ROMA. Nel decreto sulla spending review ci sono "cose buone" ma ce ne sono anche altre "da correggere". E soprattutto c'é il rischio che sui tagli sulla sanità si faccia "il bis della vicenda esodati". A riferirlo è il segretario del Pd, Pier Luigi Bersani, in una nota. Bersani considera un "errore tecnico" i tagli sula sanità, perché manca la "sufficiente comprensione" di come funziona il Ssn.
"Nel decreto - dice il leader del Pd - ci sono cose buone e le appoggeremo con convinzione. Ci sono anche cose da correggere. Quello che soprattutto non va riguarda il taglio delle risorse agli enti locali, già troppo indeboliti, e l'intervento sulla sanità". "In particolare - aggiunge - per ciò che riguarda la sanità, l'errore è prima di tutto tecnico. Non c'é sufficiente comprensione di come funzioni nella realtà il servizio sanitario. Si rischia il bis della vicenda "esodati": avere cioé più confusione che risparmio".
"Siamo pronti a ragionare su altre soluzioni discutendo con il governo e le Regioni e in Parlamento. Ci auguriamo - conclude - che tutte le forze politiche che vogliano impegnarsi costruttivamente su un tema così delicato e che in particolare il Pdl sia disposto ad occuparsi, oltre che della RAI, anche della salute degli italiani".
"Nel decreto - dice il leader del Pd - ci sono cose buone e le appoggeremo con convinzione. Ci sono anche cose da correggere. Quello che soprattutto non va riguarda il taglio delle risorse agli enti locali, già troppo indeboliti, e l'intervento sulla sanità". "In particolare - aggiunge - per ciò che riguarda la sanità, l'errore è prima di tutto tecnico. Non c'é sufficiente comprensione di come funzioni nella realtà il servizio sanitario. Si rischia il bis della vicenda "esodati": avere cioé più confusione che risparmio".
"Siamo pronti a ragionare su altre soluzioni discutendo con il governo e le Regioni e in Parlamento. Ci auguriamo - conclude - che tutte le forze politiche che vogliano impegnarsi costruttivamente su un tema così delicato e che in particolare il Pdl sia disposto ad occuparsi, oltre che della RAI, anche della salute degli italiani".
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