FOGGIA. “Non c’è dubbio che nella gestione del ‘don Uva’ di Foggia e di Bisceglie siano stati commessi errori e misfatti da correggere ed anche sanzionare con il massimo rigore, ma non onoreremmo i nostri doveri di pubblici amministratori se ignorassimo non soltanto la voragine che rischia di aprirsi sul terreno dell’occupazione se non si arrestasse la caduta in atto dell’Ente, quanto soprattutto la preziosità e la qualità dei servizi, talora addirittura privi di alternative, che esso rende ai nostri territori ed alle loro comunità.
La struttura foggiana, per esempio, continua ad essere un modello sul terreno dell’assistenza, fornendo servizi altrimenti di fatto inesistenti sul territorio, quali le riabilitazioni cardiologiche e motorie, quelli relativi agli ammalati di Alzheimer e gli hospices per quelli terminali. Ed è veramente incredibile come il livello e la qualità di tali prestazioni non siano calati anche in presenza di ritardi ormai intollerabili nell’erogazione degli stipendi.
Di qui la necessità e l’urgenza di riprendere una pratica che non può essere abbandonata al suo destino, attraverso l’attivazione di un tavolo che coinvolga tutti i soggetti interessati, Vaticano compreso. Anche perché non voglio credere e non credo che il ‘Don Uva’ paghi la sua perifericità rispetto alle due capitali pugliesi, più o meno ufficiali.
La questione – ‘Don Uva’ richiama poi quella complessiva della Sanità privata pugliese, allo stato di fatto immolata senza troppi riguardi né per i servizi che rende, integrando e talora sostituendo una Sanità pubblica sempre più in affanno, né per l’occupazione che assicura, e che stiamo mettendo sempre più a repentaglio, con il rischio per di più di ripetere – ancora più appesantita - l’interminabile vicenda delle cliniche ex-Cavallari.
Su tali argomenti mi riservo di intervenire in tutte le sedi. A partire dall’Aula in occasione del prossimo dibattito sullo stato della Sanità pugliese, in realtà sempre più desolante”.
A riferirlo il Consigliere regionale PdL, Lucio Tarquinio.
La struttura foggiana, per esempio, continua ad essere un modello sul terreno dell’assistenza, fornendo servizi altrimenti di fatto inesistenti sul territorio, quali le riabilitazioni cardiologiche e motorie, quelli relativi agli ammalati di Alzheimer e gli hospices per quelli terminali. Ed è veramente incredibile come il livello e la qualità di tali prestazioni non siano calati anche in presenza di ritardi ormai intollerabili nell’erogazione degli stipendi.
Di qui la necessità e l’urgenza di riprendere una pratica che non può essere abbandonata al suo destino, attraverso l’attivazione di un tavolo che coinvolga tutti i soggetti interessati, Vaticano compreso. Anche perché non voglio credere e non credo che il ‘Don Uva’ paghi la sua perifericità rispetto alle due capitali pugliesi, più o meno ufficiali.
La questione – ‘Don Uva’ richiama poi quella complessiva della Sanità privata pugliese, allo stato di fatto immolata senza troppi riguardi né per i servizi che rende, integrando e talora sostituendo una Sanità pubblica sempre più in affanno, né per l’occupazione che assicura, e che stiamo mettendo sempre più a repentaglio, con il rischio per di più di ripetere – ancora più appesantita - l’interminabile vicenda delle cliniche ex-Cavallari.
Su tali argomenti mi riservo di intervenire in tutte le sedi. A partire dall’Aula in occasione del prossimo dibattito sullo stato della Sanità pugliese, in realtà sempre più desolante”.
A riferirlo il Consigliere regionale PdL, Lucio Tarquinio.