TARANTO. Il 'Comitato Cittadini e Lavoratori Liberi e Pensanti' di Taranto, che ha organizzato nelle ultime settimane alcune manifestazioni contro l'inquinamento della citta', invita "i lavoratori a non farsi manovrare da azienda e sindacati, che in caso di blocco degli impianti potrebbero nuovamente fomentare la protesta e i blocchi stradali, ma ad unirsi, e a partecipare, alla costruzione di una piattaforma".
L'obiettivo e' quello di ottenere ad esempio "indagini epidemiologiche; screening e visite mediche, check up completo dei lavoratori in strutture esterne all'Ilva; istituzione di mappe di rischio in base a materiali e impianti; prevenzione e cura dei lavoratori e dei cittadini in strutture sanitarie pubbliche specializzate a Taranto; verifica degli impianti e bonifica da amianto e apirolio; un fondo a carico del gruppo Riva e dello Stato italiano a garanzia del reddito dei cittadini e lavoratori che dovessero risultare in esubero (licenziamenti / cassa integrazione) e dei cittadini; riconversione professionale degli operai per gli impieghi nelle bonifiche; coinvolgimento e controllo diretto da parte della cittadinanza delle operazioni relative a bonifica e risanamento ambientale".
Secondo il Comitato, simboleggiato dall'Apecar che fece irruzione durante una manifestazione de sindacati in piazza Vittoria il 2 agosto scorso, "le proposte presentate da Ferrante (presidente del cda del siderurgico ndr) nel piano Ilva dimostrano che il Gruppo Riva non intende spendere i miliardi di euro necessari per l'adeguamento di impianti obsoleti che non rispondono alle prescrizioni atte a tutelare sia il reddito che la salute dei lavoratori e di tutti i cittadini. Nonostante l'azienda continui ad avere profitti elevati".
L'obiettivo e' quello di ottenere ad esempio "indagini epidemiologiche; screening e visite mediche, check up completo dei lavoratori in strutture esterne all'Ilva; istituzione di mappe di rischio in base a materiali e impianti; prevenzione e cura dei lavoratori e dei cittadini in strutture sanitarie pubbliche specializzate a Taranto; verifica degli impianti e bonifica da amianto e apirolio; un fondo a carico del gruppo Riva e dello Stato italiano a garanzia del reddito dei cittadini e lavoratori che dovessero risultare in esubero (licenziamenti / cassa integrazione) e dei cittadini; riconversione professionale degli operai per gli impieghi nelle bonifiche; coinvolgimento e controllo diretto da parte della cittadinanza delle operazioni relative a bonifica e risanamento ambientale".
Secondo il Comitato, simboleggiato dall'Apecar che fece irruzione durante una manifestazione de sindacati in piazza Vittoria il 2 agosto scorso, "le proposte presentate da Ferrante (presidente del cda del siderurgico ndr) nel piano Ilva dimostrano che il Gruppo Riva non intende spendere i miliardi di euro necessari per l'adeguamento di impianti obsoleti che non rispondono alle prescrizioni atte a tutelare sia il reddito che la salute dei lavoratori e di tutti i cittadini. Nonostante l'azienda continui ad avere profitti elevati".
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