FASANO (BR). Siamo nel pieno della stagione estiva e non mancano i momenti di fede e di devozione. Tra le novità di quest'anno, nella città di Fasano, è cominciata in questi giorni, e si terrà sino al 26 agosto, la mostra dal titolo “Nei giardini di Dio. Fede – Devozione – Artigianato” nel Palazzo dei congressi, a Selva di Fasano, nell’ambito dell’expo dell’artigianato fasanese.
"Si tratta di un fuori programma rispetto alla pianificazione della Mostra dell’Artigianato Fasanese che abbiamo presentato in conferenza stampa" ha dichiarato Renzo De Leonardis, assessore alle Attività produttive "grazie alla collaborazione di tre appassionati di storia locale, come Palmina Cannone, Gianni Lacialamella e Gianfranco Mazzotta, abbiamo allestito un’esposizione di preziosità sacre create dalle artigiane e dagli artigiani di Fasano, a partire dalla seconda metà del Settecento e fino ai giorni nostri. Il visitatore viene introdotto nel mondo dei paramenti e degli oggetti sacri. Mani di maestri artigiani che, con estro, hanno realizzato nelle chiese locali gli arredi in legno e in ferro battuto, effigi sacre in cartapesta o lignee. E’ davvero un suggestivo percorso tra oggetti sacri che vale la pena di visitare, anche perché è la prima volta che il prezioso carico di meraviglie viene mostrato in pubblico, grazie anche alla collaborazione di alcune famiglie che custodiscono gelosamente questi oggetti nei salotti delle loro abitazioni o nelle chiesette private".
Tra gli oggetti esposti troviamo pianete, mantili, stole, cingoli, cotte, roccetti, manipoli, corporali, umerali con ricami d’oro, in bianco o colorati, candelieri in legno, un inginocchiatoio, un calice, una patena, borse, corporali, messali, porta-particole lignei, provenienti dalla chiesetta silvana di “San Michele” (1888); ed anche una traccola, sculture sacre in legno e foglia d’oro, nonché antichi santini a canivet.
Per quanto riguarda gli oggetti esposti, sono stati messi a disposizione da Famiglia Brunetti (erede del sacerdote-poeta, don Filippo Bonifacio, e proprietaria della chiesetta di “San Michele”), Confraternita del SS. Rosario, Angelica Boggia, Domenico Monaco, Giacomino Gallo e figlio, Palmina Cannone, Gianni Lacialamella, Luigi Colucci e Rocco Panzarino.
(Daniele Martini)
"Si tratta di un fuori programma rispetto alla pianificazione della Mostra dell’Artigianato Fasanese che abbiamo presentato in conferenza stampa" ha dichiarato Renzo De Leonardis, assessore alle Attività produttive "grazie alla collaborazione di tre appassionati di storia locale, come Palmina Cannone, Gianni Lacialamella e Gianfranco Mazzotta, abbiamo allestito un’esposizione di preziosità sacre create dalle artigiane e dagli artigiani di Fasano, a partire dalla seconda metà del Settecento e fino ai giorni nostri. Il visitatore viene introdotto nel mondo dei paramenti e degli oggetti sacri. Mani di maestri artigiani che, con estro, hanno realizzato nelle chiese locali gli arredi in legno e in ferro battuto, effigi sacre in cartapesta o lignee. E’ davvero un suggestivo percorso tra oggetti sacri che vale la pena di visitare, anche perché è la prima volta che il prezioso carico di meraviglie viene mostrato in pubblico, grazie anche alla collaborazione di alcune famiglie che custodiscono gelosamente questi oggetti nei salotti delle loro abitazioni o nelle chiesette private".
Tra gli oggetti esposti troviamo pianete, mantili, stole, cingoli, cotte, roccetti, manipoli, corporali, umerali con ricami d’oro, in bianco o colorati, candelieri in legno, un inginocchiatoio, un calice, una patena, borse, corporali, messali, porta-particole lignei, provenienti dalla chiesetta silvana di “San Michele” (1888); ed anche una traccola, sculture sacre in legno e foglia d’oro, nonché antichi santini a canivet.
Per quanto riguarda gli oggetti esposti, sono stati messi a disposizione da Famiglia Brunetti (erede del sacerdote-poeta, don Filippo Bonifacio, e proprietaria della chiesetta di “San Michele”), Confraternita del SS. Rosario, Angelica Boggia, Domenico Monaco, Giacomino Gallo e figlio, Palmina Cannone, Gianni Lacialamella, Luigi Colucci e Rocco Panzarino.
(Daniele Martini)