ROMA
. Da “scaricato” dalla coalizione di centro sinistra per il suo “eccessivo populismo”, a (auto)candidato alla guida della stessa coalizione. Sino a qualche giorno fa, quello ciò che avrebbe potuto portare fuori l’ Italia dalla crisi, come naturale continuum del governo Monti, era un’ idea chiamata “Polo della Speranza” e portava le firme di Pierluigi Bersani e Nichi Vendola. Nessun veto all’ UDC, ma unica condizione di tenere Antonio Di Pietro e l’ IDV fuori dai giochi. Ha dichiarato DI Pietro: "Io sono il candidato premier di una coalizione di riformisti di centrosinistra che proponga un programma fatto si legalità , solidarietà e sviluppo per costruire un'alternativa alle destre riformiste e al governo Monti. Se ci vogliono stare Bersani, Vendola e compagnia bella bene, ma Idv va avanti puntando non sulle parole ma sui fatti. La differenza tra noi e quella finta coalizione di centrosinistra è che noi facciamo mentre loro alle parole fanno seguire i fatti”. Bersani è intervenuto sulla faccenda, controbattendo: "Con Di Pietro si è creato un problema serissimo e non l'abbiamo creato noi. Di Pietro e l'Idv hanno preso un'altra strada perché se no non si capisce il coro di aggressioni e di insulti e di posizioni inaccettabili".
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