di Marco Masciopinto. Il loro album ti verrebbe voglia di ascoltarlo svariate volte, di mettere il dito sul tasto play e farlo risuonare fino allo svenimento totale.
Suoni divertenti, sporchi, dal genere musicale garage-rock e dalle sfumature noise-pop appartengono al disco d’esordio del duo femminile bolognese ‘She said Destroy’, ovvero Ste & Emy, un mix di personalità e culture opposte che si sono incontrate per realizzare ‘Conflicting Landscape’, un progetto esaltante, bello e aggiungerei anche figo. Provare per credere!
Un risultato energico, con una grossa dose di adrenalina e divertimento puro, orecchiabile e bello da ascoltare live che con i loro suoni impetuosi, riesce facilmente ad entrarti in testa. Giovani e agguerite, ci parlano del loro primo album d’esordio e della pianificazione
di un prossimo progetto ‘malefico’.
Ciao ragazze, come nascono le ‘She Said Destroy?
Ste: ‘Io avevo in mente di formare una band e da mesi cercavo una brava batterista. Su internet tra tanti annunci, ho trovato quello di Emy. Ci siamo incontrate, ci siamo trovate in sintonia e in poche prove abbiamo messo su una mini-scaletta’.
Descrivetevi in due aggettivi?
Emy: ‘Sconvolte, istintive e atee’.
Quali gruppi hanno influenzato il vostro percorso artistico?
Ste: ‘Direi un’infinità . Personalmente se non ascoltassi Sleigh Bells, Best Coast, Wavves, e ovviamente Gwen Stefani, questo progetto non so se sarebbe mai nato.
Emy: ‘ Tantissimi, a seconda dei periodi. Provo a dare un senso cronologico alle mie influenze: Garbage, Smashing Pumpkins, Placebo, Blonde Redhead, Make Up, Yo a Tengo, Beastie Boys, My Bloody Valentine, Mogwai, Caetano Veloso, Electrelane, Smiths, Black Lips, Beat Happening, Devendra Banhart, Ariel Pink e sempre gli oldies’.
Ci raccontate del periodo di realizzazione di quest’ultimo disco?
Ste: ‘Ci abbiamo messo un'eternità perché siamo consapevoli di essere le più disordinate del mondo. In più la ricerca del suono ci ha assorbito tantissime energie, per noi registrare è stato esattamente come comporre, ad ogni pezzo e ad ogni strofa dovevamo trovare il suono perfetto, cosa che in sala prove non eravamo ancora riuscite a raggiungere. Sicuramente poi ne è valsa la pena perché il risultato ci rispecchia al 100%, e personalmente non vedo l'ora di registrare roba nuova’.
La scelta di autoprodursi è stata una vostra decisione?
Ste: ‘Non ci piace dire bugie e non nascondiamo che l'autoproduzione è stata più più una necessità che una scelta: in realtà non ci è mai passato per la testa di farci produrre il primo l’ep, siamo partite con l'ingenuità di una band appena nata che non sa bene quello che vuole fare e dove vuole arrivare.
Siamo contente di come sono andate (e di come stanno andando) le cose ma sicuramente per il futuro ci piacerebbe incontrare qualcuno che capisca il nostro progetto e possa aiutarci a tirar fuori quello che abbiamo già in testa’.
Com’è stato portare la vostra musica all’estero? Da sconosciute siete arrivate a farvi conoscere anche nel resto d’Europa...
Ste: ‘E' stata un'esperienza che ci è servita tanto per la crescita del gruppo. Abbiamo acquisito un nuovo approccio sul palco, senza contare il nostro rapporto che è totalmente cambiato. Viaggiare in due per andare a suonare all'estero è un'esperienza mistica di cui vado molto fiera e allo stesso tempo ne sono un po' gelosa, pochi gruppi hanno questa fortuna’.
Quali sono le sensazioni che provate durante l’impatto live con il pubblico?
Emy: ‘Ovviamente dipende molto dal pubblico che abbiamo di fronte e a volte è difficile non farsi influenzare dalle reazioni della gente, sia in positivo che in negativo. Per esempio all'ultima data in Germania, a Chemnitz, siamo arrivate totalmente stanche e un pò catatoniche. Ma trovarsi davanti un pubblico straordinario che è a 20 centimetri da te e ha voglia di ballare e divertirsi, ti dà una carica che neanche una marea di red bull ti darebbero.’
Le persone che volete ringraziare?
Ste: ‘Le nostre carissime Ari, Sage e Moni che sono le nostre più grandi ispiratrici’.
Cosa ci dite dei vostri progetti futuri?
Ste: ‘Come al solito siamo immerse di idee e non abbiamo mai il tempo di fare tutto. Innanzitutto stiamo pensando ad una ristampa di Conflicting Landscapes in due versioni particolari, e in più stiamo pianificando un progetto malefico che si tratta di un set con la chitarra di cui non vogliamo anticipare nient'altro perché lo dobbiamo ancora concludere, e nel caso non ci riuscissimo non vorremmo fare poi brutte figure. Vi terremo aggiornati’.
In conclusione, una frase che vi rappresenta?
Ste & Emy: ‘Se divento perfetto, peggioro’.
