di Francesco Greco. Romantica, sognatrice, ma anche forte, indipendente, sicura di sé e delle sue potenzialità. Crede nei valori tradizionali e nei sentimenti che plasmano la vita dandole un senso compiuto. Patriottica, combatte le delocalizzazioni (e lo sfruttamento). E’ contro la manipolazione dell’immagine femminile, oggi purtroppo una normalità aberrante, che con l’uso esagerato di photoshop propone una donna lontana dal reale e dalla quotidianità, esponendola a una dimensione fasulla che nega ogni aspetto prevalente della femminilità, omologandola a modelli estranei alla cultura e dal tipo mediterraneo che in questo e l’altro secolo, da Sofia Loren alla Lollobrigida, dalla Mangano a Monica Bellucci hanno fatto grande la bellezza italiana, esaltandola in ogni angolo del pianeta.
E’ l’icona della donna del XXI secolo vagheggiata dalla stilista romana Laura Azzariti (laurea in Lettere e Filosofia, indirizzo arte contemporanea). Una progettualità sfaccettata, molteplice con “visioni” proprie, ontologiche del marchio “Princess Handle With Care” (“Principessa maneggiare con cura”). Non solo moda con la sua estetica, dietro il marchio si cela e si svela un messaggio “filosofico” diretto a tutte le donne che vogliono essere protagoniste del proprio vissuto e del proprio tempo senza sublimazioni, rimozioni, lacerazioni. Un “manifesto” che innerva una concezione soggettiva della vita, della bellezza, della classe, dell’unicità della donna contemporanea, e del suo saper vivere nel mondo in piena auto valorizzazione e percezione di se stessa. Moda, trend, abiti, ma soprattutto un’idea di bellezza rimodulata in un lifestyle che tende a valorizzare, esaltare la soggettività della donna di oggi, emancipata, impegnata in una “trincea” bifronte: la famiglia e il lavoro.
Domanda: Lei è una stilista molto giovane ma ha idee chiare scagliate in un futuro ch’è già qui: come nasce?
Risposta: “Inizialmente, fine 2009, come linea di tshirts. Nel 2010, si evolve in linea completa che include maglie, felpe, abiti, accessori, bijoux in argento, costumi da bagno. La “nuova nata” di quest’anno è la linea couture, abiti per la sera in seta e chiffon, molti dei quali pezzi unici, realizzati su misura”.
D. Alcuni suoi colleghi se ne vanno all’estero, lei resta e teorizza un commuovente attaccamento al Paese anche in una fase economica particolarmente dura: da cosa nasce tanta fiducia nel made in Italy?
R. “Dalla convinzione che alla fine la qualità prevale ed è premiata. I miei capi sono realizzati e prodotti in Italia, con tessuti e presso laboratori ed artigiani italiani. Mi batto contro il made in China non solo per un discorso di qualità ma anche per l’amore verso il Paese e la sua tutela. Molti preferiscono un guadagno facile, producono altrove e fanno poi pagare somme spropositate per capi che a loro costano pochissimo e di scarsa qualità. Non voglio che il mio sia uno dei tanti marchi fasulli, piuttosto preferirei non fare questo lavoro. Spero di continuare, anche se oggi è molto duro, visti gli aiuti zero ai piccoli imprenditori e per chi fa made in Italy, molto esaltato a parole ma verso il quale la politica non muove un dito per la salvaguardia”.
D. Cosa propone per l’autunno-inverno 2012-2013?
R. “Romanticismo sempre. Per la maglieria e gli accessori le donne si lascino avvolgere dal morbido abbraccio di Mohair e dal caldo Meninos. E’ una collezione preziosa, attenta ai particolari, realizzata in collaborazione con l’artigiana leccese Luciana Monteforte. Maglie caratterizzate da elaborati, fantasiosi pizzi, volant, originali bordature, dall’unione armoniosa di seta e lana, giochi di pon-pon, con un’ispirazione art Decò, tesa all’esaltazione della femminilità. La collezione in lana si accompagna ad abiti e bluse in modal associato a stoffe tricot o combinati con passamanerie e pantaloni in pura lana”.
D. Il suo inverno esce fuori dagli schemi correnti, è molto colorato…
R. “Basta colori scuri, la ama i colori pure l’inverno: rosa, verde muschio e verde brillante, blu elettrico, panna, lilla, porpora”.
D. Quali sono i paradigmi forti del suo modo di intendere la classe, l’eleganza (anche interiore, spirituale), la bellezza?
R. “Princess non è solo un marchio di moda al di là della passione, dell’immenso lavoro creativo: dietro c’è un messaggio forte. Una non è una persona viziata, mantenuta, ma una donna forte, indipendente, che lavora tutto il giorno, ma anche dolce, femminile, che crede nei valori e nell’amore. Dagli uomini esige rispetto perché per quanto indipendente, non vuol dire che un uomo si possa permettere di usarle violenza fisica o psicologica e le cronache sono piene di queste tristi storie. Sogna e vuole accanto a sé un uomo in grado di proteggerla, che la ami e la tratti come merita”.
