LECCE. I capi di imputazione formulati dall’avvocato Gianluigi Pellegrino che nelle vesti di pubblico ministero venerdì 14 settembre, al teatro Paisiello, terrà la requisitoria a carico di Giulia Beccaria.
L’imputazione del pm Gianluigi Pellegrino:
Le colpe della Beccaria. Madre a metà: per aver “scoperto” il figlio solo ai vent’anni di questo. Dopo essersi dedicata alla bella vita londinese e parigina. Incoerenza e ingratitudine per essere passata dai salotti dell’illuminismo francese ad un iperortodossia cattolica sino ad allontanare la salma dell’Imbonati distruggendone il sepolcro per mostrare un cesura da lui ora individuato come “peccatore” (in ragione proprio delle relazione avuta con lei!). Sepolcro che peraltro era proprio nella villa che l’Imbonati le aveva tra l’altro lasciato insieme all’intera copiosa eredità.
Di seguito i capi di imputazione formulati da Gianluigi Pellegrino che nelle vesti di pm venerdì terrà la requisitoria a carico di Giulia Beccaria.
I riferimenti al codice penale sono lo strumento per introdurre le colpe storiche che Pellegrino imputa alla controversa mamma di Manzoni. Riserbo sui contenuti delle requisitoria e sulle pene che chiederà per l’imputata.
Beccaria Giulia
Imputata dei delitti previsti e puniti:
1) dell’art. 567, cpv (Alterazione di stato) per aver falsamente attestato che il figlio Alessandro era figlio legittimo del di lei marito Pietro Manzoni, pur essendo quest’ultimo conclamatamente impotente ed essendosi accertato, divenendo fatto notorio, che il neonato è stato concepito dall’imputata con tal Verri Giovanni in relazione adulterina; circostanza aggravante di cui all’art. 61 cp n. 2 per aver eseguito il reato anche al fine di occultare quello di adulterio nonché quello di cui capo di imputazione n. 3.
2) dall’art. 570 cp (Violazione degli obblighi di assistenza familiare) per aver, pur nella consapevolezza sia dell’assenza del padre naturale sia dell’inidoneità anche per ragioni anagrafiche del padre putativo (e falsamente attestato come legittimo) omesso di assolvere ai doveri genitoriali, affidando il figlio prima in balia e poi a collegio e aggravando l’allontanamento spostando la propria dimora da Milano (dove era il figlio) prima a Londra e poi a Parigi in ragione esclusiva di una nuova relazione sentimentale;
3) dell’ art. 570 (Violazione degli obblighi di assistenza familiare) e 110 (concorso) per aver in concorso con il Verri Giovanni fatto sì che quest’ultimo non ottemperasse in alcun modo ai propri obblighi genitoriali verso il figlio Alessandro;
4) dell’artt. 407 cp (Violazione di sepolcro) e 411 cp (Distruzione, soppressione o sottrazione di cadavere) per aver in concorso con ignoti (110 cp), e in costanza della sua dimora nella villa di Brusuglio eseguito o comunque consentito lo smantellamento del sepolcro di Carlo Imbonati, facendo perdere anche le tracce della salma. Circostanza aggravante di cui all’art. 61 n. 1 per aver agito per motivi abietti e futili quale la malcelata “vergogna” di custodire la salma di un “peccatore”.
Nel Processo a Giulia Beccaria, la pièce teatrale in scena venerdì 14 settembre, alle ore 20.30, al teatro Paisiello, tra gli attori figurano anche il sindaco Paolo Perrone, il magistrato Stefano Dambruoso, l’avvocato Anna Maria Bernardini De Pace, la giornalista Myrta Merlino, l’ex presidente del Senato, Carlo Scognamiglio e Andrea Romano di Italia Futura.
L’ingresso è libero.
L’imputazione del pm Gianluigi Pellegrino:
Le colpe della Beccaria. Madre a metà: per aver “scoperto” il figlio solo ai vent’anni di questo. Dopo essersi dedicata alla bella vita londinese e parigina. Incoerenza e ingratitudine per essere passata dai salotti dell’illuminismo francese ad un iperortodossia cattolica sino ad allontanare la salma dell’Imbonati distruggendone il sepolcro per mostrare un cesura da lui ora individuato come “peccatore” (in ragione proprio delle relazione avuta con lei!). Sepolcro che peraltro era proprio nella villa che l’Imbonati le aveva tra l’altro lasciato insieme all’intera copiosa eredità.
Di seguito i capi di imputazione formulati da Gianluigi Pellegrino che nelle vesti di pm venerdì terrà la requisitoria a carico di Giulia Beccaria.
I riferimenti al codice penale sono lo strumento per introdurre le colpe storiche che Pellegrino imputa alla controversa mamma di Manzoni. Riserbo sui contenuti delle requisitoria e sulle pene che chiederà per l’imputata.
Beccaria Giulia
Imputata dei delitti previsti e puniti:
1) dell’art. 567, cpv (Alterazione di stato) per aver falsamente attestato che il figlio Alessandro era figlio legittimo del di lei marito Pietro Manzoni, pur essendo quest’ultimo conclamatamente impotente ed essendosi accertato, divenendo fatto notorio, che il neonato è stato concepito dall’imputata con tal Verri Giovanni in relazione adulterina; circostanza aggravante di cui all’art. 61 cp n. 2 per aver eseguito il reato anche al fine di occultare quello di adulterio nonché quello di cui capo di imputazione n. 3.
2) dall’art. 570 cp (Violazione degli obblighi di assistenza familiare) per aver, pur nella consapevolezza sia dell’assenza del padre naturale sia dell’inidoneità anche per ragioni anagrafiche del padre putativo (e falsamente attestato come legittimo) omesso di assolvere ai doveri genitoriali, affidando il figlio prima in balia e poi a collegio e aggravando l’allontanamento spostando la propria dimora da Milano (dove era il figlio) prima a Londra e poi a Parigi in ragione esclusiva di una nuova relazione sentimentale;
3) dell’ art. 570 (Violazione degli obblighi di assistenza familiare) e 110 (concorso) per aver in concorso con il Verri Giovanni fatto sì che quest’ultimo non ottemperasse in alcun modo ai propri obblighi genitoriali verso il figlio Alessandro;
4) dell’artt. 407 cp (Violazione di sepolcro) e 411 cp (Distruzione, soppressione o sottrazione di cadavere) per aver in concorso con ignoti (110 cp), e in costanza della sua dimora nella villa di Brusuglio eseguito o comunque consentito lo smantellamento del sepolcro di Carlo Imbonati, facendo perdere anche le tracce della salma. Circostanza aggravante di cui all’art. 61 n. 1 per aver agito per motivi abietti e futili quale la malcelata “vergogna” di custodire la salma di un “peccatore”.
Nel Processo a Giulia Beccaria, la pièce teatrale in scena venerdì 14 settembre, alle ore 20.30, al teatro Paisiello, tra gli attori figurano anche il sindaco Paolo Perrone, il magistrato Stefano Dambruoso, l’avvocato Anna Maria Bernardini De Pace, la giornalista Myrta Merlino, l’ex presidente del Senato, Carlo Scognamiglio e Andrea Romano di Italia Futura.
L’ingresso è libero.
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