di Redazione. Parte la discussione sullo spending review in queste ore. Alle 9 incontro tra governo e sindacati. I tagli previsti dall'esecutivo iniziano a delinearsi e forse prenderanno la forma di due decreti legge, dopo la giornata di ieri che ha visto a Palazzo Chigi un susseguirsi di riunioni tra ministri e Mario Monti in un lavoro istruttorio.
Il governo deve decidere innanzitutto l'entita' dei tagli: se fare un decreto da 7-8 miliardi, anche se alcune indiscrezioni sostengono addirittura che si potrebbe arrivare a 10 miliardi, o scegliere un provvedimento piu' leggero.
Obiettivo principale del decreto sulla spending review resta quello di evitare l'aumento dell'Iva a ottobre che deprimerebbe ulteriormente i consumi. Il governo intende usare i fondi che verrebbero dai tagli anche per affrontare l'emergenza nelle zone terremotate, rifinanziare le missioni militari all'estero e avviare la crescita con qualche intervento ad hoc.
RAZIONALIZZAZIONE AFFITTI E SANITA' - Una parte fondamentale delle risorse arrivera' dai provvedimenti messi a punto dal commissario straordinario Enrico Bondi che puntano a razionalizzazione gli affitti e gli acquisti di beni e servizi da parte dell'amministrazione pubblica. Un altro taglio riguardera' la sanita', con risparmi da 1-2 miliardi riguardanti soprattutto la riduzione della spesa farmaceutica. Si prevede poi la riduzione delle Province e il forte ridimensionamento di societa' pubbliche e consorzi che fanno riferimento a Regioni, Province e Comuni.
TAGLI AL P.I. - Altri interventi riguarderanno il pubblico impiego con interventi su buoni pasto, tredicesime, riduzione dell'organico con l'ipotesi di mobilita' per due anni. Si prevede la riduzione dell'organico del 20% per i dirigenti, del 10% per quelli di secondo livello e del 5% per gli altri ruoli. Sarebbero almeno diecimila i lavoratori coinvolti dai provvedimenti. Per gli statali in esubero non ricollocabili potrebbe essere stabilita la mobilita' per due anni (con l'80% dello stipendio), mentre per chi ha i requisiti per la pensione potrebbe scattare il pensionamento con le vecchie regole previdenziali, derogando per uno o due alle norme della riforma Fornero. Altri tagli graveranno su Difesa, Esteri, Istruzione.
GIUSTIZIA - Nella spending review si colpisce anche il settore della giustizia. 280 uffici giudiziari tra tribunali, procure e sezioni distaccate potrebbero essere tagliati per effetto della revisione delle circoscrizioni giudiziarie.
Cancellazioni o accorpamenti riguarderebbero tutte le 220 sezioni distaccate.
Il segretario della Cisl, Raffaele Bonanni, in accordo con Cgil e Uil, chiede al governo di non procedere a tagli lineari soprattutto nel pubblico impiego ma di concordare con i sindacati un piano di razionalizzazione della spesa: ''Se si faranno tagli tanto per farli, si faranno solo piu' guai.
E a quel punto faremo iniziative in tutta Italia e in tutte le citta' e ci regoleremo di conseguenza. Faremo quello che serve, fino ad arrivare a uno sciopero generale''.
''Credo che nessuno auspichi l'aumento dell'Iva, quindi dobbiamo trovare altre soluzioni, discutendo della spesa della pubblica amministrazione.
Siamo pronti a dare il nostro contributo da partito di governo che rifiuta ogni demagogia ma che intende riferirsi sempre alla centralita' della questione sociale e del lavoro'', dichiara Pier Luigi Bersani, segretario del Pd.
Il governo deve decidere innanzitutto l'entita' dei tagli: se fare un decreto da 7-8 miliardi, anche se alcune indiscrezioni sostengono addirittura che si potrebbe arrivare a 10 miliardi, o scegliere un provvedimento piu' leggero.
Obiettivo principale del decreto sulla spending review resta quello di evitare l'aumento dell'Iva a ottobre che deprimerebbe ulteriormente i consumi. Il governo intende usare i fondi che verrebbero dai tagli anche per affrontare l'emergenza nelle zone terremotate, rifinanziare le missioni militari all'estero e avviare la crescita con qualche intervento ad hoc.
RAZIONALIZZAZIONE AFFITTI E SANITA' - Una parte fondamentale delle risorse arrivera' dai provvedimenti messi a punto dal commissario straordinario Enrico Bondi che puntano a razionalizzazione gli affitti e gli acquisti di beni e servizi da parte dell'amministrazione pubblica. Un altro taglio riguardera' la sanita', con risparmi da 1-2 miliardi riguardanti soprattutto la riduzione della spesa farmaceutica. Si prevede poi la riduzione delle Province e il forte ridimensionamento di societa' pubbliche e consorzi che fanno riferimento a Regioni, Province e Comuni.
TAGLI AL P.I. - Altri interventi riguarderanno il pubblico impiego con interventi su buoni pasto, tredicesime, riduzione dell'organico con l'ipotesi di mobilita' per due anni. Si prevede la riduzione dell'organico del 20% per i dirigenti, del 10% per quelli di secondo livello e del 5% per gli altri ruoli. Sarebbero almeno diecimila i lavoratori coinvolti dai provvedimenti. Per gli statali in esubero non ricollocabili potrebbe essere stabilita la mobilita' per due anni (con l'80% dello stipendio), mentre per chi ha i requisiti per la pensione potrebbe scattare il pensionamento con le vecchie regole previdenziali, derogando per uno o due alle norme della riforma Fornero. Altri tagli graveranno su Difesa, Esteri, Istruzione.
GIUSTIZIA - Nella spending review si colpisce anche il settore della giustizia. 280 uffici giudiziari tra tribunali, procure e sezioni distaccate potrebbero essere tagliati per effetto della revisione delle circoscrizioni giudiziarie.
Cancellazioni o accorpamenti riguarderebbero tutte le 220 sezioni distaccate.
Il segretario della Cisl, Raffaele Bonanni, in accordo con Cgil e Uil, chiede al governo di non procedere a tagli lineari soprattutto nel pubblico impiego ma di concordare con i sindacati un piano di razionalizzazione della spesa: ''Se si faranno tagli tanto per farli, si faranno solo piu' guai.
E a quel punto faremo iniziative in tutta Italia e in tutte le citta' e ci regoleremo di conseguenza. Faremo quello che serve, fino ad arrivare a uno sciopero generale''.
''Credo che nessuno auspichi l'aumento dell'Iva, quindi dobbiamo trovare altre soluzioni, discutendo della spesa della pubblica amministrazione.
Siamo pronti a dare il nostro contributo da partito di governo che rifiuta ogni demagogia ma che intende riferirsi sempre alla centralita' della questione sociale e del lavoro'', dichiara Pier Luigi Bersani, segretario del Pd.
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