A Varese va in scena il Bari che non molla

di Nicola Zuccaro. Essere sotto di due goal e osare sino al recupero per ribaltare una gara a proprio sfavore. Potrebbe essere la trama di un film. E' la realtà perchè, quanto accaduto a Varese, ha avuto come unico e principale protagonista il Bari di Vincenzo Torrente.

Sì, di Vincenzo Torrente; è utile ribadirlo perchè se è vero come è vero che nel calcio "la mano dell'allenatore" può avere la sua incidenza nell'andamento della squadra - documentato dalla scia del quarto risultato utile consecutivo - bisognerà dare a Cesare quel che è di Cesare rilevando che il Bari visionato a Varese e nelle gare precedenti è una creatura del tecnico di Cetara.

Un Bari coriaceo, che non molla. Un Bari operaio; libero da quelle fissazioni tattiche che recludono il difensore nella sua zona di competenza del campo perchè come ha testimoniato Borghese, se c'è da salvare il risultato bisogna uscire dall'area per andare, possibilmente, a rete.

Il 2-2 finale al 91' fotografa questo atteggiamento caratteriale prima ancora che tattico. All'Ossola di Varese si è visto anche quel Bari che è stato condotto per mano dal suo Capitano ossia da quel Ciccio Caputo che precedendo l'acuto finale di Borghese ha riaperto i giochi alzando il pugno come il condottiero di un esercito in battaglia.

E' un Bari che, pur essendo ancora grezzo nel suo assetto tattico, non è da meno, quanto a carattere, alle altre compagini della cadetteria. Si dovrà proseguire su questa strada, respingendo i facili entusiasmi, anche alla luce della imminente penalizzazione e della difficile trasferta di Crotone in calendario per Sabato 22 Settembre alle ore 15.

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