Processo a Giulia Beccaria: Paolo Perrone attore per un giorno

LECCE. “Ho sempre desiderato fare l’attore”. Il sogno del sindaco Paolo Perrone si trasforma in realtà. Almeno per un giorno. Sarà lui, infatti, uno dei protagonisti del Processo, Giulia Beccaria, l’insolita rappresentazione teatrale che andrà in scena venerdì 14 settembre, alle ore 20.30 al teatro Paisiello di Lecce.

L’evento è stato presentato questa mattina a Palazzo Carafa alla presenza del sindaco Paolo Perrone e degli avvocati Anna Maria Bernardini De Pace e Andrea Sambati (Associazione Lecce Legge).

“E’ vero che si tratta di un processo storico – afferma il sindaco Paolo Perrone – ma di fatto questa singolare pièce teatrale affronta problemi di carattere sociale di estrema attualità. Per questo mi auguro che allo spettacolo possa assistere un nutrito e interessato pubblico”. Il sindaco Paolo Perrone interpreterà Giovanni Verri, l’amante di Giulia Beccaria e il padre di Alessandro Manzoni.

“E’ una causa complicata – spiega il noto avvocato matrimonialista Anna Maria Bernardini De Pace che indosserà i panni dell’avvocato difensore della mamma di Alessandro Manzoni - per il semplice fatto che ci sarà un pubblico ad assistere al processo. Giulia Beccaria è un’antesignana della donna moderna: colta, ribelle, coerente, una donna libera e non solo oggetto del desiderio degli uomini…”.
L’ingresso allo spettacolo è libero.

Personaggi e interpreti
Stefano Dambruoso Presidente della Corte; Carlo Scognamiglio Cesare Beccaria; Paolo Perrone Giovanni Verri; Annamaria Bernardini de Pace Avvocato difensore; Myrta Merlino Imputata; Gianluigi Pellegrino Pubblico ministero; Andrea Romano Testimone - Alessandro Manzoni.
Sinossi

Il 14 settembre sul banco degli imputati sale la mamma di Alessandro Manzoni, Giulia Beccaria, figlia di Cesare e sposa giovanissima dell'anziano conte Pietro Manzoni, che non poteva avere figli. Al momento delle nozze, Giulia Beccaria amava, ricambiata, uno dei fratelli Verri, Giovanni che, dopo le nozze tra lei e il conte Manzoni, diviene il suo "cavalier servente". Ma Giulia vuole un figlio a qualsiasi costo. E lo concepisce con l'unica persona che ama: e nel 1785 nasce Alessandro Manzoni, figlio "bastardo" di un Verri e di una Beccaria. Che anche da questa vicenda trarrà l'ispirazione per "I promessi sposi". Nel ruolo di Presidente della Corte Stefano Dambruoso, magistrato esperto di terrorismo internazionale. Myrta Merlino, giornalista TV di La7, rivestirà il ruolo dell’imputato; Andrea Romano, giornalista e scrittore, interpreterà Alessandro Manzoni come testimone; Annamaria Bernardini de Pace, avvocato esperta di diritto di famiglia, vestirà i panni dell’Avvocato difensore; Gianluigi Pellegrino, avvocato amministrativista di Lecce, farà il pubblico ministero; Carlo Scognamiglio, già Presidente del Senato, sarà Cesare Beccaria ed il Sindaco Paolo Perrone vestirà il ruolo di Giovanni Verri. Come sempre il pubblico, ascoltate le argomentazioni all'impronta delle parti, sarà protagonista attivo dell’evento con la delicata decisione di fissare il verdetto di assoluzione o di condanna.
Accusa e difesa: in scena i processi alla storia

L'idea è quella di ricreare sul palcoscenico l'atmosfera di un'aula giudiziaria, austera ma al tempo stesso rassicurante: qui si svolge lo spettacolo, un vero e proprio processo, interpretato da professionisti del diritto di fama riconosciuta, che accettano di vestire la toga per ottenere la condanna o l'assoluzione di un personaggio della storia. Lo spettacolo segue fedelmente il rito processuale: l'Avvocato difensore e il Pubblico Ministero svolgono le loro argomentazioni senza un copione già scritto e senza aver mai fatto nessuna prova in teatro, mantenendo la spontaneità dialettica che caratterizza il processo penale e aumenta le suggestioni del pubblico.

L’imputato

L'imputato sarà un personaggio simbolo della storia, caratterizzato da una vita in chiaroscuro, che possa essere raccontata in positivo o in negativo e verrà interpretato da un attore o da un uomo di diritto con un profilo adatto al processo che si sta svolgendo. Il metodo dialettico del processo diventa lo strumento per trattare il grande tema sociale che è dietro quel personaggio. Si spazierà tra argomenti di alto livello culturale e politico con l'obiettivo di consentire una riflessione interiore in ognuno degli spettatori.

I protagonisti

Sulla scena interagiscono avvocati e magistrati famosi, che ogni giorno nelle aule di giustizia combattono duelli dialettici che determinano la sorte dei veri imputati. La scelta dei protagonisti ricade sui protagonisti di eventi di cronaca che appassionano il grande pubblico, e che forniscono agli spettatori un volto e un nome già noto. Il processo è diretto dal Presidente della corte che, interpretato da un uomo di cultura e di diritto, avrà il compito di governare l'aula durante lo spettacolo introducendo la figura dell'imputato, dando lettura del capo d'imputazione, concedendo e togliendo la parola ai protagonisti e interrogando i testimoni.

La giuria

Al termine dello spettacolo viene pronunciata una sentenza: sarà la stessa platea a decidere il verdetto, con un meccanismo di voto diretto in platea. Dopo la lettura di questo verdetto, sarà il Presidente della Corte ad emettere una sentenza, più tecnica, diversa da quella "popolare", presentando al pubblico una doppia lettura dei fatti di cui si discute.

Il pubblico

Lo spettacolo così congegnato cattura l'attenzione di diverse categorie di spettatori: non solo il variegato mondo forense con giudici e avvocati, ma anche professori di diritto e studenti di Giurisprudenza, che avrebbero l'occasione di assistere in presa diretta ad arringhe e a requisitorie di oratori illustrissimi, cogliendo l'occasione di vedere all'opera colore che, pur non avendo una competenza specifica sul tema trattato o un interesse particolare sul mondo della Giustizia, sono comunque interessati a spettacoli di approfondimento di questo genere.