Vendola scrive a Introna: taglio mio stipendio di altri 50 mila euro

BARI. Il Presidente della Regione Puglia Nichi Vendola ha scritto una lettera al Presidente del Consiglio regionale Onofrio Introna nella quale comunica di aver deciso come “atto di responsabilità” di tagliare il suo emolumento di altri 50mila euro all’anno. 

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Di seguito il testo integrale della lettera.


Gentile Signor Presidente Introna,

siamo ad un passaggio davvero drammatico della vita democratica del Paese: mentre la crisi e il disagio sociale bussano alle porte di milioni di famiglie e rendono incerto il futuro delle giovani generazioni, il moltiplicarsi degli scandali legati all’uso distorto del denaro pubblico genera rabbia e sgomento. Non è sufficiente dire: noi in Puglia non abbiamo trasformato il Consiglio regionale in un luna-park di sperperi e di ruberie. Essere ultimi in classifica per quanto riguarda la spesa per il funzionamento dei gruppi consiliari e per quanto concerne l’intera attività consiliare, è certamente un segno di sobrietà. Ma occorre fare di più. Ovviamente auspico innanzitutto che si licenzi quanto prima, in assemblea consiliare, la modifica dello Statuto regionale per portare a 50 il numero dei consiglieri: su questo c’è un accordo largo tra le forze politiche e dunque occorre procedere senza indugio. Ma assai significativo sarebbe varare la legge regionale sul conflitto d’interessi, che è ora al vaglio della Commissione affari istituzionali. Per quanto riguarda i nostri attuali emolumenti, essi sono onnicomprensivi e non è possibile il ricorso a quei benefit che, come dimostrano le inchieste in corso, possono consentire in forme subdole di raddoppiare o triplicare l’ammontare delle remunerazioni. Lei sa bene che in questi anni, accanto al taglio annuale del 10% che ha riguardato gli emolumenti di tutti i consiglieri, io ho imposto per me un taglio netto di ciò che era stato stabilito nel 2004 dalla legge di regolamentazione del nostro trattamento economico. Un taglio complessivo di poco meno di cinquantamila euro all’anno, che comunque poneva il mio “stipendio” al di sotto della retribuzione di un parlamentare (benchè sia incomparabilmente più gravoso il carico di lavoro e di responsabilità che pesa sulle spalle di un governatore). E, come ti è noto, io verso al mio partito 5 mila euro netti al mese. Tuttavia io credo che siamo chiamati a compiere gesti forti, in attesa che si possano definire a livello nazionale criteri omogeni di spesa e di retribuzione nei sistemi regionali. Nel frattempo, ciascuno è chiamato anche a dare un buon esempio. Mi si consenta di farlo in modo unilaterale, come un atto di responsabilità: io taglio il mio emolumento di altri 50 mila euro all’anno. Spero che tutto il Consiglio possa comprendere il messaggio e fare scelte conseguenti.

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