CAGLIARI, 9 SET - Archiviata la giornata di ieri ad altissima tensione per il ritrovamento della finta bomba all'ingresso dello stabilimento di Portovesme, sotto un traliccio di Terna, gli operai dell'Alcoa si preparano alla trasferta di Roma che si annuncia altrettanto 'calda'. Domani, in occasione del vertice al ministero dello Sviluppo economico da cui dipendono le sorti dell'impianto del Sulcis, i sindacati hanno organizzato un corteo che sfilera', guardato a vista, per le vie della Capitale.
Dall'incontro operai, rappresentanti dei lavoratori e istituzioni locali si aspettano risposte sul futuro dello stabilimento sardo, cuore della produzione di alluminio primario in Italia, e sul destino di almeno 800 buste paga. Tutti confidano nell'apertura di una vera trattativa per la vendita della fabbrica, ma per sbloccare il negoziato serve la 'firma' su una reale manifestazione di interesse da parte delle uniche due multinazionali, le svizzere Glencore e Klesch, uscite timidamente allo scoperto per una possibile acquisizione. Molti i paletti posti dalle due società al Governo per l'apertura formale del negoziato, su tutti il problema dell'abbattimento dei costi dell'energia senza violare la normativa europea e la questione degli esuberi (Glencore punterebbe ad un dimagrimento di almeno 350 dipendenti). A gelare gli entusiasmi ci ha pensato ieri il ministro Corrado Passera: "andremo avanti per mesi per cercare una candidatura ma bisogna avere il coraggio di pensare anche ad altre alternative. La verità - ha chiarito il responsabile dello Sviluppo economico - è che in questo momento non ci sono imprenditori pronti a farsi carico di questa azienda anche a fronte di un pacchetto energia compatibile con le regole europee e la disponibilità della Regione Sardegna".E oggi da Cernobbio il ministro ha aggiunto come quella di domani per Alcoa "sarà una tappa importante", per trovare soluzioni che siano comunque "economicamente sostenibili e rispettose delle regole europee". (ANSA)
Dall'incontro operai, rappresentanti dei lavoratori e istituzioni locali si aspettano risposte sul futuro dello stabilimento sardo, cuore della produzione di alluminio primario in Italia, e sul destino di almeno 800 buste paga. Tutti confidano nell'apertura di una vera trattativa per la vendita della fabbrica, ma per sbloccare il negoziato serve la 'firma' su una reale manifestazione di interesse da parte delle uniche due multinazionali, le svizzere Glencore e Klesch, uscite timidamente allo scoperto per una possibile acquisizione. Molti i paletti posti dalle due società al Governo per l'apertura formale del negoziato, su tutti il problema dell'abbattimento dei costi dell'energia senza violare la normativa europea e la questione degli esuberi (Glencore punterebbe ad un dimagrimento di almeno 350 dipendenti). A gelare gli entusiasmi ci ha pensato ieri il ministro Corrado Passera: "andremo avanti per mesi per cercare una candidatura ma bisogna avere il coraggio di pensare anche ad altre alternative. La verità - ha chiarito il responsabile dello Sviluppo economico - è che in questo momento non ci sono imprenditori pronti a farsi carico di questa azienda anche a fronte di un pacchetto energia compatibile con le regole europee e la disponibilità della Regione Sardegna".E oggi da Cernobbio il ministro ha aggiunto come quella di domani per Alcoa "sarà una tappa importante", per trovare soluzioni che siano comunque "economicamente sostenibili e rispettose delle regole europee". (ANSA)
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