“Agricoltura affossata dalla legge di stabilità”

BARI. “La Legge di Stabilità varata dal Governo è la conferma della distanza siderale tra questi tecnici e burocrati e i problemi e le emergenze del Paese, e di come la crescita e lo sviluppo del territorio non sia il loro orizzonte di riferimento”. Per Giannicola De Leonardis, presidente della settima Commissione Affari Istituzionali della Regione Puglia, “non si può infatti continuare a tartassare un comparto di straordinaria importanza come l’agricoltura, che avrebbe invece bisogno di sostegno e azioni mirate al suo rilancio. E non si possono cambiare in corsa regole fondamentali per la vita di un’azienda come quelle relative al regime fiscale, non è continuando a spremere fino all’ultima goccia imprenditori e cittadini che la loro parte l’hanno ampiamente fatta che si può risollevare un’economia allo stremo”.

Il riferimento è alla “rivalutazione delle rendite catastali per il reddito agrario e dominicale, un appesantimento della tassazione dal 10 al 15 per cento che desta preoccupazione e perplessità. E, soprattutto, alla cancellazione di una norma inserita nella Finanziaria del 2007 che prevedeva la possibilità per le società di capitali impegnate esclusivamente in attività agricole di optare per una tassazione semplificata o a bilancio: un’opzione spazzata via dall’obbligo dal prossimo mese di gennaio di tornare esclusivamente alla stesura dei bilanci, con relativi costi aggiuntivi per le società, trionfo di carte e burocrazia, tempi dilatati penalizzanti e mortificanti, difficoltà nel proseguimento della propria attività alla luce delle modifiche sopraggiunte e dei costi e fardelli aggiuntivi e non preventivati e preventivabili all’inizio dell’anno” sottolinea De Leonardis.

“Non resta allora che invitare i parlamentari di ogni partito e schieramento a scuotersi dal loro torpore – continua il Consigliere regionale - e a tornare a fare quello per il quale sono stati eletti, non semplicemente obbedire passivamente e supinamente a ordini di scuderia assistendo impassibili all’eutanasia della politica e all’agonia di comparti senza il quale nessuna crescita e nessun rilancio potranno mai essere possibili”. “Occorre rivedere norme che affossano l’agricoltura italiana – conclude De Leonardis - e mettere al centro dell’agenda politica lo sviluppo, recependo le istanze che arrivano dal territorio e i continui allarmi lanciati dalle organizzazioni di categoria, prima che sia troppo tardi”.

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