di Francesco Greco. “Il paziente può essere dimesso: le analisi sono negative, molti auguri…”. Dopo 10 minuti muore. Ippocrate diceva che il paziente più sciocco si fa beffe del luminare più colto. Oggi la chiamano malasanità, dilaga a macchia d’olio, da Nord a Sud, pubblico e privato. C’è chi quando il congiunto si ammala, davanti all’opzione ospedale-cimitero, sceglie la seconda (?!). La malasanità si coniuga con strutture datate e dequalificazione della professione medica. La Casta taglia i posti-letto e aumenta i ticket su prestazioni e farmaci: per devastare la sanità pubblica e arricchire i privati. Se ti serve una Tac aspetti 2 anni, se paghi te la fanno subito. Nessuno mena scandalo, fuor degli artisti: a loro, da Aristofane al Carro di Tespi, sino al teatro del “No”, è concesso dire la verità.
Il regista teatrale e cinematografico pugliese Franco Diso-Pisani è un genio dalle antenne attente a cogliere gli umori della contemporaneità, e per denunciare il degrado della sanità italiana, accelerata dalla chiusura di reparti e di interi ospedali sotto la mannaia della spending-review (tanto che gli frega? la Casta si cura all’estero), ha scovato un testo “nascosto” di Moliére, “Il Medico per forza”, in cui un misero taglialegna sempre ubriaco con le mani alzate è punito dalla moglie Martine spacciandolo per un medico di grande abilità.
Molière odiava, chissà perché, i medici e la loro supponenza: in ogni commedia ce n’è uno che fa la figura del cretino dal XVII secolo a oggi. Sganarello prima si ribella alla nuova condizione professionale (preferisce continuare a vendere le sue fascine e a bere), poi ci prende gusto, anche perchè è ben ricompensato, e con un latinorum degno dei nostri professori di liceo, che in tre anni ti insegnavano appena a declinare rosa-rosae, si reca dalla baronessa Gerontine la cui figlia Lucinde d’improvviso ha perduto il bene della lingua. Ma è tutta una finzione perché vuole sposare l’uomo che ama ma che è povero.
Il sedicente medico, dopo averle prescritto pane inzuppato nel vino, spaccia per farmacista il fidanzato povero, che senza leggere e scrivere la rapisce. Deliquio della baronessa, ma i fuggitivi tornano convinti da una lettera che proclama il poveraccio erede di una fortuna. La nobildonna, convinta da argomenti inoppugnabili come l’argent, acconsente alle nozze. Assolutamente delizioso, inclusa la scenetta di Raffaele Protopapa, “Le ‘nvitate”, che fa da prologo (Marialuisa Cassiano e Loredana Colella confondono il palco col pubblico…) in una scenetta gustosissima.
Il “Teatro Minimo di disopisani” (www.teatrominimo.org) è nato a Castrignano del Capo nel 1989 dalle ceneri del Teatro d’Occasione, che esisteva dal 1976. Fondato dal regista, Rosanna Serra (la vera “anima” della Compagnia) e la costumista Maura Pacella-Coluccia di Specchia (che purtroppo non c’è più). Si misura con testi brillanti ma anche drammatici (“Le ultime lune”, di F. Bordon e “Viaggio verso l’ignoto”, di S. Vane), ma anche col cinema (“La luna nella mente”, di W. Cassiano). Riesce sempre a riempire le piazze pugliesi, perchè il grado di professionalità ormai è elevato. Risponde del resto a una domanda di teatro popolare, che d’estate cresce e stana la vecchina 90enne dalla casa a corte trascinandosi dietro la sedia di paglia, ma è anche un atout dell’offerta turistica, e infatti nel pubblico di Diso Pisani ci sono tanti turisti che lo seguono.
Non sempre le amministrazioni locali sostengono questo teatro povero e popolare (Patù e Castrignano-Leuca, molto sensibili, sono delle eccezioni). Fare teatro in provincia costa: lavoro, sudore, tempo e denaro (i costumi d’epoca sontuosi). A ripagare questi attori bravissimi e amatissimi c’è l’affetto del pubblico, sempre più numeroso e riconoscente per la poesia e le sincere emozioni che prova divertendosi e riflettendo. Oltre a Diso Pisani, che interpreta il medico per forza, nel testo di Molière lavorano Rosamaria Grecuccio, Giuseppe Agosto, Marialuisa Cassiano, Annarita Pizzolante, Laura De Sabato, Francesco De Nuccio, Francesca Vitali, Loredana Colella. Scenografia Raffaele Del Savio, coreografie Chiara De Blasi, costumi Rosamaria Grecuccio, rammentatrice Rosanna Serra, musiche Mario Giudice, fonico Francesco Garzia, tecnico di palco Francesco Damiano, assistente tecnico Luca Buccarello, service Pegaso (Miggiano). Sipario e arrivederci al 2013!
