BARI. “La vicenda Ilva, per la sua rilevanza locale e nazionale, avrebbe dovuto determinare un dibattito serio e circostanziato sulle cause che hanno indotto la magistratura ad adottare provvedimenti di sicura gravità e sulle responsabilità individuali e collettive dei soggetti a cui, a diverso titolo, era demandato il compito del controllo e della vigilanza. Invece, ancora oggi, nonostante la delicatezza del momento socio-economico, si è costretti ad assistere ad uno spettacolo tanto noto quanto sterile in cui purtroppo prevale la deplorevole pratica dello sparare nel mucchio”.
Ad affermarlo in una nota è Euprepio Curto, consigliere regionale di Futuro e Libertà, ex senatore ed in tale veste promotore al Senato nel corso della XIII Legislatura di una commissione d’inchiesta sulle condizioni di lavoro all’interno dell’Ilva.
“Per quanto mi riguarda – ha dichiarato Curto – non ritenendo di appartenere né alla categoria degli addormentati, e neppure a quella degli appisolati, rivendico il fatto di aver posto, in anticipo rispetto a molti, attenzione e analisi sulla presenza a Taranto del più grande Centro Siderurgico d’Europa, senza aver potuto riscontrare pari sensibilità non solo negli ambienti più squisitamente politici, ma anche in quelli che, pur non essendo specificamente tali, comunque avevano la possibilità d’incidere sul tema. Il riferimento, per essere ancora più chiari è ai sindacati, nonché alle responsabilità inespiabili di quella parte della Confindustria provinciale, regionale e nazionale, che dai grandi gruppi industriali di solito è abituata a privatizzare gli aspetti positivi, scaricando su tutti gli altri quelli negativi.
“Lasciamo pertanto agli storici – ha concluso Curto – l’analisi sul perché e sul per come si sia giunti alla delicatissima situazione dell’agosto 2012, tentando, ove possibile, d’innalzare l’asticella del dibattito e del confronto politico di cui lo sparare nel mucchio rappresenta la peggiore mediocrizzazione possibile. Oggi l’impegno di tutti dovrebbe essere quello della individuazione delle iniziative più idonee a coniugare ambiente, lavoro e sviluppo. Obbiettivo raggiungibile, ma non con gli slogan".