di Redazione. Il Consiglio dei Ministri si appresta a porre al vaglio lo spending review e la sua convocazione sarebbe solo questione di ore.
Nel frattempo c'è stato ieri il via libera dell'Aula del Senato al primo decreto. Il testo, gia' approvato dalla Camera e non modificato a Palazzo Madama, diventa legge. I voti a favore sono stati 203, i contrari 9, gli astenuti 33. Il decreto prevede la nascita di un Comitato interministeriale per la revisione della spesa pubblica presieduto dal presidente del Consiglio e da un commissario straordinario per la razionalizzazione della spesa per acquisti di beni e servizi della Pubblica amministrazione.
L'attuale commissario Enrico Bondi avra' poteri ispettivi e restera' in carica un anno.
In vista del Consiglio dei ministri, si precisano i principali provvedimenti che verranno assunti: stretta sul numero di dirigenti e impiegati pubblici, accorpamento di uffici, tagli ai buoni pasto e alle auto blu nella Pubblica amministrazione.
TAGLI ALLA SANITA' - Altri tagli consistenti sono previsti nel settore della sanita', dove oltre al ridimensionamento della spesa farmaceutica si prevederebbe la chiusura dei piccoli ospedali piu' costosi. Nella sanita' gli interventi sarebbero pari a 5 miliardi di risparmio da raggiungere in tre anni: 1 nel 2012 e 2 in ciascuno degli anni successivi. Si incide sulla spesa farmaceutica e sui posti letto. ''Nessuna chiusura automatica di ospedali verra' imposta da Roma'', annuncia pero' Renato Balduzzi, ministro della Sanita'.
Sul tavolo del Consiglio dei ministri dovrebbero giungere le misure messe a punto dai singoli ministeri, come chiesto dal premier Monti un mese fa, insieme al piano di tagli proposto da Bondi dal quale si attendono i 2-3 dei 5 miliardi di intervento minimo che il governo punta a realizzare gia' per quest'anno. L'obiettivo principale dell' esecutivo e' evitare, grazie alle entrate della spending review, l' aumento di due punti dell'Iva che scatterebbero il primo ottobre e trovare i fondi per finanziare gli interventi nelle zone terremotate e per affrontare il problema degli esodati.
Secondo alcune indiscrezioni, solo nel Consiglio dei ministri di oggi o domani si capira' l'impatto dei provvedimenti previsti per ogni ministero che insieme potrebbero arrivare quest'anno a 8 miliardi di risparmio. Molti interventi peseranno sul settore impiegatizio e sui dirigenti pubblici.
LE REAZIONI - Sindacati, associazioni di categoria e partiti attendono di conoscere nei dettagli il piano dei tagli. Pd e Pdl chiedono in particolare di essere piu' coinvolti in modo da evitare eccessivi ridimensionamenti della spesa sociale. L'iter legislativo per varare la spending review impegnera' le due Camere anche ad agosto. Il Cdm di oggi o domani scegliera' tra le diverse misure, tranne su quelle che riguardano le Province che saranno esaminate solo in una fase successiva, forse con un decreto ad agosto.
Nel frattempo c'è stato ieri il via libera dell'Aula del Senato al primo decreto. Il testo, gia' approvato dalla Camera e non modificato a Palazzo Madama, diventa legge. I voti a favore sono stati 203, i contrari 9, gli astenuti 33. Il decreto prevede la nascita di un Comitato interministeriale per la revisione della spesa pubblica presieduto dal presidente del Consiglio e da un commissario straordinario per la razionalizzazione della spesa per acquisti di beni e servizi della Pubblica amministrazione.
L'attuale commissario Enrico Bondi avra' poteri ispettivi e restera' in carica un anno.
In vista del Consiglio dei ministri, si precisano i principali provvedimenti che verranno assunti: stretta sul numero di dirigenti e impiegati pubblici, accorpamento di uffici, tagli ai buoni pasto e alle auto blu nella Pubblica amministrazione.
TAGLI ALLA SANITA' - Altri tagli consistenti sono previsti nel settore della sanita', dove oltre al ridimensionamento della spesa farmaceutica si prevederebbe la chiusura dei piccoli ospedali piu' costosi. Nella sanita' gli interventi sarebbero pari a 5 miliardi di risparmio da raggiungere in tre anni: 1 nel 2012 e 2 in ciascuno degli anni successivi. Si incide sulla spesa farmaceutica e sui posti letto. ''Nessuna chiusura automatica di ospedali verra' imposta da Roma'', annuncia pero' Renato Balduzzi, ministro della Sanita'.
Sul tavolo del Consiglio dei ministri dovrebbero giungere le misure messe a punto dai singoli ministeri, come chiesto dal premier Monti un mese fa, insieme al piano di tagli proposto da Bondi dal quale si attendono i 2-3 dei 5 miliardi di intervento minimo che il governo punta a realizzare gia' per quest'anno. L'obiettivo principale dell' esecutivo e' evitare, grazie alle entrate della spending review, l' aumento di due punti dell'Iva che scatterebbero il primo ottobre e trovare i fondi per finanziare gli interventi nelle zone terremotate e per affrontare il problema degli esodati.
Secondo alcune indiscrezioni, solo nel Consiglio dei ministri di oggi o domani si capira' l'impatto dei provvedimenti previsti per ogni ministero che insieme potrebbero arrivare quest'anno a 8 miliardi di risparmio. Molti interventi peseranno sul settore impiegatizio e sui dirigenti pubblici.
LE REAZIONI - Sindacati, associazioni di categoria e partiti attendono di conoscere nei dettagli il piano dei tagli. Pd e Pdl chiedono in particolare di essere piu' coinvolti in modo da evitare eccessivi ridimensionamenti della spesa sociale. L'iter legislativo per varare la spending review impegnera' le due Camere anche ad agosto. Il Cdm di oggi o domani scegliera' tra le diverse misure, tranne su quelle che riguardano le Province che saranno esaminate solo in una fase successiva, forse con un decreto ad agosto.
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