Nel suo nuovo libro dal titolo 'Honour bound: My journey to hell and backche',
che uscirà negli Stati Uniti il 18 settembre, Raffaele Sollecito racconta che, la notte in cui è stata uccisa Meredith Kercher, lui e Amanda Knox stavano fumando marjuana. L'ingegnere di Giovinazzo scrive di essersi arrabbiato con se stesso perché non riusciva a mettere a fuoco quello che era successo.
Eppure, secondo suo padre Francesco, che dice di non conoscere i contenuti del libro, «se fosse così, questo evidenzia che Raffaele e Amanda stavano facendo altro mentre quella povera ragazza veniva uccisa».
Nelle sue memorie, Raffaele ricostruisce la storia con la Knox (conosciuta a un concerto di musica classica il 25 ottobre 2007, una settimana prima del delitto), e le incomprensioni nate dopo i ritratti confezionati dai tabloid (Amanda diventò Knoxy Foxy quando fu fotografata a comprare biancheria intima dopo l'uccisione dell'amica).
Raffaele ricorda di quando l'accarezzò e si baciarono, ignari delle telecamere dei notiziari che li stavano riprendendo. E della «gioia indescrivibile» provata al momento dell'assoluzione, il 3 ottobre scorso.
Anche Amanda sta scrivendo un libro (ha firmato un accordo con HarperCollins per 4 milioni di dollari), che uscirà in primavera, a ridosso dell'udienza in Cassazione, fissata per il 25 marzo. «Aspettiamo fiduciosi il pronunciamento della Corte Suprema», ha detto il padre di Raffaele.
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