BARI. Pubblichiamo la lettera del sen. d'Ambrosio Lettieri al segretario della Cgil Giuseppe Gesmundo in relazione al caso Petruzzelli.
La relazione della Corte dei Conti sui bilanci della Fondazione Petruzzelli fornisce indirettamente, ironia della sorte, le risposte adeguate alla lettera aperta – e rinchiusa nel recinto rassicurante del sito sindacale – dedicatami dal segretario generale della Cgil Bari, Giuseppe Gesmundo.
La Corte dei Conti censura nettamente i costi relativi al personale lievitati troppo e troppo in fretta – 62% nel 2008, 72% nel 2009 e 65% nel 2010 – insiste sulla necessità di maggiore trasparenza nelle procedure e punta i riflettori sul mancato rispetto dei vincoli di bilancio. Risultato: un buco di bilancio pari a un milione e 874mila euro nella pancia della Fondazione.
Nel frattempo, anche la Magistratura ha dato segnali precisi rigettando i ricorsi intentati contro il commissario della Fondazione per atteggiamento antisindacale. Fuortes aveva avuto il torto di indire concorsi trasparenti per il reclutamento del personale.
Dunque, Gesmundo mi accusa di speculazione politica e perciò mi intima di lasciar perdere Cgil e lavoratori. Nella foga intimidatoria tradisce il vero intento della sua missiva che è quello di fare il pubblico difensore dell’amministrazione comunale, contro la cui cattiva gestione io sarei a corto di argomenti. Ma questa è un’altra storia, anche se emblematica di un dato di fatto: la contiguità di certi settori del sindacato – per fortuna non di tutti – con certi settori di taluna politica – anche qui, per fortuna, non di tutta - hanno prodotto quello che è sotto i nostri occhi: un rimescolamento di interessi quantomeno discutibili che nulla hanno a che fare con quello che è l’Interesse dei lavoratori.
Io sono convinto che il lavoro sia un diritto. E aggiungo: stabile, perché la precarietà , quando non è una libera scelta, può diventare strumento di ricatto e generare una incertezza anche esistenziale assolutamente intollerabile. Ma appunto per questo andavano con tutte le forze combattute le pratiche messe in atto in questi anni che invece di mettere al riparo i lavoratori hanno solo agevolato la loro instabilità lavorativa, cristallizzando situazioni a rischio e rafforzato posizioni di rendita politica di altri. E credo anche nel contributo prezioso del Sindacato. Mi chiedo perché la Cgil, presente in maniera così marcata all’interno del Petruzzelli, non abbia vigilato e impedito che si arrivasse a questo epilogo. Mi chiedo come mai il conflitto di interessi che al Gesmundo non piace che io ricordi, ma così palesemente generato dalla commistione tra incarichi sindacali, direttivi e politici di una stessa persona, non sia mai stato rimosso, anzi è stato taciuto ed evidentemente incoraggiato.
Oggi la Cgil chiede alla Magistratura di fare chiarezza? Bene. Ma questo non può cancellare la denuncia politica e con un colpo di spugna far piazza pulita di quello che è successo. Se non altro per il semplice motivo che sono state commesse due ingiustizie, anzi tre: una ai danni dei lavoratori precari, l’altra ai danni di chi avrebbe voluto, avendone i requisiti, lavorare all’interno del Petruzzelli, ma non ha mai potuto farlo e l’altra ai danni dei cittadini che hanno visto naufragare nella cattiva gestione il sogno di un Patrimonio comune ritrovato dopo il rogo.
Le responsabilità politiche, prima ancora che giudiziarie - se ci sono e che non competono a noi - devono essere chiare. Troppo comodo oggi rigirare la frittata e speculare sul bisogno e sulla condivisibile rabbia di chi ha perso il reddito per vivere: questo, sì, eticamente riprovevole. Questa non è una battaglia contro i lavoratori del Petruzzelli, ma a favore di tutti i lavoratori, a prescindere dalla tessera, partitica e sindacale, che hanno in tasca.
La soluzione che ho sempre, in tutte le sedi riportato, non può prescindere da un percorso riconosciuto dalla legge. La trasparenza consiste in questo. La difesa dei diritti anche. Il riconoscimento dei doveri pure. Il resto è scena. E’ fumo negli occhi, ancora una volta. E’ fango dentro cui sguazzano familismo amorale, clientela e propaganda.
Anche a me, a questo punto, viene spontanea una domanda. Ma il segretario Gesmundo, a parte la utile pro domo sua difesa d’ufficio dell’amministrazione comunale, sa di cosa stiamo parlando e, soprattutto, conosce il valore dell’etica della responsabilità ? Infine, poiché non amo le polemiche, resto sempre disponibile a ragionare con chiunque abbia a cuore le sorti del nostro Teatro e dei tanti lavoratori il cui futuro occupazionale merita rispetto e legalità .