D. A Lecce, al Premio alla Moda “Giovani & Barocco”, l’evento più glamour del fashion system salentino non abbiamo visto le modelle pelle e ossa che sfilano a Londra, Parigi, Roma, Firenze, New York…
R. “Essere una vuol dire essere una donna ‘donna’, vera, perciò non uso modelle anoressiche, finte, di plastica, ritoccate in modo esagerato col photoshop, modelli che alcune riviste mi hanno proposto ma ho rifiutato, ma ragazze bellissime e vere, nelle forme, nell’animo, nei sorrisi. Troppe foto in giro propongono ragazze magrissime, tristi, spente. In quanto donna prima che stilista, mi sento responsabile dell’universo femminile: non voglio che le donne vengano prese in giro con modelli artefatti, istigate all’anoressia. A me importa più di tutto il benessere psicologico di chi sceglie i miei capi, che non debba misurarsi con qualcosa di irraggiungibile: porto avanti una visione del mondo diversa da quella proposta ogni giorno, magari difficile in questo contesto, ma ne sono fiera” .
E’ l’icona della donna del XXI secolo vagheggiata dalla stilista romana Laura Azzariti (laurea in Lettere e Filosofia, indirizzo arte contemporanea). Una progettualità sfaccettata, molteplice con “visioni” proprie, ontologiche del marchio “Princess Handle With Care” (“Principessa maneggiare con cura”). Non solo moda con la sua estetica, dietro il marchio si cela e si svela un messaggio “filosofico” diretto a tutte le donne che vogliono essere protagoniste del proprio vissuto e del proprio tempo senza sublimazioni, rimozioni, lacerazioni. Un “manifesto” che innerva una concezione soggettiva della vita, della bellezza, della classe, dell’unicità della donna contemporanea, e del suo saper vivere nel mondo in piena auto valorizzazione e percezione di se stessa. Moda, trend, abiti, ma soprattutto un’idea di bellezza rimodulata in un lifestyle che tende a valorizzare, esaltare la soggettività della donna di oggi, emancipata, impegnata in una “trincea” bifronte: la famiglia e il lavoro.
Domanda: Lei è una stilista molto giovane ma ha idee chiare scagliate in un futuro ch’è già qui: come nasce
Risposta: “Inizialmente, fine 2009, come linea di tshirts. Nel 2010, si evolve in linea completa che include maglie, felpe, abiti, accessori, bijoux in argento, costumi da bagno. La “nuova nata” di quest’anno è la linea couture, abiti per la sera in seta e chiffon, molti dei quali pezzi unici, realizzati su misura”.
D. Alcuni suoi colleghi se ne vanno all’estero, lei resta e teorizza un commuovente attaccamento al Paese anche in una fase economica particolarmente dura: da cosa nasce tanta fiducia nel made in Italy?
R. “Dalla convinzione che alla fine la qualità prevale ed è premiata. I miei capi sono realizzati e prodotti in Italia, con tessuti e presso laboratori ed artigiani italiani. Mi batto contro il made in China non solo per un discorso di qualità ma anche per l’amore verso il Paese e la sua tutela. Molti preferiscono un guadagno facile, producono altrove e fanno poi pagare somme spropositate per capi che a loro costano pochissimo e di scarsa qualità. Non voglio che il mio sia uno dei tanti marchi fasulli, piuttosto preferirei non fare questo lavoro. Spero di continuare, anche se oggi è molto duro, visti gli aiuti zero ai piccoli imprenditori e per chi fa made in Italy, molto esaltato a parole ma verso il quale la politica non muove un dito per la salvaguardia”.
D. Cosa propone
R. “Romanticismo sempre. Per la maglieria e gli accessori le donne si lascino avvolgere dal morbido abbraccio di Mohair e dal caldo Meninos. E’ una collezione preziosa, attenta ai particolari, realizzata in collaborazione con l’artigiana leccese Luciana Monteforte. Maglie caratterizzate da elaborati, fantasiosi pizzi, volant, originali bordature, dall’unione armoniosa di seta e lana, giochi di pon-pon, con un’ispirazione art Decò, tesa all’esaltazione della femminilità. La collezione in lana si accompagna ad abiti e bluse in modal associato a stoffe tricot o combinati con passamanerie e pantaloni in pura lana”.
D. Il suo inverno esce fuori dagli schemi correnti, è molto colorato…
R. “Basta colori scuri, la
D. Quali sono i paradigmi forti del suo modo di intendere la classe, l’eleganza (anche interiore, spirituale), la bellezza?
R. “Princess non è solo un marchio di moda al di là della passione, dell’immenso lavoro creativo: dietro c’è un messaggio forte. Una
D. A Lecce, al Premio alla Moda “Giovani & Barocco”, l’evento più glamour del fashion system salentino non abbiamo visto le modelle pelle e ossa che sfilano a Londra, Parigi, Roma, Firenze, New York…
R. “Essere una
Per chi fosse interessata riporto il link della pagina che ho trovato su facebook :)
RispondiEliminahttp://www.facebook.com/princesshandlewithcare?ref=ts
:D Stupendi! Io vesto Princess e sono capi unici. Meravigliosiii! <3
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