Affido minori: Pastore, Regione Puglia e Comune di Barletta in prima linea

BARLETTA. Il consigliere regionale Franco Pastore (Gruppo misto – PSI) ha rilasciato la seguente dichiarazione.
“Mentre la garante regionale pugliese dei diritti dei minori, Rosy Paparella, affrontava a Bari in un workshop molto interessante e partecipato, insieme al Garante della Regione Lazio, Francesco Alvaro, le criticità maggiori che vedono al centro i minori, dai primi anni di vita fino alla soglia della maggiore età, nella mia città il Consiglio comunale approvava una importante mozione con la quale il comune di Barletta si impegna a promuovere l’istituto dell’affido dei minori, col sindaco in veste di garante di tale progetto.
I servizi sociali cittadini si porranno a disposizione per tale attività, ci saranno attività di formazione per chi dovrà fornire assistenza alle famiglie affidatarie e si intraprenderà un percorso che è parallelo a quello che a livello nazionale vede diversi soggetti impegnati nel promuovere una riforma della legge attuale in campo di adozioni e affido. Ringrazio il consigliere comunale Antonio Gorgoglione che si è fatto promotore di tale provvedimento e tutti gli altri che, all’unanimità, lo hanno fatto proprio.
Comune di Barletta e Regione Puglia avanzano lungimiranti e attenti verso le questioni legate alla promozione dei diritti dei minori, spesso dimenticati nelle lunghissime liste delle politiche sociali ed economiche dei bilanci degli enti locali. Questa sintonia, ora come in futuro, non potrà che essere proficua per entrambi.
In Puglia i minori in comunità sono 4.000 e sono in aumento. Un dato preoccupante anche perché aumenta sempre più il numero dei minori stranieri non accompagnati e non adottabili in età fra i 13 e i 17 anni e sappiamo bene quanto la Puglia sia investita da questo fenomeno.
L’affido è a carico dei comuni ma a Barletta i casi di affido sono soltanto due, mentre almeno il doppio sono i bambini che stanno in istituti. Per costoro il Comune impiega risorse ingenti. Anche le famiglie affidatarie godono di un sostegno finanziario, anche più esiguo. Ma le cure e l’affetto che una famiglia può offrire a un bambino non hanno prezzo. Mentre invece ci si rende conto che in Italia l'infanzia non ha soldi. Questo è un motivo in più per offrire la propria famiglia a chi ne ha bisogno”.

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