Francesco Greco. Ottobre sarà il “mese del benessere psicologico”. Lo ha dichiarato l’Ordine degli Psicologi di Puglia sulla scia del successo ottenuto dalla stessa iniziativa nella scorsa primavera (aprile). Riparte dunque, anche in questo autunno, sempre all’insegna del motto “ascoltare, comprendere, prendersi cura di sé”, con l’intento nobilissimo di fare da supporto a chi attraversa momenti di particolare difficoltà.
In ogni centro, grande e piccolo della Regione ci saranno dei professionisti esperti che forniranno consulenze del tutto gratuite a chi vuol parlare dei propri disagi. Nel Sud Salento, a Presicce (Lecce), presso “Physion” (Viale Stazione), i cittadini troveranno la psicologa e psicoterapeuta Anna Colavita.
Molisana di nascita (Sant’Elia a Pianisi, Campobasso, 1971), la professionista ha vissuto a lungo a Bologna, dove nella zona di Piazza Nettuno, in pieno centro, aveva uno studio avviatissimo. Per ragioni sentimentali, da pochi mesi vive nel Capo di Leuca.
Per fissare un appuntamento, ripetiamo, le sedute sono a costo zero per l’utente, bisogna chiamarla sul cellulare: 339-1424153. Informazioni sul sito della professionista www.annacolavita.it, che si presenta rispondendo alle nostre curiosità.
Domanda: depressione, ansia, attacchi di panico: spie di malesseri più profondi?
Risposta: “Sia la depressione che gli attacchi di panico sono già sintomi di un malessere profondo, sono delle spie di allarme attraverso le quali la persona, anche se in maniera inconsapevole, comunica a se stessa che c’è qualcosa che non va nella vita che sta conducendo e questo qualcosa urge di essere cambiato”.
D. Nevrosi fobica, d’ansia, ossessiva: patologie diffuse, come affrontarle?
R. “Prima di prendere in carico una persona è importante fare una buona diagnosi, e valutare insieme al paziente la gravità del sintomo (fobia, ansia, ossessioni). Solo dopo una buona diagnosi paziente e terapeuta decidono quale strada intraprendere per affrontare e risolvere il sintomo. Se i sintomi incidono in maniera forte sulla vita del paziente, impedendogli di recarsi al lavoro, piuttosto che svolgere compiti di accudimento sia verso se se stesso che verso i suoi famigliari è importante associare al percorso di psicoterapia il trattamento farmacologico. Se il farmaco non è necessario, un primo strumento che terapeuta e paziente possono decidere di adottare è la desensibilizzazione sistemica, una tecnica che attraverso l’utilizzo dell’immaginazione e il rilassamento aiuta il paziente ad affrontare e superare l’oggetto o la situazione di cui ha paura. Quando il paziente non risponde a questo trattamento è necessario fare un lavoro più profondo che consiste nell’andare a ricercare la causa reale che si nasconde sotto il sintomo più innocuo, come quello di aver paura di un ragno”.
D. I sintomi delle patologie psicologiche più frequenti sono evidenti, chiari o indecifrabili?
R. “I sintomi non sono mai chiari per il fatto che nascondono un problema con il quale la persona non è ancora pronta a fare i conti. Diventano evidenti, nel senso che si aggravano quando la situazione che il paziente si impone di sopportare diventa per lui insostenibile a livello inconscio o inconsapevole. Sono indecifrabili fino a quando non si darà il permesso di accoglierli, cioè di dar voce al vero problema”.
D. Quando diviene psicosomatico?
R. “Travestire un malessere psicologico da malessere fisico è un buon meccanismo di difesa, ad esempio una donna dopo essere stata tradita dal suo compagno non vuole più essere toccata da lui e manifesta questo rifiuto attraverso una malattia cutanea. Quando si tratta comunque di sintomi psicosomatici è bene invitare il paziente a fare riferimento anche al medico, per tener sempre ben presente la possibile causa organica” .
D. Cos'è il "sogno lasciato là" di cui lei parla spesso?
R. “Che ognuno ritrovi il proprio benessere ed equilibrio”.
D. La figura dello psicologo, per ragioni culturali, è vista quasi con sospetto: che fare per farla accettare senza remore?
R. “Chi va dallo psicoterapeuta dopo lo accetta senza remore e si pente di non esserci andato prima. Cos’è cambiato? Prima di andare in terapia, quando pensiamo allo psicoterapeuta, mettiamo in moto la nostra fantasia e/o ci basiamo su quello che abbiamo visto in un film, o sull’esperienza di qualcun altro, e in questo caso lo psicoterapeuta può essere una persona qualsiasi cosa: un mago, uno sciamano, un sapientone che ci dice le cose che abbiamo sbagliato nella nostra vita. Semplicemente il terapeuta è una persona che sa cos’è l’inferno, conosce la via per uscirne e può insegnarla agli altri. Per inferno s’intende la sofferenza psicologica”.
