Lecce: l'allarme di Lamosa, svegliatevi il commercio sta morendo

LECCE. “Avevo già detto a molti che subito dopo l’estate altri piccoli negozi leccesi avrebbero abbassato le saracinesche. Avevo pure detto che i commercianti di vicinato devono essere aiutati. Anche con le commesse di sostituzione, che hanno dei costi straordinari nelle “domeniche”. Avevo fatto un appello a tutte le Istituzioni superiori all’ente Comune di Lecce (Stato, Regione Puglia, Provincia di Lecce), al fine di individuare insieme il modo per aiutare quelle tante piccole e micro attività, che fanno della nostra Lecce un centro commerciale centrale. Poche risposte, silenzio assoluto delle istituzioni, mancata volontà di ascoltare e di rappresentare chi ha portato all’elezione di parlamentari, consiglieri regionali, provinciali, eccetera eccetera. Ci sono modi e strategie di marketing e di programmazione economica che possono cercare di salvare il salvabile. Da tempo ormai i commercianti hanno lanciato l’allarme: la crisi mondiale, l’aumento di imposte e tasse (vedi Imu, Tarsu, Iva, e via discorrendo) hanno determinato aumenti indiretti (affitto, spese di pulizia, spese di pubblicità eccetera eccetera); le spese variabili non hanno potuto determinare un aumento della merce dato il momento di crisi. E addirittura i commercianti sono stati costretti a vendere la merce a “saldo”. La proporzione matematica e logica è semplice:
A Costi Fissi
– affitto, risorse umane, Enel, telefono, consulente, ecc.
B + Costi Variabili:
- aumento affitti, aumento Enel;
- aumento costi del lavoro
lavoro straordinario di domenica e festivi, ecc.
spese impreviste, altri aumenti, eccetera eccetera;
C - Ricavi – scesi al massimo del ricarico consentito quasi “sotto costo” = a un risultato economico “perdita”.
A questo punto chi doveva lanciare un allarme, preciso, conciso, quasi doveva urlare. Le associazioni di categoria avrebbero dovuto recepire l’allarme della nostra “brava politica pugliese”, latitante, assente, disattenta. Ci sono fondi che meritano interesse nella programmazione della distribuzione.
Molti sono lì senza essere toccati, perché sono intoccabili, non utilizzabili.
Cosa aspettano ad invertire la rotta, verso un politica economica migliore edificando una programmazione efficiente ed efficace? Svegliatevi!
Non si può più improvvisare (vedi sanità locale, turismo, erosione costiera e tanto altro).
Sempre e soltanto campagna elettorale, infarcita purtroppo da programmi inesistenti, programmi millantatori, programmi senza visione globale del territorio.
Così tutto va a rotoli, allo sfascio, alla perdita di ciò che può essere ancora salvato.
La soluzione non è semplice, ma qualche rimedio si può adottare:
A) finanziare le aziende con una azione congiunta Banche-Istituzioni (Fondi Pubblici)-Associazioni commercianti;
B) finanziare il bene di circolazione (merce) che creerebbe liquidità;
C) sostenere le piccole aziende di vicinato intervenendo sui costi fissi delle risorse umane, con bonus assunzione, specialmente nei festivi .
D) detassare in sede di avviamento (almeno 5 anni) l’inizio attività (start up) delle aziende di vicinato;
E) alle aziende sane, meritevoli, in regola con il Durc, timbrare con il bollino “blu” per avere l’accesso a finanziamenti anche privati, senza molta burocrazia.
F) intervenire sui tassi d’interesse, sulla formazione del personale, e su un piano di marketing territoriale.
G) mettere a disposizione delle piccole aziende, un incubatore pubblico, dove offrire consulenza, supporto, informazioni e creare rete tra le stesse aziende.
Potrei citare tanto altro, ma per gli stakeholders e per chi leggerà, una cosa è certa, un messaggio chiaro: Svegliatevi! Non c’è più tempo da perdere. Il commercio sta morendo: non portate i fiori domani, portate l’ossigeno oggi.

P.S. Chi ha intenzione di lavorare per gli altri inizi a farlo da oggi. Basta con le passerelle.

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