Sen. Luigi d’Ambrosio Lettieri - Coordinatore PdL Bari
La relazione della Corte dei Conti sui bilanci della Fondazione Petruzzelli fornisce indirettamente, ironia della sorte, le risposte adeguate alla lettera aperta – e rinchiusa nel recinto rassicurante del sito sindacale – dedicatami dal segretario generale della Cgil Bari, Giuseppe Gesmundo.
La Corte dei Conti censura nettamente i costi relativi al personale lievitati troppo e troppo in fretta – 62% nel 2008, 72% nel 2009 e 65% nel 2010 – insiste sulla necessità di maggiore trasparenza nelle procedure e punta i riflettori sul mancato rispetto dei vincoli di bilancio. Risultato: un buco di bilancio pari a un milione e 874mila euro nella pancia della Fondazione.
Nel frattempo, anche la Magistratura ha dato segnali precisi rigettando i ricorsi intentati contro il commissario della Fondazione per atteggiamento antisindacale. Fuortes aveva avuto il torto di indire concorsi trasparenti per il reclutamento del personale.
Dunque, Gesmundo mi accusa di speculazione politica e perciò mi intima di lasciar perdere Cgil e lavoratori. Nella foga intimidatoria tradisce il vero intento della sua missiva che è quello di fare il pubblico difensore dell’amministrazione comunale, contro la cui cattiva gestione io sarei a corto di argomenti. Ma questa è un’altra storia, anche se emblematica di un dato di fatto: la contiguità di certi settori del sindacato – per fortuna non di tutti – con certi settori di taluna politica – anche qui, per fortuna, non di tutta - hanno prodotto quello che è sotto i nostri occhi: un rimescolamento di interessi quantomeno discutibili che nulla hanno a che fare con quello che è l’Interesse dei lavoratori.
Io sono convinto che il lavoro sia un diritto. E aggiungo: stabile, perché la precarietà , quando non è una libera scelta, può diventare strumento di ricatto e generare una incertezza anche esistenziale assolutamente intollerabile. Ma appunto per questo andavano con tutte le forze combattute le pratiche messe in atto in questi anni che invece di mettere al riparo i lavoratori hanno solo agevolato la loro instabilità lavorativa, cristallizzando situazioni a rischio e rafforzato posizioni di rendita politica di altri. E credo anche nel contributo prezioso del Sindacato. Mi chiedo perché la Cgil, presente in maniera così marcata all’interno del Petruzzelli, non abbia vigilato e impedito che si arrivasse a questo epilogo. Mi chiedo come mai il conflitto di interessi che al Gesmundo non piace che io ricordi, ma così palesemente generato dalla commistione tra incarichi sindacali, direttivi e politici di una stessa persona, non sia mai stato rimosso, anzi è stato taciuto ed evidentemente incoraggiato.
Oggi la Cgil chiede alla Magistratura di fare chiarezza? Bene. Ma questo non può cancellare la denuncia politica e con un colpo di spugna far piazza pulita di quello che è successo. Se non altro per il semplice motivo che sono state commesse due ingiustizie, anzi tre: una ai danni dei lavoratori precari, l’altra ai danni di chi avrebbe voluto, avendone i requisiti, lavorare all’interno del Petruzzelli, ma non ha mai potuto farlo e l’altra ai danni dei cittadini che hanno visto naufragare nella cattiva gestione il sogno di un Patrimonio comune ritrovato dopo il rogo.
Le responsabilità politiche, prima ancora che giudiziarie - se ci sono e che non competono a noi - devono essere chiare. Troppo comodo oggi rigirare la frittata e speculare sul bisogno e sulla condivisibile rabbia di chi ha perso il reddito per vivere: questo, sì, eticamente riprovevole. Questa non è una battaglia contro i lavoratori del Petruzzelli, ma a favore di tutti i lavoratori, a prescindere dalla tessera, partitica e sindacale, che hanno in tasca.
La soluzione che ho sempre, in tutte le sedi riportato, non può prescindere da un percorso riconosciuto dalla legge. La trasparenza consiste in questo. La difesa dei diritti anche. Il riconoscimento dei doveri pure. Il resto è scena. E’ fumo negli occhi, ancora una volta. E’ fango dentro cui sguazzano familismo amorale, clientela e propaganda.
Anche a me, a questo punto, viene spontanea una domanda. Ma il segretario Gesmundo, a parte la utile pro domo sua difesa d’ufficio dell’amministrazione comunale, sa di cosa stiamo parlando e, soprattutto, conosce il valore dell’etica della responsabilità ? Infine, poiché non amo le polemiche, resto sempre disponibile a ragionare con chiunque abbia a cuore le sorti del nostro Teatro e dei tanti lavoratori il cui futuro occupazionale merita rispetto e legalità .
Sen. Luigi d’Ambrosio Lettieri - Coordinatore PdL Bari
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