In ogni centro, grande e piccolo della Regione ci saranno dei professionisti esperti che forniranno consulenze del tutto gratuite a chi vuol parlare dei propri disagi. Nel Sud Salento, a Presicce (Lecce), presso “Physion” (Viale Stazione), i cittadini troveranno la psicologa e psicoterapeuta Anna Colavita.
Molisana di nascita (Sant’Elia a Pianisi, Campobasso, 1971), la professionista ha vissuto a lungo a Bologna, dove nella zona di Piazza Nettuno, in pieno centro, aveva uno studio avviatissimo. Per ragioni sentimentali, da pochi mesi vive nel Capo di Leuca.
Per fissare un appuntamento, ripetiamo, le sedute sono a costo zero per l’utente, bisogna chiamarla sul cellulare: 339-1424153. Informazioni sul sito della professionista www.annacolavita.it, che si presenta rispondendo alle nostre curiosità.
Domanda: depressione, ansia, attacchi di panico: spie di malesseri più profondi?
Risposta: “Sia la depressione che gli attacchi di panico sono già sintomi di un malessere profondo, sono delle spie di allarme attraverso le quali la persona, anche se in maniera inconsapevole, comunica a se stessa che c’è qualcosa che non va nella vita che sta conducendo e questo qualcosa urge di essere cambiato”.
D. Nevrosi fobica, d’ansia, ossessiva: patologie diffuse, come affrontarle?
R. “Prima di prendere in carico una persona è importante fare una buona diagnosi, e valutare insieme al paziente la gravità del sintomo (fobia, ansia, ossessioni). Solo dopo una buona diagnosi paziente e terapeuta decidono quale strada intraprendere per affrontare e risolvere il sintomo. Se i sintomi incidono in maniera forte sulla vita del paziente, impedendogli di recarsi al lavoro, piuttosto che svolgere compiti di accudimento sia verso se se stesso che verso i suoi famigliari è importante associare al percorso di psicoterapia il trattamento farmacologico. Se il farmaco non è necessario, un primo strumento che terapeuta e paziente possono decidere di adottare è la desensibilizzazione sistemica, una tecnica che attraverso l’utilizzo dell’immaginazione e il rilassamento aiuta il paziente ad affrontare e superare l’oggetto o la situazione di cui ha paura. Quando il paziente non risponde a questo trattamento è necessario fare un lavoro più profondo che consiste nell’andare a ricercare la causa reale che si nasconde sotto il sintomo più innocuo, come quello di aver paura di un ragno”.
D. I sintomi delle patologie psicologiche più frequenti sono evidenti, chiari o indecifrabili?
R. “I sintomi non sono mai chiari per il fatto che nascondono un problema con il quale la persona non è ancora pronta a fare i conti. Diventano evidenti, nel senso che si aggravano quando la situazione che il paziente si impone di sopportare diventa per lui insostenibile a livello inconscio o inconsapevole. Sono indecifrabili fino a quando non si darà il permesso di accoglierli, cioè di dar voce al vero problema”.
D. Quando diviene psicosomatico?
R. “Travestire un malessere psicologico da malessere fisico è un buon meccanismo di difesa, ad esempio una donna dopo essere stata tradita dal suo compagno non vuole più essere toccata da lui e manifesta questo rifiuto attraverso una malattia cutanea. Quando si tratta comunque di sintomi psicosomatici è bene invitare il paziente a fare riferimento anche al medico, per tener sempre ben presente la possibile causa organica” .
D. Cos'è il "sogno lasciato là" di cui lei parla spesso?
R. “Che ognuno ritrovi il proprio benessere ed equilibrio”.
D. La figura dello psicologo, per ragioni culturali, è vista quasi con sospetto: che fare per farla accettare senza remore?
R. “Chi va dallo psicoterapeuta dopo lo accetta senza remore e si pente di non esserci andato prima. Cos’è cambiato? Prima di andare in terapia, quando pensiamo allo psicoterapeuta, mettiamo in moto la nostra fantasia e/o ci basiamo su quello che abbiamo visto in un film, o sull’esperienza di qualcun altro, e in questo caso lo psicoterapeuta può essere una persona qualsiasi cosa: un mago, uno sciamano, un sapientone che ci dice le cose che abbiamo sbagliato nella nostra vita. Semplicemente il terapeuta è una persona che sa cos’è l’inferno, conosce la via per uscirne e può insegnarla agli altri. Per inferno s’intende la sofferenza psicologica”.