Legge elettorale: ABC, nessun passo in avanti

ROMA. Nessun passo avanti sulla legge elettorale. Bersani, Alfano e Casini non trovano la quadra. "Il Pdl non sa cosa vuole sulla legge elettorale, perche' non ha ancora deciso se provare a vincere oppure 'incasinare' la vittoria degli altri". Lo afferma il segretario del Pd, Pierluigi Bersani, che si dice disponibile alla "flessibilita'" sul premio di maggioranza, ma il sistema deve assicurare "la governabilita'". Bersani ribadisce: "Se il Parlamento sara' frammentato, io non faro' la grande coalizione".

Bersani sottolinea che il Porcellum assegna "il 55% dei seggi anche a chi ha il 33% dei voti". Il segretario del Pdl Angelino Alfano, oggi da Padova, lancia un messaggio accomodante sul tema centrale della politica ma sottolinea: "Abbiamo una priorita', quella di fare scegliere ai cittadini il proprio deputato e il proprio senatore. Se questa e' la priorita' anche degli altri troveremo una larga convergenza. Siamo anche favorevoli a trovare un accordo prima di andare in aula, fermo rimanendo che prima o poi in aula bisognera' andare e li' si vedra'". "Noi comunque - ha spiegato - siamo per costruire sulla legge elettorale la maggioranza piu' ampia possibile. Non partiamo con l'intendimento di produrre strappi sulla legge elettorale, ma partiamo dal fatto che una legge elettorale ci vuole".

Casini, dal canto suo, sottolinea che "la legge elettorale va fatta entro un mese, non oltre. E' un banco di prova". Il leader dell'Udc, all'incontro delle Acli, rende noto di avere incontrato Bersani sull'argomento prima dell'estate. "Bersani teme che la reintroduzione delle preferenze possa generare malcostume. Ma le preferenze sono l'antidoto all'antipolitica.

Con le preferenze - dice Casini - i parlamentari torneranno a incontrare i cittadini nei weekend. Con l'attuale sistema il parlamentare non frequenta i cittadini, ma il capocorrente e i media".

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