BARI. È importante condividere con i sindacati e con i lavoratori l’allarme per quello che sta succedendo in questi giorni in Italia a causa dei tagli inferti dal decreto sulla spending review. Siamo di fronte ad una accelerazione di un disegno politico di smantellamento del pubblico che non ha precedenti nella storia italiana. Ecco perché ritengo che tutti noi insieme, istituzioni e sindacati, dobbiamo far sentire la nostra voce forte e unitaria”.
Così il Presidente della Regione Puglia Nichi Vendola incontrando questo pomeriggio, insieme con l’assessore alla sanità Ettore Attolini, i sindacati confederali, di base e autonomi per fare il punto sugli effetti che l’articolo 4 del decreto spending review avrebbe sul futuro delle società in house della sanità della Regione Puglia. Effetti sicuramente meno catastrofici di altre regioni italiane, ma pur sempre importanti per una realtà come la Puglia che vede circa 4000 lavoratori interessati.
“Sta passando sotto silenzio – ha detto Vendola – un aspetto molto importante del decreto, e cioè la messa sul mercato delle società in house. Una privatizzazione però proposta solamente in chiave ideologica perché il tema viene posto, nel decreto, senza alcuna specificazione. Non si fa ad esempio alcuna differenza tra società con bilanci sani e società con bilanci che galleggiano sui debiti così come non si fa alcuna storia delle singole società in house. Il cinismo - ha concluso Vendola - con il quale questo governo sta scrivendo le norme, non ha paragoni neanche con quello di Tremonti”.
“Il decreto spending review - ha aggiunto l’assessore Attolini – ha effetti devastanti sulla tutela della salute nel nostro paese e, nello specifico, per quanto riguarda le società in house della sanità (le sei Sanitaservice delle Asl pugliesi) mette in crisi la sostenibilità stessa del sistema sanitario che dal 1 gennaio 2014 rischia davvero di non poter più garantire i livelli essenziali di assistenza. Il rischio che esploda una questione sociale è davvero molto alto. A tal proposito intendiamo presentare al governo una serie di emendamenti, condivisi con le organizzazioni sindacali, ed avviare tutte le possibili iniziative, a livello nazionale, per evidenziare il rischio di default delle società in house e dei servizi che esse stesse rappresentano e garantiscono, con pesanti ripercussioni sulla dignità dei lavoratori e sulla tenuta dei Lea”.
Così il Presidente della Regione Puglia Nichi Vendola incontrando questo pomeriggio, insieme con l’assessore alla sanità Ettore Attolini, i sindacati confederali, di base e autonomi per fare il punto sugli effetti che l’articolo 4 del decreto spending review avrebbe sul futuro delle società in house della sanità della Regione Puglia. Effetti sicuramente meno catastrofici di altre regioni italiane, ma pur sempre importanti per una realtà come la Puglia che vede circa 4000 lavoratori interessati.
“Sta passando sotto silenzio – ha detto Vendola – un aspetto molto importante del decreto, e cioè la messa sul mercato delle società in house. Una privatizzazione però proposta solamente in chiave ideologica perché il tema viene posto, nel decreto, senza alcuna specificazione. Non si fa ad esempio alcuna differenza tra società con bilanci sani e società con bilanci che galleggiano sui debiti così come non si fa alcuna storia delle singole società in house. Il cinismo - ha concluso Vendola - con il quale questo governo sta scrivendo le norme, non ha paragoni neanche con quello di Tremonti”.
“Il decreto spending review - ha aggiunto l’assessore Attolini – ha effetti devastanti sulla tutela della salute nel nostro paese e, nello specifico, per quanto riguarda le società in house della sanità (le sei Sanitaservice delle Asl pugliesi) mette in crisi la sostenibilità stessa del sistema sanitario che dal 1 gennaio 2014 rischia davvero di non poter più garantire i livelli essenziali di assistenza. Il rischio che esploda una questione sociale è davvero molto alto. A tal proposito intendiamo presentare al governo una serie di emendamenti, condivisi con le organizzazioni sindacali, ed avviare tutte le possibili iniziative, a livello nazionale, per evidenziare il rischio di default delle società in house e dei servizi che esse stesse rappresentano e garantiscono, con pesanti ripercussioni sulla dignità dei lavoratori e sulla tenuta dei Lea”.
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