BARI. “Al collega Cervellera sfugge che la vera svolta per Taranto la stanno tracciando gli operai ed i cittadini uniti e consapevoli del danno sanitario e delle risultanze espresse dalla Magistratura in merito ad ILVA. Così come sfugge che l’unica svolta che la politica può dare nel merito è rappresentata dalla progettazione e realizzazione di economie alternative di forte impatto capaci di assicurare lavoro dignitoso e differente dall’attuale agli operai dell’Ilva, come alle generazioni presenti e future; quindi caro Cervellera perché ad esempio invece di chiedere le navette per l’imbarco aereo da Brindisi o Bari, come fatto fino ad oggi, non ci s’impegna tutti per consentire i voli civili dall’Aeroporto di Grottaglie?
A riferirlo il Consigliere regionale della Puglia per l’Italia dei Valori, Patrizio Mazza.
"Perché - aggiunge Mazza - invece di raccontare di una ipotetica disponibilità di aree demaniali militari per lo sviluppo turistico e culturale no si dà a Taranto la sua Università, la gestione di un Brand Magna Grecia con tutela e promozione del considerevole patrimonio storico artistico? Il futuro diverso ed ecosostenbile rifugge da sistemi economici che provocano situazioni di emergenza sanitaria ed ambientale ed asseconda invece la vera vocazione del territorio ecco perché io mi ostinerò fino alla morte a difendere l’utilità e pregio del settore agroalimentare e di come in questo settore ci si deve impegnare per l’utilizzo dei fondi della Comunità europea.
Resto sbigottito ancor più quando Cervellera si ostina a suffragare l’indifendibile insieme al suo partito, millantando come raggiungibile il falso mito dell’eco-compatibilità ambientale della più grande acciaieria d’Europa incollata alla città di Taranto con i suoi circa 200mila abitanti; una industria i cui padroni ‘in esecuzione di un medesimo disegno criminoso, in concorso tra loro e nelle rispettive qualità, realizzavano con continuità e non impedivano una quantità imponente di emissioni diffuse e fuggitive nocive in atmosfera in assenza di autorizzazione’ e tutto ciò solo perché le istituzioni fino ad oggi hanno volutamente o involontariamente dormito o taciuto.
Mi avevano detto che la politica piuttosto che essere un mezzo teso a procurare benefici al popolo spesso manifesta intenti ben diversi ma non credevo fino al punto in cui ho letto e sentito in questi miei due anni di impegno alla regione; ciononostante resto ancora in trepida attesa di sapere i nomi degli ulteriori soggetti collusi coi Riva a danno di un intera collettività come dimostrano le intercettazioni telefoniche delle forze dell’ordine. Inoltre, Cervellera parla della ‘valutazione di danno sanitario’ presente nella sua recente legge regionale, la legge che il nostro Presidente Vendola si ostina a catalogare come l’ultimo diamante del suo trilogy di leggi con le quali ha suggellato un patto di non belligeranza con l’acciaieria ILVA. Vorrei ricordare a Cervellera che se ho votato quella legge, che mai aiuterà gli operai e la popolazione di Taranto a debellare il problema dell’inquinamento massivo e del danno alla salute, è proprio perché il sottoscritto aveva fatto introdurre il menzionato emendamento al fine di ottenere quanto prima sia il registro tumori che le mappe epidemiologiche. Come si dice il compresso ha vinto nella scelta del male minore perché tra non avere nulla ed avere un minimo di regolamentazione ho preferito la seconda opzione. E l’ho preferita pur avendo incassato in aula consiliare il rifiuto del Presidente ad inserire un ulteriore importante emendamento: quello della chiusura dell’area a caldo dell’Ilva entro massimo cinque anni con contestuale realizzazione di alternative economiche tali da assicurare lavoro agli operai dell’azienda entro lo stesso termine temporale; attualmente l’emendamento rifiutato è diventato ordine del giorno.
