BARI. "Mentre gli sprechi aumentano, diminuiscono i servizi sanitari per i cittadini pugliesi e si adottano provvedimenti contrari persino al buonsenso. E’ il caso della chiusura dei punti di primo intervento notturno in comuni, tra l’altro, ad alta densità turistica, che nel periodo estivo raddoppiano la popolazione e sono meta di numerosi visitatori. Provvedimento che stamane ha contribuito a far perdere minuti preziosi nel tentativo di salvare la vita ad un turista di Mola che ha trovato le porte sbarrate del punto di primo intervento della cittadina del Barese, aperto solo di giorno fino alle 20, per una disposizione regionale.
Qui non si tratta di speculare su un fatto così drammatico. Ma è da oltre un anno che ho denunciato, sostenendo la giusta protesta dei Sindaci dei Comuni interessati al provvedimento di chiusura notturna dei punti di primo intervento, i rischi cui venivano esposti i territori abbandonati al loro destino e agli effetti di una disposizione iniqua e insensata e, dunque, la sicurezza delle persone. Affidare, come si affermava e si afferma nella delibera di disposizione della chiusura, alla sola presenza del servizio 118 - la cui ambulanza può trovarsi da tutt’altra parte al momento del bisogno, dato che è tenuta a trasportare il paziente soccorso nelle sedi ospedaliere più idonee - e della guardia medica che, come è noto, non effettua prestazioni di urgenza e pronto soccorso, era ed è, evidentemente, pura follia.
Avevamo chiesto, nel caso specifico di Mola con il sindaco Di Perna, ma anche con i primi cittadini di Polignano, Giovinazzo, Locorotondo ed Alberobello, al presidente Vendola, all’allora assessore regionale alla Salute, Fiore e al direttore generale della Asl di Bari, di rivedere un provvedimento che ci appariva già sul nascere pieno di falle e fortemente lesivo del diritto alla sicurezza e alla salute dei cittadini. A vuoto.
Al di là del caso drammatico di questa mattina, resta, in tutta la sua gravissima evidenza, il problema di una governance del sistema sanitario regionale totalmente disattesa e in stato confusionale.
Le cronache di questi giorni ci consegnano la fotografia nitida di contraddizioni permanenti – dagli sprechi e bandi ritirati a tagli sui servizi e livelli essenziali di assistenza sempre più esigui, da risparmi sventolati ai quattro venti a tasse sul dolore confermate, dalla carenza di personale costretto a lavorare in condizioni impossibili alla definizione, in netto ritardo, delle piante organiche delle Asl con criteri discrezionali e che mettono a serio rischio occupazione e garanzie assistenziali.
A questo quadro si aggiungano la questione degli operatori sanitari ex stabilizzati i cui contratti scadono a fine agosto e le numerose vertenze occupazionali in piedi in tutta la regione, a cominciare dal capoluogo dove i lavoratori delle cliniche CBH chiedono attenzione e impegni concreti per invertire la rotta degli annunciati 338 licenziamenti da parte dell’azienda.
Una situazione esplosiva che rischia di degenerare, come è stato giustamente sottolineato dai sindacati di categoria in una lettera al prefetto di Bari, Tafaro e che richiede interventi immediati, dato il grave stato di tensione sociale.
Confermo il mio impegno ad assumere ogni iniziativa idonea a risolvere positivamente la questione, facendo appello alla sensibilità dell’assessore Attolini, mentre sollecitiamo il sindaco di Bari a battere un colpo intorno ad una vicenda così delicata e decisiva per la vita di oltre 300 famiglie, ma anche per l’interesse pubblico e della città che amministra. Non si può restare a guardare o voltare la testa dall’altra parte, anche in assenza di responsabilità dirette”.
Lo afferma in una nota il sen. Luigi D’Ambrosio Lettieri, segretario della Commissione Sanità di Palazzo Madama e coordinatore cittadino del Pdl Bari.