TARANTO. Potrebbero arrivare gia' domani le motivazioni del Tribunale del Riesame in merito al ricorso presentato dall'Ilva contro l'ordinanza con la quale il gip Patrizia Todisco, lo scorso 25 luglio, ha messo sotto sequestro sei aree dell'Ilva per disastro ambientale e disposto gli arresti domiciliari per otto persone dei vertici aziendali e societari.
Il Riesame lo scorso 7 agosto ha depositato solo il dispositivo con quale ha parzialmente riformato il provvedimento del gip disponendo che i custodi giudiziali (tra i quali era stato nominato anche il presidente dell'Ilva, Bruno Ferrante) mettano in atto tutte le misure finalizzate ad evitare situazioni di pericolo e a garantire la sicurezza degli impianti. Nella stessa circostanza il Riesame ha anche rimesso in liberta' cinque degli otto indagati, mentre ha confermato i domiciliari per gli ex presidenti Ilva, Emilio e Nicola Riva (padre e figlio), e per l'ex direttore dello stabilimento di Taranto, Luigi Capogrosso.
Con le motivazioni, adesso, i giudici del Riesame (il collegio e' presieduto da Antonio Morelli, che e' anche presidente del Tribunale di Taranto) spiegheranno e chiariranno le loro decisioni in merito all'atto del gip impugnato dall'Ilva. Un punto che suscita particolare interesse e attesa, anche perche' intorno ad esso in questi giorni si e' sviluppata un'ampia discussione, e' se il Riesame, pur confermando il sequestro, dara' modo all'Ilva di risanare gli impianti producendo o invece dira' che l'azienda deve solo mettere norma gli impianti e non produrre perche' c'e' appunto una gravissima situazione ambientale.
Governo, sindacati, istituzioni locali e azienda si augurano che l'Ilva possa risanare producendo acciaio perche' se gli impianti dovessero essere fermati - si afferma - si creerebbero danni agli impianti stessi, oltreche' una prospettiva non sostenibile per la stessa Ilva. Il gip, invece, con una nuova ordinanza del 10 agosto, ha sostenuto che il sequestro non contempla la facolta' d'uso produttiva, innescando cosi' un ulteriore ricorso dell'Ilva che pero' sara' discusso solo a meta' settembre.
Infine il movimento ambientalista Altamarea, in vista della procedura di riapertura dell'Aia che scatta oggi, chiede al ministero dell'Ambiente che il 'pubblico interessato' possa essere presente e coinvolto. La presenza va intesa come "vigilanza civica sul contributo di Regione Puglia ed Enti locali". Citando l'articolo 2 del decreto legislativo 59 del 2005 Altamarea chiarisce cosa si intenda per 'pubblico interessato': "il pubblico che subisce o puo' subire gli effetti dell'adozione di una decisione relativa al rilascio o all'aggiornamento di una autorizzazione o delle condizioni di autorizzazione, o che ha un interesse rispetto a tale decisione; ai fini della presente definizione le organizzazioni non governative che promuovono la protezione dell'ambiente e che soddisfano i requisiti di diritto nazionale si considerano portatrici di un siffatto interesse".
Nel procedimento che ha portato al rilascio dell'Aia all'Ilva ad agosto 2011, il ministero dell'Ambiente - dice Altamarea - "ha superato, con specifiche motivazioni, le obiezioni di chi si era opposto alla partecipazione al procedimento di organizzazioni che non soddisfano i requisiti di diritto nazionale" al 100%. In Altamarea - si puntualizza - sono presenti almeno 3 Associazioni che soddisfano in toto i requisiti richiesti".