di Roberta Calò. Gustave Coubert affermava: "Se i quadri si potessero spiegare e tradurli in parole, non ci sarebbe bisogno di dipingerli".
Ecco dunque che le parole appaiono quasi poca cosa dinanzi al dilagante discorrere dell'arte che prenderà vita tra le mura di "3Ar" C.so Vittorio Emanuele 145/A - Bari sabato 15 settembre. Alle ore 19 verrà inaugurata una mostra d'arte contemporanea promossa dalla Provincia di Bari ,in collaborazione con il Comune,la Camera di commercio e l'associazione Borgo murattiano.
Tra i numerosi artisti, emerge un esponente di spicco della culturale locale, Francesco Gabriele. Il giovane pittore classe 1981, racconta di aver ereditato questa sua vena dal nonno dalle propensioni Naif. CISKY, il suo pseudonimo, passa per Bologna e Milano, collabora con l'azienda d'abbigliamento "P.Fanatic", espone all'Ikea di Bari, viene recensito su "Vogue sposa" (Settembre 2010) e su vanityfair.it (giugno 2011), e ora apre il suo cuore ai lettori per farsi conoscere meglio.
-Attraverso quale processo hai riscoperto nell’arte figurativa l’acme della tua capacità/esigenza espressiva?
-Intanto mi fa molto piacere sentirti parlare d'esigenza,hai centrato un degli aspetti che principalmente muovono e caratterizzano il mio lavoro. Come ad esempio l'utilizzo oculato dei social network,delle parole e del loro sconfinato potenziale,credo che quanto provo ad esprimere su tela,sia spessissimo strettamente correlato a ciò di cui tutti,chi più e chi meno,ci nutriamo. Il tutto filtrato ed elaborato attraverso le mie personali ed umili angolazioni. E' quello che amo definire come l'interminabile scambio fra l'interno e l'intorno. Blasfemo associare un social network alla pittura? Assolutamente no.
-Cosa è per te l’arte e cosa sei tu per l’arte?
-Non avevo così tanta difficoltà nel rispondere dai tempi del "vuoi più bene a mamma o papà?" Tornando seri,è davvero arduo rispondere a questa domanda,di sicuro credo che i miei occhi riescano ad identificare la cosiddetta arte,ovunque si presenti un qualcosa che sia figlia di passione,meditazione,amore e coscienza. Ed eccomi quindi pronto ad estasiarmi commosso davanti ad un Bernini,tanto quanto davanti ad una parmigiana di melanzane,preparata con le mani tremanti di una 92enne.
-Quale pensi sia il futuro dell’arte figurativa in un momento storico particolarmente difficile in cui spesso la meritocrazia viene soppiantata da interessi economici e commerciali?
-Il futuro dell'arte figurativa rapportato alla scarsa meritocrazia del nostro Paese? Credo che il futuro delle arti in genere,risieda innanzitutto nel petto di chi prova ad esprimerle;quanto meglio sarà nutrito, tanto meglio potrà affacciarsi con naturalezza al resto,lasciando un segno luminoso ed incisivo.
Credo inoltre che l'aspetto della scarsa meritocrazia sia forse più legato ad altri contesti...penso ai ricercatori medici,ai giudici e a tutte quelle figure che in ogni società rispettabile,dovrebbero agire da colonne portanti di progresso e democrazia. Quel condizionale che ho appena usato non mi rende affatto sereno.
D.: In che misura lo spettatore cerca se stesso e in che misura cerca te nelle tue opere?
R.: Cercare,ricercare...sarebbe già molto bello e suggestivo pensare d'innescare un qualcosa di simile negli occhi di chi osserva.
D.:Con quali modalità e quale tipo di rapporto cerchi di instaurare tra te e lo spettatore passando attraverso le tue tele?
R.:Diciamo che i rapporti preferisco instaurarli con le parole,gli abbracci,la vita vissuta,toccata,camminata...sempre meglio se con il mare sullo sfondo.
Quello che accade attraverso una tela,semplicemente accade,senza forzature nè spremute di cervello.
D.: Quanto è difficile in questo settore aprirsi un varco per arrivare al pubblico senza dover necessariamente né scendere a compromessi né svendersi?
R.: Poco importa se cado in banalismi come probabilmente ho già fatto,è che devo necessariamente fare riferimento alla mia esperienza,ragion per cui non posso non citare nuovamente la passione e l'amore per quello che si fa,sopra ogni altra cosa. In un modo o nell'altro,credo che questo arrivi,ed assieme ad altri fondamentali,può tramutarsi d'incanto,in una bellissima chiave di successo e riconoscimento.
Svendersi? Avrei una carrettata di note polemiche da distribuire su più fronti,ma domani ho un appuntamento importante e preferisco mantenermi sereno e concentrato.
D.: Quale consiglio daresti ai giovani che vorrebbero intraprendere la tua stessa strada e che nutrono le tue stesse speranze?
R.: Osservare il talento sprecato mi fa male tanto quanto osservare altri tipi di sprechi.
In passato mi sono sentito tanto bravo nel dispensare consigli con enfasi e forse troppo trasporto,ora è un pochino diverso e se proprio devo,mi limiterei esclusivamente ad un felpato e discreto invito: agire con umiltà e perseveranza,trasformando le parole di chi per un motivo o per l'altro ti scoraggia,in carburante.
Rinnovabile,non inquinante e gratuito.
Un appuntamento dunque da non perdere per viaggiare alcune ore senza biglietto, sulle rotaie di un treno dai mille orizzonti, tra le sfumature ora grigie ora colorate dell'uomo, della sua vita, del suo essere, del suo divenire, del suo rapporto con ciò che lo circonda perchè come Arturo Graf ci ricorda: "La realtà è un frastuono di cui l'arte deve saper fare un'armonia".
