutela dei diritti dei cittadini in un quadro di compatibilità finanziaria, per riprendere come nella prima fase del Riordino della Sanità pugliese, un confronto proficuo nell’interesse di tutto il territorio.