Il regista teatrale e cinematografico pugliese Franco Diso-Pisani è un genio dalle antenne attente a cogliere gli umori della contemporaneità, e per denunciare il degrado della sanità italiana, accelerata dalla chiusura di reparti e di interi ospedali sotto la mannaia della spending-review (tanto che gli frega? la Casta si cura all’estero), ha scovato un testo “nascosto” di Moliére, “Il Medico per forza”, in cui un misero taglialegna sempre ubriaco con le mani alzate è punito dalla moglie Martine spacciandolo per un medico di grande abilità.
Molière odiava, chissà perché, i medici e la loro supponenza: in ogni commedia ce n’è uno che fa la figura del cretino dal XVII secolo a oggi. Sganarello prima si ribella alla nuova condizione professionale (preferisce continuare a vendere le sue fascine e a bere), poi ci prende gusto, anche perchè è ben ricompensato, e con un latinorum degno dei nostri professori di liceo, che in tre anni ti insegnavano appena a declinare rosa-rosae, si reca dalla baronessa Gerontine la cui figlia Lucinde d’improvviso ha perduto il bene della lingua. Ma è tutta una finzione perché vuole sposare l’uomo che ama ma che è povero.
Il sedicente medico, dopo averle prescritto pane inzuppato nel vino, spaccia per farmacista il fidanzato povero, che senza leggere e scrivere la rapisce. Deliquio della baronessa, ma i fuggitivi tornano convinti da una lettera che proclama il poveraccio erede di una fortuna. La nobildonna, convinta da argomenti inoppugnabili come l’argent, acconsente alle nozze. Assolutamente delizioso, inclusa la scenetta di Raffaele Protopapa, “Le ‘nvitate”, che fa da prologo (Marialuisa Cassiano e Loredana Colella confondono il palco col pubblico…) in una scenetta gustosissima.
Il “Teatro Minimo di disopisani” (www.teatrominimo.org) è nato a Castrignano del Capo nel 1989 dalle ceneri del Teatro d’Occasione, che esisteva dal 1976. Fondato dal regista, Rosanna Serra (la vera “anima” della Compagnia) e la costumista Maura Pacella-Coluccia di Specchia (che purtroppo non c’è più). Si misura con testi brillanti ma anche drammatici (“Le ultime lune”, di F. Bordon e “Viaggio verso l’ignoto”, di S. Vane), ma anche col cinema (“La luna nella mente”, di W. Cassiano). Riesce sempre a riempire le piazze pugliesi, perchè il grado di professionalità ormai è elevato. Risponde del resto a una domanda di teatro popolare, che d’estate cresce e stana la vecchina 90enne dalla casa a corte trascinandosi dietro la sedia di paglia, ma è anche un atout dell’offerta turistica, e infatti nel pubblico di Diso Pisani ci sono tanti turisti che lo seguono.
Non sempre le amministrazioni locali sostengono questo teatro povero e popolare (Patù e Castrignano-Leuca, molto sensibili, sono delle eccezioni). Fare teatro in provincia costa: lavoro, sudore, tempo e denaro (i costumi d’epoca sontuosi). A ripagare questi attori bravissimi e amatissimi c’è l’affetto del pubblico, sempre più numeroso e riconoscente per la poesia e le sincere emozioni che prova divertendosi e riflettendo. Oltre a Diso Pisani, che interpreta il medico per forza, nel testo di Molière lavorano Rosamaria Grecuccio, Giuseppe Agosto, Marialuisa Cassiano, Annarita Pizzolante, Laura De Sabato, Francesco De Nuccio, Francesca Vitali, Loredana Colella. Scenografia Raffaele Del Savio, coreografie Chiara De Blasi, costumi Rosamaria Grecuccio, rammentatrice Rosanna Serra, musiche Mario Giudice, fonico Francesco Garzia, tecnico di palco Francesco Damiano, assistente tecnico Luca Buccarello, service Pegaso (Miggiano). Sipario e arrivederci al 2013!