Ecco dunque che le parole appaiono quasi poca cosa dinanzi al dilagante discorrere dell'arte che prenderà vita tra le mura di "3Ar" C.so Vittorio Emanuele 145/A - Bari sabato 15 settembre. Alle ore 19 verrà inaugurata una mostra d'arte contemporanea promossa dalla Provincia di Bari ,in collaborazione con il Comune,la Camera di commercio e l'associazione Borgo murattiano.
Tra i numerosi artisti, emerge un esponente di spicco della culturale locale, Francesco Gabriele. Il giovane pittore classe 1981, racconta di aver ereditato questa sua vena dal nonno dalle propensioni Naif. CISKY, il suo pseudonimo, passa per Bologna e Milano, collabora con l'azienda d'abbigliamento "P.Fanatic", espone all'Ikea di Bari, viene recensito su "Vogue sposa" (Settembre 2010) e su vanityfair.it (giugno 2011), e ora apre il suo cuore ai lettori per farsi conoscere meglio.
-Attraverso quale processo hai riscoperto nell’arte figurativa l’acme della tua capacità/esigenza espressiva?
-Intanto mi fa molto piacere sentirti parlare d'esigenza,hai centrato un degli aspetti che principalmente muovono e caratterizzano il mio lavoro. Come ad esempio l'utilizzo oculato dei social network,delle parole e del loro sconfinato potenziale,credo che quanto provo ad esprimere su tela,sia spessissimo strettamente correlato a ciò di cui tutti,chi più e chi meno,ci nutriamo. Il tutto filtrato ed elaborato attraverso le mie personali ed umili angolazioni. E' quello che amo definire come l'interminabile scambio fra l'interno e l'intorno. Blasfemo associare un social network alla pittura? Assolutamente no.
-Cosa è per te l’arte e cosa sei tu per l’arte?
-Non avevo così tanta difficoltà nel rispondere dai tempi del "vuoi più bene a mamma o papà?" Tornando seri,è davvero arduo rispondere a questa domanda,di sicuro credo che i miei occhi riescano ad identificare la cosiddetta arte,ovunque si presenti un qualcosa che sia figlia di passione,meditazione,amore e coscienza. Ed eccomi quindi pronto ad estasiarmi commosso davanti ad un Bernini,tanto quanto davanti ad una parmigiana di melanzane,preparata con le mani tremanti di una 92enne.
-Quale pensi sia il futuro dell’arte figurativa in un momento storico particolarmente difficile in cui spesso la meritocrazia viene soppiantata da interessi economici e commerciali?
-Il futuro dell'arte figurativa rapportato alla scarsa meritocrazia del nostro Paese? Credo che il futuro delle arti in genere,risieda innanzitutto nel petto di chi prova ad esprimerle;quanto meglio sarà nutrito, tanto meglio potrà affacciarsi con naturalezza al resto,lasciando un segno luminoso ed incisivo.
Credo inoltre che l'aspetto della scarsa meritocrazia sia forse più legato ad altri contesti...penso ai ricercatori medici,ai giudici e a tutte quelle figure che in ogni società rispettabile,dovrebbero agire da colonne portanti di progresso e democrazia. Quel condizionale che ho appena usato non mi rende affatto sereno.
D.: In che misura lo spettatore cerca se stesso e in che misura cerca te nelle tue opere?
R.: Cercare,ricercare...sarebbe già molto bello e suggestivo pensare d'innescare un qualcosa di simile negli occhi di chi osserva.
D.:Con quali modalità e quale tipo di rapporto cerchi di instaurare tra te e lo spettatore passando attraverso le tue tele?
R.:Diciamo che i rapporti preferisco instaurarli con le parole,gli abbracci,la vita vissuta,toccata,camminata...sempre meglio se con il mare sullo sfondo.
Quello che accade attraverso una tela,semplicemente accade,senza forzature nè spremute di cervello.
D.: Quanto è difficile in questo settore aprirsi un varco per arrivare al pubblico senza dover necessariamente né scendere a compromessi né svendersi?
R.: Poco importa se cado in banalismi come probabilmente ho già fatto,è che devo necessariamente fare riferimento alla mia esperienza,ragion per cui non posso non citare nuovamente la passione e l'amore per quello che si fa,sopra ogni altra cosa. In un modo o nell'altro,credo che questo arrivi,ed assieme ad altri fondamentali,può tramutarsi d'incanto,in una bellissima chiave di successo e riconoscimento.
Svendersi? Avrei una carrettata di note polemiche da distribuire su più fronti,ma domani ho un appuntamento importante e preferisco mantenermi sereno e concentrato.
D.: Quale consiglio daresti ai giovani che vorrebbero intraprendere la tua stessa strada e che nutrono le tue stesse speranze?
R.: Osservare il talento sprecato mi fa male tanto quanto osservare altri tipi di sprechi.
In passato mi sono sentito tanto bravo nel dispensare consigli con enfasi e forse troppo trasporto,ora è un pochino diverso e se proprio devo,mi limiterei esclusivamente ad un felpato e discreto invito: agire con umiltà e perseveranza,trasformando le parole di chi per un motivo o per l'altro ti scoraggia,in carburante.
Rinnovabile,non inquinante e gratuito.
Un appuntamento dunque da non perdere per viaggiare alcune ore senza biglietto, sulle rotaie di un treno dai mille orizzonti, tra le sfumature ora grigie ora colorate dell'uomo, della sua vita, del suo essere, del suo divenire, del suo rapporto con ciò che lo circonda perchè come Arturo Graf ci ricorda: "La realtà è un frastuono di cui l'arte deve saper fare un'armonia".
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Cultura e Spettacoli