BARI. "Nessuna interlocuzione e' ammissibile con il nuovo potere mafioso che si sta affermando nel capoluogo ed e' importante, a mio avviso, che tutti, di ogni parte politica, lancino alla cittadinanza messaggi chiari di questo genere. Ho invece appreso con rammarico che tutto lo stato maggiore del Popolo della Liberta' ha inteso denunciarmi per le dichiarazioni che ho rilasciato". Lo sostiene in una nota il sindaco di bari, Michele emiliano, a proposito della querela presentata ieri da quattro esponenti del Pdl barese, nei suoi confronti (i parlamentari Luigi D'Ambrosio Lettieri, Antonio Distaso e Simeone Di Cagno Abbrescia e il capogruppo al Comune Domenico Cea) che lo accusano di aver fatto accuse diffamanti e calunniose, insinuando l'esistenza di patti elettorali con la criminalita'.
"E' singolare che rappresentanti di un partito, che in questa materia dovrebbe avere ben altre preoccupazioni a causa del frequente coinvolgimento di suoi esponenti di punta in procedimenti riguardanti la criminalita' mafiosa presso tutte le piu' importanti Procure d'Italia - aggiunge - abbiano trovato il tempo per denunciare anziche' la recrudescenza mafiosa di questi ultimi tempi, il sindaco che ha maggiormente contrastato questo fenomeno, non fosse altro perche' il suo predecessore ne negava persino l'esistenza. Con questa denuncia il Pdl ha detto inequivocabilmente da che parte sta".
Il primo cittadino ricorda che in questi nove anni l'Amministrazione comunale "ha tenuto fermissima la barra nella lotta alla criminalita' organizzata" e cita la costituzione di parte civile nei processi di mafia, l'assegnazione di tutti i beni confiscati a finalita' sociali, la collaborazione con le forze dell'ordine e la magistratura per liberare la citta' dalla sopraffazione dei clan, i progetti di educazione alla legalita' nelle scuole, specialmente nei quartieri piu' a rischio. E poi ancora l'istituzione, primo Comune italiano, di un ufficio per la lotta non repressiva alla criminalita' organizzata, il lavoro a fianco di Avviso Pubblico, di Libera e dell'associazione dei parenti delle vittime di mafia.
"Nessuno puo' dunque meravigliarsi - sottolinea Emiliano - se qualche giorno fa ho espresso un monito nei confronti di coloro che governeranno la citta' in futuro, a non accettare mai interlocuzioni con esponenti della mafia barese, come purtroppo accaduto in passato e come accertato in numerosi processi conclusi con sentenze passate in giudicato. In particolare ho confessato i miei timori in margine ad un sostanziale abbassamento della guardia di fronte ad una recrudescenza criminale che corrisponde alla riorganizzazione della criminalita' locale che sta passando attraverso numerosi e gravi fatti di sangue".
"E ho sentito quindi come un dovere prima di tutto manifestare senza tanti indugi - argomenta Emiliano - da che parte sto: io sono contro la mafia, sono dalla parte della legge e dello Stato, lo sono stato sempre e sempre lo saro'. Secondo: ho voluto dire pubblicamente, specialmente a chi ambisce a guidare la citta' dopo di me, che essendo Bari come le principali citta' italiane una realta' con problemi di mafia, e' bene sapere che non bisogna scendere in alcun modo a patti con quel mondo".
"E' singolare che rappresentanti di un partito, che in questa materia dovrebbe avere ben altre preoccupazioni a causa del frequente coinvolgimento di suoi esponenti di punta in procedimenti riguardanti la criminalita' mafiosa presso tutte le piu' importanti Procure d'Italia - aggiunge - abbiano trovato il tempo per denunciare anziche' la recrudescenza mafiosa di questi ultimi tempi, il sindaco che ha maggiormente contrastato questo fenomeno, non fosse altro perche' il suo predecessore ne negava persino l'esistenza. Con questa denuncia il Pdl ha detto inequivocabilmente da che parte sta".
Il primo cittadino ricorda che in questi nove anni l'Amministrazione comunale "ha tenuto fermissima la barra nella lotta alla criminalita' organizzata" e cita la costituzione di parte civile nei processi di mafia, l'assegnazione di tutti i beni confiscati a finalita' sociali, la collaborazione con le forze dell'ordine e la magistratura per liberare la citta' dalla sopraffazione dei clan, i progetti di educazione alla legalita' nelle scuole, specialmente nei quartieri piu' a rischio. E poi ancora l'istituzione, primo Comune italiano, di un ufficio per la lotta non repressiva alla criminalita' organizzata, il lavoro a fianco di Avviso Pubblico, di Libera e dell'associazione dei parenti delle vittime di mafia.
"Nessuno puo' dunque meravigliarsi - sottolinea Emiliano - se qualche giorno fa ho espresso un monito nei confronti di coloro che governeranno la citta' in futuro, a non accettare mai interlocuzioni con esponenti della mafia barese, come purtroppo accaduto in passato e come accertato in numerosi processi conclusi con sentenze passate in giudicato. In particolare ho confessato i miei timori in margine ad un sostanziale abbassamento della guardia di fronte ad una recrudescenza criminale che corrisponde alla riorganizzazione della criminalita' locale che sta passando attraverso numerosi e gravi fatti di sangue".
"E ho sentito quindi come un dovere prima di tutto manifestare senza tanti indugi - argomenta Emiliano - da che parte sto: io sono contro la mafia, sono dalla parte della legge e dello Stato, lo sono stato sempre e sempre lo saro'. Secondo: ho voluto dire pubblicamente, specialmente a chi ambisce a guidare la citta' dopo di me, che essendo Bari come le principali citta' italiane una realta' con problemi di mafia, e' bene sapere che non bisogna scendere in alcun modo a patti con quel mondo".