BARI. “La seduta monotematica del Consiglio Regionale sulla sanità, in realtà divisa tra le due giornate di domani e dopodomani, fu chiesta da noi del centrodestra perché ritenevamo necessario che il Governo Regionale facesse fare il punto sullo stato di attuazione del Piano di Rientro e spiegasse all’Aula come intende affrontare e risolvere tutte le debolezze, per non dire il caos, sul fronte dell’organizzazione sanitaria. Nel frattempo però si sono aggiunte alcune questioni gravi su cui pure ci aspettiamo risposte dall’assessore”.
Il capogruppo del Pdl alla Regione Puglia, Rocco Palese, alla vigilia dei due giorni di Consiglio Regionale in cui si terranno prima la relazione dell’assessore Attolini sulla sanità pugliese, poi il dibattito, fa il punto su quanto l’opposizione di centrodestra ha chiesto in questi mesi e si aspetta di sapere dall’assessore in particolare e da tutto il Governo Vendola in generale.
“L’estate appena finita è stata letteralmente funestata da episodi a metà tra malasanità e disservizi: si va dal caso del turista morto quest’estate a Mola per aver trovato chiuso il punto di primo soccorso, alla donna di Manduria che ha dovuto girare tre o quattro ospedali prima di riuscire a partorire, al caso, sempre a Manduria, del primario di ginecologia sospeso perché non trovando un altro specialista reperibile ha chiamato in sala operatoria l’ex primario. Senza dimenticare poi le presunte irregolarità nell’assegnazione dei fondi per riabilitazione psichiatrica alla Asl di Bari, il presunto ‘tesoretto’ di 9 milioni di euro nei conti dell’oncologico di Bari, le gravi carenze nell’assistenza sanitaria nel carcere di Lecce, i ritardi di oltre un anno delle Asl nel pagare le aziende fornitrici che, nonostante il trasferimento di fondi da parte della Giunta, avanzerebbero due miliardi di euro e, ultima ma solo in ordine di tempo, la decisione con cui il Tar Puglia ha sospeso la chiusura del punto nascita di Casarano stabilita dalla Regione e che rischia di essere solo la prima di una serie di sentenze destinate a stravolgere quanto stabilito dal Governo Vendola nel Piano di Rientro e di chiusura di ospedali e punti nascita. Sullo sfondo, peraltro, lo spettro delle tasse regionali che al momento pesano per 338 milioni di euro all’anno nelle tasche di cittadini e aziende pugliesi e sui cui a breve la Giunta dovrà cominciare a decidere cosa fare: dicembre si avvicina e al netto di promesse, rassicurazioni, dichiarazioni su come e quanto la spesa sanitaria e farmaceutica in Puglia sia diminuita con il Piano di Rientro, del tanto promesso abbassamento delle tasse non c’è alcuna traccia. Sul fronte poi della carenza di personale, neanche dopo l’approvazione delle piante organiche si riesce a capire quali siano realmente i numeri, le carenze, il personale delle strutture dismesse da ricollocare, insomma le necessità del servizio sanitario, Asl per Asl e ospedale per ospedale. Nel complesso la situazione è decisamente disastrosa per la totale assenza di un modello organizzativo da parte del Governo Regionale e per la perseveranza con cui si continua a vivere alla giornata e all’insegna del taglio e della chiusura dei servizi ai cittadini e della conferma degli sprechi. Speriamo che l’assessore possa smentirci, numeri alla mano – conclude Palese -, ma ad oggi si confermano e si rafforzano tutti i motivi della nostra netta contrarietà ad un Piano di Rientro che finora ha prodotto chiusure e dismissioni senza l’attivazione di nessun servizio alternativo, senza più notizie su se, come e quando verranno realizzati i nuovi ospedali, senza neanche un tentativo di governo del sistema che era e resta completamente fuori controllo”.
Il capogruppo del Pdl alla Regione Puglia, Rocco Palese, alla vigilia dei due giorni di Consiglio Regionale in cui si terranno prima la relazione dell’assessore Attolini sulla sanità pugliese, poi il dibattito, fa il punto su quanto l’opposizione di centrodestra ha chiesto in questi mesi e si aspetta di sapere dall’assessore in particolare e da tutto il Governo Vendola in generale.
“L’estate appena finita è stata letteralmente funestata da episodi a metà tra malasanità e disservizi: si va dal caso del turista morto quest’estate a Mola per aver trovato chiuso il punto di primo soccorso, alla donna di Manduria che ha dovuto girare tre o quattro ospedali prima di riuscire a partorire, al caso, sempre a Manduria, del primario di ginecologia sospeso perché non trovando un altro specialista reperibile ha chiamato in sala operatoria l’ex primario. Senza dimenticare poi le presunte irregolarità nell’assegnazione dei fondi per riabilitazione psichiatrica alla Asl di Bari, il presunto ‘tesoretto’ di 9 milioni di euro nei conti dell’oncologico di Bari, le gravi carenze nell’assistenza sanitaria nel carcere di Lecce, i ritardi di oltre un anno delle Asl nel pagare le aziende fornitrici che, nonostante il trasferimento di fondi da parte della Giunta, avanzerebbero due miliardi di euro e, ultima ma solo in ordine di tempo, la decisione con cui il Tar Puglia ha sospeso la chiusura del punto nascita di Casarano stabilita dalla Regione e che rischia di essere solo la prima di una serie di sentenze destinate a stravolgere quanto stabilito dal Governo Vendola nel Piano di Rientro e di chiusura di ospedali e punti nascita. Sullo sfondo, peraltro, lo spettro delle tasse regionali che al momento pesano per 338 milioni di euro all’anno nelle tasche di cittadini e aziende pugliesi e sui cui a breve la Giunta dovrà cominciare a decidere cosa fare: dicembre si avvicina e al netto di promesse, rassicurazioni, dichiarazioni su come e quanto la spesa sanitaria e farmaceutica in Puglia sia diminuita con il Piano di Rientro, del tanto promesso abbassamento delle tasse non c’è alcuna traccia. Sul fronte poi della carenza di personale, neanche dopo l’approvazione delle piante organiche si riesce a capire quali siano realmente i numeri, le carenze, il personale delle strutture dismesse da ricollocare, insomma le necessità del servizio sanitario, Asl per Asl e ospedale per ospedale. Nel complesso la situazione è decisamente disastrosa per la totale assenza di un modello organizzativo da parte del Governo Regionale e per la perseveranza con cui si continua a vivere alla giornata e all’insegna del taglio e della chiusura dei servizi ai cittadini e della conferma degli sprechi. Speriamo che l’assessore possa smentirci, numeri alla mano – conclude Palese -, ma ad oggi si confermano e si rafforzano tutti i motivi della nostra netta contrarietà ad un Piano di Rientro che finora ha prodotto chiusure e dismissioni senza l’attivazione di nessun servizio alternativo, senza più notizie su se, come e quando verranno realizzati i nuovi ospedali, senza neanche un tentativo di governo del sistema che era e resta completamente fuori controllo”.