UDINE. E' caccia ormai aperta a Reider Laborde Rico, 24 anni cubano, fratello della giovane arrestata per il duplice omicidio dei coniugi di Lignano Sabbiadoro (Udine).
"Sicuramente non e' in Italia, forse a Cuba" ha detto il pm Claudia Danelon spiegando che verra' emesso anche un mandato di cattura internazionale nei suoi confronti. "Sulla scena del delitto abbiamo l'evidenza che ci fossero due persone - ha aggiunto Daneklon - Non possiamo escludere che ci fosse il concorso di altri prima o dopo".
"Potrebbe esserci un altro movente". Lo ha detto rispondendo a una specifica domanda dei giornalisti a margine della conferenza stampa il procuratore di Udine Antonio Biancardi facendo intendere che non esclude un'altra ipotesi oltre alla rapina. Allora l'indagine non e' ancora conclusa? Gli e' stato chiesto dai giornalisti. "Come volete che sia conclusa se ci sono almeno due indagati?". Sulla premeditazione Biancardi ha risposto: "Emerge premeditazione non solo sulla rapina, ma anche anche sull'omicidio. Ma si vedra'".
Due sono i momenti che hanno determinato questa indagine, la cosidetta svolta "la prima quando abbiamo avuto la coscienza che i profili genetici che avevamo a disposizione erano da identificarsi negli assassini, e poi in un secondo momento quando siamo riusciti a individuare queste persione che poi confrontate con i profili a disposizione sono risultate attinenti al caso". Lo ha detto, a margine della conferenza stampa a Udine, il comandante del Ris di Parma Giampietro Lago che ha confermato di aver lavorato "su centinaia di reperti" prima di giungere a una conclusione "quelli che dal punto di vista investigativo si sono dimostrati piu' interessanti, acquisiti fuori dall'abitazione del delitto, in particolare un mozzicone di sigaretta e un frammento di carta interessato a una traccia biologica, una traccia di sangue".
Lago ha poi confermato che sono stati comparati "i dna con quello della madre, che per correttezza della indagine e' stata disponibile al confronto e il risultato e' stato oltre ogni ragionevole dubbio". Lago ha poi confermato che "ci sono molti altri reparti, continuiamo a lavorare. Non ci dobbianmo dimenticare che c'e' una soggetto fermato, uno indagato, ma che l'indagine non e' chiusa". E' possibile pensare alla presenza di una terza persona sulla scena del delitto: "Ovviamente - ha concluso Lago - e' sempre possibile pensarlo, ma va dimostrato che questa terza persona fosse presente e poi coinvolgerlo nell'indagine".
Tags
Attualità