BARI. Un pezzo di storia del Circolo Canottieri Barion torna a galla. E che storia, quella dei “Trabaccolanti”, i pioneri baresi del canottaggio che agli inizi del Novecento vinsero tutto e dappertutto, nel “4 con”. Per ricordarne la lunga ed onorata carriera sportiva il direttore sportivo del circolo del Molo San Nicola, Fabio Di Cosmo, ha chiesto ed ottenuto, a trent'anni dall'ultima assegnazione, che fosse nuovamente istituito un premio in loro onore. E così da quest'anno ed ogni anno, a partire dagli imminenti campionati italiani under 23 in programma a Piediluco, in Umbria, sabato 22 e domenica 23 settembre, nella gara per il titolo di campioni italiani del 4 di coppia Under 23 sarà messa in palio la “Coppa d'Oro I Trabaccolanti Circolo Canottieri Barion 1894 Città di Bari”, riservata alla società dell'equipaggio vincente.
“Finalmente la storia dei Trabaccolanti sarà ricordata come merita – commenta con soddisfazione Di Cosmo – Ci siamo impegnati alacremente, per mesi, affinchè i pionieri della voga barese e nazionale potessero essere ricordati con un premio, dopo decenni d'oblio. Questa è la dimostrazione che il Barion ha fatto la storia del movimento nazionale e siamo contenti che la Federazione Italiana Canottaggio l'abbia riconosciuto”.
Ma chi sono i Trabaccolanti? Si chiamavano Gaetano Caccavallo, Peppino Nacci, Paolo Diana e Vittorio Narducci e furono i primi in Italia a fregiarsi, a Napoli, del titolo europeo dopo aver essersi laureati campioni nazionali. Forse non bellissimi a vedersi, ma estremamente pratici, essenziali, tanto da dominare la scena per numerose stagioni. E fu proprio in una delle tante vittoriose trasferte fuori Bari, che il capitano Andriola, comandante del piroscafo Puglia sul quale viaggiavano i canottieri baresi alla volta di Trieste (all'epoca, ancora sotto la dominazione asburgica), coniò quel curioso nome da battaglia, “Trabaccolanti” appunto, per il loro stile sgraziato e incerto ma, senza dubbio, efficace.
Un nomignolò che portò fortuna: si vinse a Trieste così come a Nizza, Strasburgo, Zurigo e Parigi, sedi di regate prestigiose. La carriera dei “Trabaccolanti” fu fra le più longeve che la storia dello sport ricordi: negli anni '20 i quattro erano ancora competitivi, fino a quando la scomparsa prematura del capovoga Caccavallo consegnò alla leggenda sportiva i loro successi. Che riecheggiano sino ad oggi, grazie ad un premio che fa onore alla storia del Barion e del canottaggio.
“Finalmente la storia dei Trabaccolanti sarà ricordata come merita – commenta con soddisfazione Di Cosmo – Ci siamo impegnati alacremente, per mesi, affinchè i pionieri della voga barese e nazionale potessero essere ricordati con un premio, dopo decenni d'oblio. Questa è la dimostrazione che il Barion ha fatto la storia del movimento nazionale e siamo contenti che la Federazione Italiana Canottaggio l'abbia riconosciuto”.
Ma chi sono i Trabaccolanti? Si chiamavano Gaetano Caccavallo, Peppino Nacci, Paolo Diana e Vittorio Narducci e furono i primi in Italia a fregiarsi, a Napoli, del titolo europeo dopo aver essersi laureati campioni nazionali. Forse non bellissimi a vedersi, ma estremamente pratici, essenziali, tanto da dominare la scena per numerose stagioni. E fu proprio in una delle tante vittoriose trasferte fuori Bari, che il capitano Andriola, comandante del piroscafo Puglia sul quale viaggiavano i canottieri baresi alla volta di Trieste (all'epoca, ancora sotto la dominazione asburgica), coniò quel curioso nome da battaglia, “Trabaccolanti” appunto, per il loro stile sgraziato e incerto ma, senza dubbio, efficace.
Un nomignolò che portò fortuna: si vinse a Trieste così come a Nizza, Strasburgo, Zurigo e Parigi, sedi di regate prestigiose. La carriera dei “Trabaccolanti” fu fra le più longeve che la storia dello sport ricordi: negli anni '20 i quattro erano ancora competitivi, fino a quando la scomparsa prematura del capovoga Caccavallo consegnò alla leggenda sportiva i loro successi. Che riecheggiano sino ad oggi, grazie ad un premio che fa onore alla storia del Barion e del canottaggio.
Tags
Sport