Parità di genere: in VII Commissione le audizioni su pdl di iniziativa popolare

BARI. Una proposta di legge di iniziativa popolare per introdurre nella disciplina delle elezioni per il Consiglio regionale e il Presidente della Regione norme tese ad assicurare un maggior equilibrio nella parità di genere, come sancito dall’art.51 della Costituzione. A presentarla questa mattina in VII commissione, presieduta da Giannicola De Leonardis, le promotrici del comitato (Annamaria Carbonelli Quaranta, Serenella Molendini, Magda Terrevoli, Anna De Giosa, Michela Di Ciommo, Anna Losurdo, Maria Celeste Nardini, Rita Saraò) che nei mesi scorsi si è mobilitato raccogliendo più di 30mila firme. “All’iniziativa hanno aderito non solo donne di partito - ha precisato Magda Terrevoli - ma anche associazioni e comuni cittadini con l’obiettivo di portare all’attenzione del Consiglio regionale una legge espressione della società civile e sulla quale chiediamo ai consiglieri di esprimersi con voto palese”.

Due i punti principali della proposta che, ha spiegato l’avvocato Anna Losurdo, “incide esclusivamente sulla legge elettorale regionale e non comporta modifiche allo Statuto”: da una parte si stabilisce che in ogni lista sia garantita parità di rappresentanza per i due sessi (pena l’inammissibilità della stessa) e che la presenza paritaria sia rispettata nei programmi di comunicazione politica e nei messaggi autogestiti. Dall’altra si introduce la possibilità per l’elettore di esprimere la doppia preferenza, che non può essere attribuita a candidati/e dello stesso sesso. "Si realizzerebbe così il giusto riconoscimento giuridico alla rappresentanza di genere, slegato dal concetto di riserva delle "quote rosa".

Il modello proposto ricalca quello della legge elettorale campana del 2009, che ha già ottenuto il parere favorevole della Corte Costituzionale la quale riconosce la doppia preferenza come una “facoltà aggiuntiva, che allarga lo spettro delle scelte elettorali”.
“Nessuna forzatura quindi - secondo la presidente della Consulta femminile regionale Annamaria Carbonelli Quaranta - ma la garanzia per tutti i cittadini (uomini e donne) di avere accesso alla vita politica e istituzionale della Regione. Un atto di responsabilità a cui il Consiglio regionale non può sottrarsi”

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