Fa bene Cervellera ad invocare la ‘bonifica morale’ quella che dovrebbero attuare da subito coloro che raccontano come l’Ilva sia riconvertibile ecologicamente, o coloro che fino a ieri volevano affossare il lavoro della magistratura che agisce nel rispetto e a tutela di principi inviolabili e diritti costituzionalmente garantiti, bonifica morale ma anche verbale che dovrebbero attuare tutti coloro che chiamano i cittadini e gli operai di Taranto: ‘integralisti, sciagurati, e minoranze cui si consente di vivere’, e quindi di manifestare il proprio pensiero in una delle città più inquinate d’Europa”, conclude Mazza.
A riferirlo il Consigliere regionale della Puglia per l’Italia dei Valori, Patrizio Mazza.
"Perché - aggiunge Mazza - invece di raccontare di una ipotetica disponibilità di aree demaniali militari per lo sviluppo turistico e culturale no si dà a Taranto la sua Università, la gestione di un Brand Magna Grecia con tutela e promozione del considerevole patrimonio storico artistico? Il futuro diverso ed ecosostenbile rifugge da sistemi economici che provocano situazioni di emergenza sanitaria ed ambientale ed asseconda invece la vera vocazione del territorio ecco perché io mi ostinerò fino alla morte a difendere l’utilità e pregio del settore agroalimentare e di come in questo settore ci si deve impegnare per l’utilizzo dei fondi della Comunità europea.
Resto sbigottito ancor più quando Cervellera si ostina a suffragare l’indifendibile insieme al suo partito, millantando come raggiungibile il falso mito dell’eco-compatibilità ambientale della più grande acciaieria d’Europa incollata alla città di Taranto con i suoi circa 200mila abitanti; una industria i cui padroni ‘in esecuzione di un medesimo disegno criminoso, in concorso tra loro e nelle rispettive qualità, realizzavano con continuità e non impedivano una quantità imponente di emissioni diffuse e fuggitive nocive in atmosfera in assenza di autorizzazione’ e tutto ciò solo perché le istituzioni fino ad oggi hanno volutamente o involontariamente dormito o taciuto.
Mi avevano detto che la politica piuttosto che essere un mezzo teso a procurare benefici al popolo spesso manifesta intenti ben diversi ma non credevo fino al punto in cui ho letto e sentito in questi miei due anni di impegno alla regione; ciononostante resto ancora in trepida attesa di sapere i nomi degli ulteriori soggetti collusi coi Riva a danno di un intera collettività come dimostrano le intercettazioni telefoniche delle forze dell’ordine. Inoltre, Cervellera parla della ‘valutazione di danno sanitario’ presente nella sua recente legge regionale, la legge che il nostro Presidente Vendola si ostina a catalogare come l’ultimo diamante del suo trilogy di leggi con le quali ha suggellato un patto di non belligeranza con l’acciaieria ILVA. Vorrei ricordare a Cervellera che se ho votato quella legge, che mai aiuterà gli operai e la popolazione di Taranto a debellare il problema dell’inquinamento massivo e del danno alla salute, è proprio perché il sottoscritto aveva fatto introdurre il menzionato emendamento al fine di ottenere quanto prima sia il registro tumori che le mappe epidemiologiche. Come si dice il compresso ha vinto nella scelta del male minore perché tra non avere nulla ed avere un minimo di regolamentazione ho preferito la seconda opzione. E l’ho preferita pur avendo incassato in aula consiliare il rifiuto del Presidente ad inserire un ulteriore importante emendamento: quello della chiusura dell’area a caldo dell’Ilva entro massimo cinque anni con contestuale realizzazione di alternative economiche tali da assicurare lavoro agli operai dell’azienda entro lo stesso termine temporale; attualmente l’emendamento rifiutato è diventato ordine del giorno.
Fa bene Cervellera ad invocare la ‘bonifica morale’ quella che dovrebbero attuare da subito coloro che raccontano come l’Ilva sia riconvertibile ecologicamente, o coloro che fino a ieri volevano affossare il lavoro della magistratura che agisce nel rispetto e a tutela di principi inviolabili e diritti costituzionalmente garantiti, bonifica morale ma anche verbale che dovrebbero attuare tutti coloro che chiamano i cittadini e gli operai di Taranto: ‘integralisti, sciagurati, e minoranze cui si consente di vivere’, e quindi di manifestare il proprio pensiero in una delle città più inquinate d’Europa”, conclude Mazza.