Paura nel mondo del porno Usa: è allarme sifilde

LOS ANGELES. Paura nell'industria del porno americano. Sono nove i casi di sifilide accertati finora fra gli attori hard in California ed è probabile che nell'ambito delle verifiche in corso ne emergeranno altri. Lo riferisce il direttore del dipartimento della Sanità di Los Angeles, il dottor Jonathan Fielding. L'allarme sifilide, scattato la scorsa settimana dopo la scoperta dei primi cinque casi, ha portato allo stop dell'industria dei film porno. Dopo la scoperta dei casi, infatti, il gruppo Free speech coalition (Fsc), associazione di categoria no profit composta da operatori dell'industria del porno e dell'intrattenimento per adulti negli Stati Uniti, ha invitato a sospendere le riprese chiedendo agli attori di sottoporsi al test per la sifilide e di assumere dosi di penicillina prima di tornare sul set. Dopo l'assunzione della sostanza gli attori possono rientrare in servizio entro 10 giorni, ha consigliato Fsc. Sono nove i casi di sifilide accertati finora fra gli attori porno in California ed è probabile che nell'ambito delle verifiche in corso ne emergeranno altri. È quanto riferisce il direttore del dipartimento della Sanità pubblica della contea di Los Angeles, il dottor Jonathan Fielding. L'allarme sifilide, scattato la scorsa settimana dopo la scoperta dei primi cinque casi, ha portato allo stop dell'industria dei film porno. Dopo la scoperta dei casi, infatti, il gruppo Free speech coalition (Fsc), associazione di categoria no profit composta da operatori dell'industria del porno e dell'intrattenimento per adulti negli Stati Uniti, ha invitato a sospendere le riprese chiedendo agli attori di sottoporsi al test per la sifilide e di assumere dosi di penicillina prima di tornare sul set. Dopo l'assunzione della sostanza gli attori possono rientrare in servizio entro 10 giorni, ha consigliato Fsc. Non è la prima volta che l'associazione di categoria impone lo stop alle riprese dei film porno. Nel 2011 i principali produttori fermarono l'attività per circa una settimana dopo che un attore era risultato positivo al test per l'Hiv; successivamente Free Speech Coalition fece sapere che era stato accertato che si trattava di un falso allarme. Nel 2010 all'attore porno Derrick Burts era stato diagnosticato l'Hiv e il caso venne confermato, portando a un breve stop sui set. Da allora Burts ha intrapreso una campagna con la 'Aids Healthcare Foundation' per rendere obbligatorio l'uso dei preservativi nei film a luci rosse. Nel 2004, infine, almeno cinque attori risultarono positivi al test dell'Hiv provocando un'altra breve interruzione autoimposta nell'industria del porno.

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