"Delusione per il Piano Ilva". Cgil, 490 operai in ferie
TARANTO. La Semat spa e la Edil Sider, due societa' che operano da anni nell'Ilva di Taranto, hanno annunciato ai lavoratori che intendono procedere a ''ferie forzate'' e ad un ''possibile ricorso alla Cassa integrazione per 490 dipendenti: 450 della Semat e 40 della Edil Simer. Lo afferma in una nota il segretario generale della Fillea-Cgil di Taranto, Luigi Lamusta, che parla di ''un attacco strumentale, di puro terrorismo psicologico nei confronti dell'anello piu' debole della catena''.
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"La montagna ha partorito un topolino. Forte è la delusione di chi come il sottoscritto aspettava dall'Ilva una risposta adeguata alle sollecitazioni che gli venivano dalle Istituzioni tutte (Regione, Comune, Provincia e Governo nazionale) dalla magistratura tarantina e dai custodi giudiziari per il risanamento dell'area a caldo dello Stabilimento siderurgico.
Dalle quattro paginette presentate dal presidente Ferrante alla Procura e ai sindacati non ci si discosta di molto dai 146 milioni già presentati per ottemperare alle prescrizioni della precedente AIA, visto che comunque era già previsto il fermo e l'adeguamento strutturale dell'altiforno 1 che si aggirerebbe intorno ai 250 milioni di Euro.
Per il resto poco cosa: solo rinvii alla nuova AIA e una promessa di copertura dei parchi minerali per ...il 2016.
Riva non ha capito che la città è stanca di promesse e di rinvii ed ha bisogno di fatti concreti per invertire la rotta del precipizio ambientale a cui l'ha condotta prima l'Italsider pubblica e poi dal 1995 la sua Ilva. O forse lo ha capito troppo bene e sta preparando la strada per scappare via da Taranto, perchè si è fatto due conticini e ha dedotto che il prezzo da pagare per il risanamento dell'Ilva è troppo alto e non gli garantirebbe i profitti che ha fatto fino ad oggi sulla nostra pelle.
In questo Riva sarebbe il migliore alleato degli ambientalisti radicali che festeggiano già la chiusura dello stabilimento, senza porsi minimamente il problema del disastro sociale, e anche ambientale, a cui andrebbe incontro la città con le ricadute occupazionali e per i riflessi conseguenti sulle attività del porto e sull'intera economia jonica.
Bisogna invece inchiodare Riva alle sue responsabilità, costringerlo a “riprogettare” una fabbrica eco compatibile (anche con l'aiuto dei fondi europei previsti per la siderurgia), mettere di tasca propria le risorse necessarie per adeguarla strutturalmente rispondendo alle prescrizioni della futura AIA , che sono certo saranno ossequiose delle rigorose normative regionali, a partire dalla Legge 21/12 (di cui sono estensore e primo firmatario) a tutela della salute dei cittadini e dei lavoratori.
Un grande compito spetta ai lavoratori dell'Ilva e delle loro rappresentanze sindacali: lottare unitamente alla Città e alle Istituzioni tutte per impedire a Riva di scappare, di non fare il suo dovere senza pagare fino in fondo il suo debito con Taranto.
Il Presidente della Regione Vendola ha manifestato con i fatti la volontà di richiamare l'attenzione dello Stato e dell'Europa sul caso Taranto: questo è il momento cruciale per rivendicare un'adeguata azione dal Governo affinchè l'Ilva non diventi un problema irrisolto per la Città di Taranto e per la Nazione".
Così in un intervento il consigliere regioanle Sel Alfredo Cervellera sul Piano Ilva.
"La montagna ha partorito un topolino. Forte è la delusione di chi come il sottoscritto aspettava dall'Ilva una risposta adeguata alle sollecitazioni che gli venivano dalle Istituzioni tutte (Regione, Comune, Provincia e Governo nazionale) dalla magistratura tarantina e dai custodi giudiziari per il risanamento dell'area a caldo dello Stabilimento siderurgico.
Dalle quattro paginette presentate dal presidente Ferrante alla Procura e ai sindacati non ci si discosta di molto dai 146 milioni già presentati per ottemperare alle prescrizioni della precedente AIA, visto che comunque era già previsto il fermo e l'adeguamento strutturale dell'altiforno 1 che si aggirerebbe intorno ai 250 milioni di Euro.
Per il resto poco cosa: solo rinvii alla nuova AIA e una promessa di copertura dei parchi minerali per ...il 2016.
Riva non ha capito che la città è stanca di promesse e di rinvii ed ha bisogno di fatti concreti per invertire la rotta del precipizio ambientale a cui l'ha condotta prima l'Italsider pubblica e poi dal 1995 la sua Ilva. O forse lo ha capito troppo bene e sta preparando la strada per scappare via da Taranto, perchè si è fatto due conticini e ha dedotto che il prezzo da pagare per il risanamento dell'Ilva è troppo alto e non gli garantirebbe i profitti che ha fatto fino ad oggi sulla nostra pelle.
In questo Riva sarebbe il migliore alleato degli ambientalisti radicali che festeggiano già la chiusura dello stabilimento, senza porsi minimamente il problema del disastro sociale, e anche ambientale, a cui andrebbe incontro la città con le ricadute occupazionali e per i riflessi conseguenti sulle attività del porto e sull'intera economia jonica.
Bisogna invece inchiodare Riva alle sue responsabilità, costringerlo a “riprogettare” una fabbrica eco compatibile (anche con l'aiuto dei fondi europei previsti per la siderurgia), mettere di tasca propria le risorse necessarie per adeguarla strutturalmente rispondendo alle prescrizioni della futura AIA , che sono certo saranno ossequiose delle rigorose normative regionali, a partire dalla Legge 21/12 (di cui sono estensore e primo firmatario) a tutela della salute dei cittadini e dei lavoratori.
Un grande compito spetta ai lavoratori dell'Ilva e delle loro rappresentanze sindacali: lottare unitamente alla Città e alle Istituzioni tutte per impedire a Riva di scappare, di non fare il suo dovere senza pagare fino in fondo il suo debito con Taranto.
Il Presidente della Regione Vendola ha manifestato con i fatti la volontà di richiamare l'attenzione dello Stato e dell'Europa sul caso Taranto: questo è il momento cruciale per rivendicare un'adeguata azione dal Governo affinchè l'Ilva non diventi un problema irrisolto per la Città di Taranto e per la Nazione".
Così in un intervento il consigliere regioanle Sel Alfredo Cervellera sul Piano Ilva.