Sanità: Attolini replica a tutto campo e respinge le accuse
BARI. E’ stata una difesa a tutto campo quella che assessore Ettore Attolini ha affidato al suo intervento di replica, a conclusione del dibattito sviluppatosi sulla sanità.
Respinte tutte le accuse, a partire dai casi di presunta malasanità denunciati dall’opposizione, sino ai tempi delle liste di attesa. Ha snocciolato cifre e dati, ma ha anche espresso considerazioni, a partire dalla “straordinaria capacità di tenuta del sistema sanitario pugliese” e come termine di paragone ha citato la reattività del 118 regionale nella situazione di emergenza venutasi a creare a seguito dell’incidente ferroviario avvenuto sulla tratta Bari-Lecce.
Un ringraziamento ha avuto per gli operatori sanitari e per il loro “grande senso di sacrificio”.
L’assessore Attolini ha calato il suo giudizio in un contesto generale avversato da criticità: il confronto non sempre facile con il governo nazionale e la “difficile eredità raccolta due legislature fa dal governo regionale”. A tal proposito ha elencato le criticità con le quali si è dovuto misurare: scarsa capacità di innovazione, obsolescenza infrastrutturale, limitatezza del parco delle grandi macchine sanitarie, carenza strategica nella presa in carico dei pazienti, frammentazione dei percorsi di cura. Due gli elementi di positività sottolineati in tale ambito, (ha però avocato alla Puglia il merido di aver anticipato i temi posti successivamente della riforma Balduzzi): + 61% delle Tac e + 50% delle Risonanze magnetiche registrato negli ultimi sette anni. “Nonostante carenze e limiti ascrivibili al passato – ha detto Attolini – ci sono stati grandi investimenti, forte è stato l’impulso dato alla modernizzazione ed alla innovazione tecnologica”.
Citati poi i capisaldi della manovra articolata mediante la lotta al precariato e perseguita con i processi di internalizzazione dei servizi e con quello, più complesso, della stabilizzazione dei medici, sulla cui interruzione ha espresso rammarico e preoccupazione. Elencando i risultati conseguiti dal governo regionale, Attolini ha poi giudicato privi di fondamento i dati che vorrebbero un aumento della mobilità passiva: “dal 2006 ad oggi – ha sostenuto – è in costante riduzione, così come quella attiva”. Citati gli indicatori di efficienza a dimostrazione della crescita e del miglioramento della efficienza della offerta sanitaria regionale che in “alcuni casi è addirittura superiore ai parametri nazionali di riferimento riscontrati in strutture di eccellenza”, mentre sulle liste di attesa la criticità è stata circoscritta alla sola diagnostica, ma non alle patologie complesse.
Attolini ha quindi definito faticoso il processo di riordino e di riorganizzazione della rete ospedaliera a seguito della chiusura di ben 22 ospedali e si è detto sicuro di escludere ulteriori riduzioni di posti letto “perché la Puglia è al di sotto della soglia prevista dalla spending review” (3,3 posti letto per ogni 1000 abitante). In conclusione il tecnico Attolini ha rivolto un appello alla politica, una sorta di avviso a tenere alta la guardia per garantire la continuità della tenuta del sistema sanitario regionale attraverso due azioni: l’incremento delle piante organiche (più medici ed infermieri nelle corsie) e modifica dei criteri di riparto delle risorse finanziarie messe sul piatto dal governo nazionale.
L’assessore Attolini ha calato il suo giudizio in un contesto generale avversato da criticità: il confronto non sempre facile con il governo nazionale e la “difficile eredità raccolta due legislature fa dal governo regionale”. A tal proposito ha elencato le criticità con le quali si è dovuto misurare: scarsa capacità di innovazione, obsolescenza infrastrutturale, limitatezza del parco delle grandi macchine sanitarie, carenza strategica nella presa in carico dei pazienti, frammentazione dei percorsi di cura. Due gli elementi di positività sottolineati in tale ambito, (ha però avocato alla Puglia il merido di aver anticipato i temi posti successivamente della riforma Balduzzi): + 61% delle Tac e + 50% delle Risonanze magnetiche registrato negli ultimi sette anni. “Nonostante carenze e limiti ascrivibili al passato – ha detto Attolini – ci sono stati grandi investimenti, forte è stato l’impulso dato alla modernizzazione ed alla innovazione tecnologica”.
Citati poi i capisaldi della manovra articolata mediante la lotta al precariato e perseguita con i processi di internalizzazione dei servizi e con quello, più complesso, della stabilizzazione dei medici, sulla cui interruzione ha espresso rammarico e preoccupazione. Elencando i risultati conseguiti dal governo regionale, Attolini ha poi giudicato privi di fondamento i dati che vorrebbero un aumento della mobilità passiva: “dal 2006 ad oggi – ha sostenuto – è in costante riduzione, così come quella attiva”. Citati gli indicatori di efficienza a dimostrazione della crescita e del miglioramento della efficienza della offerta sanitaria regionale che in “alcuni casi è addirittura superiore ai parametri nazionali di riferimento riscontrati in strutture di eccellenza”, mentre sulle liste di attesa la criticità è stata circoscritta alla sola diagnostica, ma non alle patologie complesse.
Attolini ha quindi definito faticoso il processo di riordino e di riorganizzazione della rete ospedaliera a seguito della chiusura di ben 22 ospedali e si è detto sicuro di escludere ulteriori riduzioni di posti letto “perché la Puglia è al di sotto della soglia prevista dalla spending review” (3,3 posti letto per ogni 1000 abitante). In conclusione il tecnico Attolini ha rivolto un appello alla politica, una sorta di avviso a tenere alta la guardia per garantire la continuità della tenuta del sistema sanitario regionale attraverso due azioni: l’incremento delle piante organiche (più medici ed infermieri nelle corsie) e modifica dei criteri di riparto delle risorse finanziarie messe sul piatto dal governo nazionale.
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