BARI. È proseguito per oltre un’ora l’incontro del presidente del Consiglio regionale della Puglia, Onofrio Introna, con il procuratore Laudati. “Recandomi nel palazzo della Procura di Bari - ha spiegato al termine Introna - ho voluto esprimere anche a nome del Consiglio regionale e dei pugliesi l’incoraggiamento a proseguire in un’importante azione di contrasto alla malavita e soprattutto alla criminalità organizzata”. “L’apprezzamento va esteso alle Forze dell’ordine e a tutta la Procura”.
“Condivido l’idea che accanto all’attività dell’antimafia sia necessario organizzare un fronte di buona volontà della società civile: un’antimafia sociale, nella quale le istituzioni e la società civile facciano squadra e proteggano, sostengano e diano un forte impulso all’attività di magistrati, operatori della giustizia e della sicurezza”.
Quanto all’impegno delle istituzioni, per Introna “una società come quella barese e pugliese che vive i problemi della crisi è una società che richiama Comuni, Province e Regione a mettere in campo politiche per creare sviluppo e nuova occupazione, perché questa è la strada per sottrarre manodopera e manovalanza alla criminalità”.
Soprattutto dopo i recenti provvedimento del Governo nazionale sul ridimensionamento dei tribunali , restano sullo sfondo, però, le crescenti responsabilità e carichi di lavoro per la Procura barese. “Questo contrasta molto – osserva il presidente del Consiglio regionale - anche con le condizioni ambientali nelle quali operano gli uffici giudiziari baresi. Per cominciare, c’è la necessità che le istituzioni si facciano carico di trovare con la Procura una soluzione per l’edilizia e la sede di lavoro”. “Non è più possibile che una Procura così importante sia costretta a vivere in condizioni di grande difficoltà”, insiste Introna. Sia pure di recente costruzione, l’edificio di via Nazariantz è già fatiscente, con difficoltà lavorative quotidiane.
Altre carenze si estendono alla carta e al carburante, alle apparecchiature al compenso per gli straordinari al personale. Rispetto alle risorse, il presidente Introna ha rilanciato la proposta che il procuratore Laudati ha rivolto qualche settimana fa al Ministero. Si tratterebbe di “ trattenere a disposizione delle esigenze funzionali del distretto giudiziario di Bari una parte degli interessi maturati nella vicenda del bond della Regione Puglia”, un tesoretto di 3 milioni e 600 mila euro creato dalla scelta del procuratore stesso di affidare a due importanti istituti di credito le risorse bloccate.
Infine una proposta: c’è la necessità di sollecitare - “e chiederò al presidente Vendola di farsi interprete di questa esigenza”, sottolinea Introna - l’organizzazione a Bari di un incontro urgente del Consiglio nazionale per la sicurezza. “I nostri magistrati e le forze dell’ordine non possono essere lasciati soli, hanno bisogno di una riflessione che coinvolga le istituzioni e la società. Soprattutto occorre farsi carico di accrescere gli strumenti operativi. Più uomini delle Forze dell’Ordine, più magistrati per la Procura barese, anche più mezzi e, presto, una sede moderna e funzionale.
“Condivido l’idea che accanto all’attività dell’antimafia sia necessario organizzare un fronte di buona volontà della società civile: un’antimafia sociale, nella quale le istituzioni e la società civile facciano squadra e proteggano, sostengano e diano un forte impulso all’attività di magistrati, operatori della giustizia e della sicurezza”.
Quanto all’impegno delle istituzioni, per Introna “una società come quella barese e pugliese che vive i problemi della crisi è una società che richiama Comuni, Province e Regione a mettere in campo politiche per creare sviluppo e nuova occupazione, perché questa è la strada per sottrarre manodopera e manovalanza alla criminalità”.
Soprattutto dopo i recenti provvedimento del Governo nazionale sul ridimensionamento dei tribunali , restano sullo sfondo, però, le crescenti responsabilità e carichi di lavoro per la Procura barese. “Questo contrasta molto – osserva il presidente del Consiglio regionale - anche con le condizioni ambientali nelle quali operano gli uffici giudiziari baresi. Per cominciare, c’è la necessità che le istituzioni si facciano carico di trovare con la Procura una soluzione per l’edilizia e la sede di lavoro”. “Non è più possibile che una Procura così importante sia costretta a vivere in condizioni di grande difficoltà”, insiste Introna. Sia pure di recente costruzione, l’edificio di via Nazariantz è già fatiscente, con difficoltà lavorative quotidiane.
Altre carenze si estendono alla carta e al carburante, alle apparecchiature al compenso per gli straordinari al personale. Rispetto alle risorse, il presidente Introna ha rilanciato la proposta che il procuratore Laudati ha rivolto qualche settimana fa al Ministero. Si tratterebbe di “ trattenere a disposizione delle esigenze funzionali del distretto giudiziario di Bari una parte degli interessi maturati nella vicenda del bond della Regione Puglia”, un tesoretto di 3 milioni e 600 mila euro creato dalla scelta del procuratore stesso di affidare a due importanti istituti di credito le risorse bloccate.
Infine una proposta: c’è la necessità di sollecitare - “e chiederò al presidente Vendola di farsi interprete di questa esigenza”, sottolinea Introna - l’organizzazione a Bari di un incontro urgente del Consiglio nazionale per la sicurezza. “I nostri magistrati e le forze dell’ordine non possono essere lasciati soli, hanno bisogno di una riflessione che coinvolga le istituzioni e la società. Soprattutto occorre farsi carico di accrescere gli strumenti operativi. Più uomini delle Forze dell’Ordine, più magistrati per la Procura barese, anche più mezzi e, presto, una sede moderna e funzionale.
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