“Bene la Dia sul Gargano, ma ora si faccia un passo indietro sulla chiusura del tribunale di Lucera”

BARI. “L’apertura di una sede della Dia sul Gargano rappresenta una notizia sicuramente positiva nell’ottica di un maggiore e più costante monitoraggio della criminalità organizzata locale, ultimamente molto attiva anche in virtù di una crisi economica che, come sempre, finisce per incentivare gli affari e le illegalità di stampo malavitoso. Tuttavia la buona nuova stride non poco con l’immobilismo del Governo rispetto alla situazione del tribunale di Lucera, che continua a vivere sotto la minaccia, a questo punto quasi certezza, della chiusura”.
Aldo Pugliese, Segretario Generale della UIL di Puglia, ribadisce come non sia logico “prescindere dal tribunale di Lucera, un presidio di fondamentale importanza per garantire una giustizia efficace sul territorio foggiano che, per estensione, è il secondo della penisola”.

“Inoltre – continua Pugliese – la soppressione del tribunale di Lucera sarebbe un controsenso. Se l’obiettivo è, come ormai ci ha tristemente abituato l’attuale Esecutivo, il risparmio, la via intrapresa è quella sbagliata. Paradossalmente, infatti, è ampiamente dimostrato che la chiusura del tribunale dauno comporterebbe costi aggiuntivi per il Ministero della Giustizia e, com’è ovvio, per tutti i contribuenti, che così, oltre al danno di una giustizia poco presente, subirebbero la beffa di un aumento del carico fiscale. Del resto – conclude il Segretario della UIL regionale – che senso ha inasprire la lotta alla criminalità rafforzando la presenza della Dia in Puglia e poi fare a meno di un servizio come quello offerto dal tribunale di Lucera, ottenendo l’effetto contrario e deleterio di minare irreversibilmente l’attuazione del principio di legalità nella provincia foggiana? La Capitanata è una risorsa vitale per l’economia e per la società pugliese, che non può subire l’onta di essere abbandonata al proprio destino da un Governo che, nonostante tutto, continua ad agire guidato da finalità meramente ragionieristiche”.