Vendola: impegno bipartisan per sbloccare il turn over in sanità
BARI. Un invito al Centro destra pugliese per fare fronte comune e fare pressing sul Governo e sul Parlamento per ottenere le deroghe al blocco delle assunzioni nella sanità pugliese. E’ stata questa la conclusione dell’intervento del Presidente della Regione Nichi Vendola in Consiglio regionale, che ha chiuso la seduta monotematica in cui ha avuto luogo il dibattito sulla relazione sullo stato dell’arte della sanità pugliese, presentata dall’assessore al ramo Ettore Attolini nella seduta del 19 settembre scorso.
Il presidente ha fatto riferimento alle politiche di blocco del personale portate avanti dal Centro destra fino al 2005 che hanno penalizzato fortemente il settore, mentre altre Regioni rimpinguavano adeguatamente gli organici. Non è un caso che dal 2006 in poi, dopo il lavoro svolto sul piano della infrastrutturazione tecnologica (TAC, RMN, etc) e sanitaria, i dati sulla mobilità passiva hanno cominciato a decrescere. Vendola ha ricordato il suo impegno nel 2004 per difendere alcuni ospedali dalla chiusura. “Poi è venuto fuori - ha detto – che era necessario mettere a norma tutto”, perché in precedenza si era consolidata “un’assuefazione al degrado”.
E’ stato, quindi, necessario investire sulla modernizzazione dell’offerta sanitaria. Il presidente ha poi ricordato le vicende che portarono alla violazione del patto di stabilità da parte della Regione nel 2006 e 2008 per perseguire gli obiettivi di spesa comunitaria necessari per garantire gli investimenti, che hanno portato al Piano di rientro. In relazione a quest’ultimo Vendola ha ricordato lo scontro con il Ministro Tremonti sulla questione della internalizzazione di alcuni servizi, con la conseguenza di arrivare alla firma del Piano di rientro con un anno di ritardo. Le riorganizzazione dell’assistenza territoriale non nasce d’incanto, è il frutto di una rivoluzione culturale cui spesso si oppongono le lobby restie al cambiamento.
“Gli ospedali – ha detto al riguardo – prima di curare gli ammalati, servono a curare l’elettorato”. Quindi il problema gli organici. 4700 fuoriuscita per via del blocco del turn over e della legge Fornero sui pensionamenti. Il sistema rischia il collasso. “Il blocco è un crimine sociale – secondo Vendola -, il sistema ha bisogna di energie fresche in grado di rinnovare il sistema”. Di qui l’invito a fare un fonte unico: la politica, i sindacati, le caste professionali per reingegnerizzare il sistema e difenderlo rispetto ai tentativi di smantellare il Servizio sanitario nazionale.
Il presidente ha fatto riferimento alle politiche di blocco del personale portate avanti dal Centro destra fino al 2005 che hanno penalizzato fortemente il settore, mentre altre Regioni rimpinguavano adeguatamente gli organici. Non è un caso che dal 2006 in poi, dopo il lavoro svolto sul piano della infrastrutturazione tecnologica (TAC, RMN, etc) e sanitaria, i dati sulla mobilità passiva hanno cominciato a decrescere. Vendola ha ricordato il suo impegno nel 2004 per difendere alcuni ospedali dalla chiusura. “Poi è venuto fuori - ha detto – che era necessario mettere a norma tutto”, perché in precedenza si era consolidata “un’assuefazione al degrado”.
E’ stato, quindi, necessario investire sulla modernizzazione dell’offerta sanitaria. Il presidente ha poi ricordato le vicende che portarono alla violazione del patto di stabilità da parte della Regione nel 2006 e 2008 per perseguire gli obiettivi di spesa comunitaria necessari per garantire gli investimenti, che hanno portato al Piano di rientro. In relazione a quest’ultimo Vendola ha ricordato lo scontro con il Ministro Tremonti sulla questione della internalizzazione di alcuni servizi, con la conseguenza di arrivare alla firma del Piano di rientro con un anno di ritardo. Le riorganizzazione dell’assistenza territoriale non nasce d’incanto, è il frutto di una rivoluzione culturale cui spesso si oppongono le lobby restie al cambiamento.
“Gli ospedali – ha detto al riguardo – prima di curare gli ammalati, servono a curare l’elettorato”. Quindi il problema gli organici. 4700 fuoriuscita per via del blocco del turn over e della legge Fornero sui pensionamenti. Il sistema rischia il collasso. “Il blocco è un crimine sociale – secondo Vendola -, il sistema ha bisogna di energie fresche in grado di rinnovare il sistema”. Di qui l’invito a fare un fonte unico: la politica, i sindacati, le caste professionali per reingegnerizzare il sistema e difenderlo rispetto ai tentativi di smantellare il Servizio sanitario nazionale.
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