TRACKLIST: ‘CONFLICTING LANDSCAPES’
1: I fell in love
2: The way to Romania
3: Bubble pop eletric (Gwen Stefani cover)
4: Polaroid me
Suoni divertenti, sporchi, dal genere musicale garage-rock e dalle sfumature noise-pop appartengono al disco d’esordio del duo femminile bolognese ‘She said Destroy’, ovvero Ste & Emy, un mix di personalità e culture opposte che si sono incontrate per realizzare ‘Conflicting Landscape’, un progetto esaltante, bello e aggiungerei anche figo. Provare per credere!
Un risultato energico, con una grossa dose di adrenalina e divertimento puro, orecchiabile e bello da ascoltare live che con i loro suoni impetuosi, riesce facilmente ad entrarti in testa. Giovani e agguerite, ci parlano del loro primo album d’esordio e della pianificazione
di un prossimo progetto ‘malefico’.
Ciao ragazze, come nascono le ‘She Said Destroy?
Ste: ‘Io avevo in mente di formare una band e da mesi cercavo una brava batterista. Su internet tra tanti annunci, ho trovato quello di Emy. Ci siamo incontrate, ci siamo trovate in sintonia e in poche prove abbiamo messo su una mini-scaletta’.
Descrivetevi in due aggettivi?
Emy: ‘Sconvolte, istintive e atee’.
Quali gruppi hanno influenzato il vostro percorso artistico?
Ste: ‘Direi un’infinità . Personalmente se non ascoltassi Sleigh Bells, Best Coast, Wavves, e ovviamente Gwen Stefani, questo progetto non so se sarebbe mai nato.
Emy: ‘ Tantissimi, a seconda dei periodi. Provo a dare un senso cronologico alle mie influenze: Garbage, Smashing Pumpkins, Placebo, Blonde Redhead, Make Up, Yo a Tengo, Beastie Boys, My Bloody Valentine, Mogwai, Caetano Veloso, Electrelane, Smiths, Black Lips, Beat Happening, Devendra Banhart, Ariel Pink e sempre gli oldies’.
Ci raccontate del periodo di realizzazione di quest’ultimo disco?
Ste: ‘Ci abbiamo messo un'eternità perché siamo consapevoli di essere le più disordinate del mondo. In più la ricerca del suono ci ha assorbito tantissime energie, per noi registrare è stato esattamente come comporre, ad ogni pezzo e ad ogni strofa dovevamo trovare il suono perfetto, cosa che in sala prove non eravamo ancora riuscite a raggiungere. Sicuramente poi ne è valsa la pena perché il risultato ci rispecchia al 100%, e personalmente non vedo l'ora di registrare roba nuova’.
La scelta di autoprodursi è stata una vostra decisione?
Ste: ‘Non ci piace dire bugie e non nascondiamo che l'autoproduzione è stata più più una necessità che una scelta: in realtà non ci è mai passato per la testa di farci produrre il primo l’ep, siamo partite con l'ingenuità di una band appena nata che non sa bene quello che vuole fare e dove vuole arrivare.
Siamo contente di come sono andate (e di come stanno andando) le cose ma sicuramente per il futuro ci piacerebbe incontrare qualcuno che capisca il nostro progetto e possa aiutarci a tirar fuori quello che abbiamo già in testa’.
Com’è stato portare la vostra musica all’estero? Da sconosciute siete arrivate a farvi conoscere anche nel resto d’Europa...
Ste: ‘E' stata un'esperienza che ci è servita tanto per la crescita del gruppo. Abbiamo acquisito un nuovo approccio sul palco, senza contare il nostro rapporto che è totalmente cambiato. Viaggiare in due per andare a suonare all'estero è un'esperienza mistica di cui vado molto fiera e allo stesso tempo ne sono un po' gelosa, pochi gruppi hanno questa fortuna’.
Quali sono le sensazioni che provate durante l’impatto live con il pubblico?
Emy: ‘Ovviamente dipende molto dal pubblico che abbiamo di fronte e a volte è difficile non farsi influenzare dalle reazioni della gente, sia in positivo che in negativo. Per esempio all'ultima data in Germania, a Chemnitz, siamo arrivate totalmente stanche e un pò catatoniche. Ma trovarsi davanti un pubblico straordinario che è a 20 centimetri da te e ha voglia di ballare e divertirsi, ti dà una carica che neanche una marea di red bull ti darebbero.’
Le persone che volete ringraziare?
Ste: ‘Le nostre carissime Ari, Sage e Moni che sono le nostre più grandi ispiratrici’.
Cosa ci dite dei vostri progetti futuri?
Ste: ‘Come al solito siamo immerse di idee e non abbiamo mai il tempo di fare tutto. Innanzitutto stiamo pensando ad una ristampa di Conflicting Landscapes in due versioni particolari, e in più stiamo pianificando un progetto malefico che si tratta di un set con la chitarra di cui non vogliamo anticipare nient'altro perché lo dobbiamo ancora concludere, e nel caso non ci riuscissimo non vorremmo fare poi brutte figure. Vi terremo aggiornati’.
In conclusione, una frase che vi rappresenta?
Ste & Emy: ‘Se divento perfetto, peggioro’.
TRACKLIST: ‘CONFLICTING LANDSCAPES’
1: I fell in love
2: The way to Romania
3: Bubble pop eletric (Gwen Stefani cover)
4: Polaroid me