Beni confiscati: oggi a Bari workshop progetto 'L'Albero che non c'è'

BARI. Si è tenuto questa mattina, presso il Centro di Ascolto per le famiglie di Japigia, il workshop del progetto dell’assessorato comunale al Welfare “L’albero che non c’è”, al quale hanno preso parte i diversi referenti territoriali impegnati nella gestione di beni confiscati alla mafia. Obiettivo principale della mattinata l’avvio di un dialogo permanente finalizzato alla creazione di sinergie con gli enti locali e con le organizzazioni attive nel campo sociale e della giustizia minorile.
I lavori hanno preso il via con l’intervento dell’assessore regionale alle Politiche giovanili, cittadinanza sociale e attuazione del programma, Nicola Fratoianni, che ha ribadito “l’importanza di costruire presidi della legalità per sostenere i processi di coesione sociale e consenso intorno alla cultura della legalità, proponendo elementi di “densità sociale” in contesti territoriali ad alta densità criminale. L’auspicio è quello di garantire continuità a progetti come quello presentato oggi anche grazie al coinvolgimento della Regione Puglia, particolarmente sensibile a mettere in atto azioni di contrasto alle mafie”.

Franco Lacarra, funzionario responsabile del progetto per il Comune di Bari, ha rimarcato l’esigenza di “mettere a sistema le iniziative e di armonizzare gli interventi in un’ottica di rete e collaborazione tra i diversi soggetti gestori di servizi rivolti agli adolescenti”.

L’assessore al Welfare Ludovico Abbaticchio, ha ricordato che “L’albero che non c’è” si inserisce a pieno titolo nel lavoro portato avanti ormai da tempo dall’amministrazione comunale nell’ambito delle politiche rivolte all’infanzia e all’adolescenza. Il progetto, attraverso la riqualificazione di due beni confiscati alla mafia, mette in connessione due quartieri di Bari come il Borgo Antico e Japigia, attuando al contempo una strategia condivisa a supporto delle politiche in favore dei giovani e della legalità. La forza di questo progetto risiede in quella sinergia forte tra pubblico e privato sociale che permette alla città di Bari di essere riconosciuta a livello nazionale come esempio di buone prassi nell’ambito delle politiche sociali”.
Hanno portato il loro contributo al tavolo tecnico anche Marcello Signorile, presidente della cooperativa sociale CAPS, Angelo Pansini, referente dell’Agenzia per la lotta non repressiva alla criminalità, Alessandro Cobianchi, referente regionale dell’associazione Libera, Angela de Carli e Silvia Altamura dell’Associazione Unisco, Cinzia Gangale del Consorzio Meridia. Sono intervenute inoltre le assistenti sociali delle circoscrizioni del Comune di Bari, i referenti di USSM, CGM, ARCI Bari, Italia lavoro, Confesercenti, i Centri di Ascolto per le famiglie e le cooperative sociali impegnate nella gestione di beni confiscati alla mafia e di progetti rivolti al reinserimento lavorativo di soggetti svantaggiati.

IL PROGETTO L’ALBERO CHE NON C’E’ - Nell’ambito del PON FESR “Sicurezza per lo sviluppo – Obiettivo Convergenza 2007 – 2013”, volto a contenere gli effetti delle manifestazioni di devianza, nasce il progetto “L’Albero che non c’è” del Comune di Bari, le cui attività sono state affidate per 11 mesi all’ATS costituita dalla Cooperativa Sociale CAPS, dall’Associazione UNISCO e dal Consorzio Meridia.
Il progetto si rivolge a ragazzi tra i 15 ed i 18 anni residenti nel Comune di Bari e a ragazzi tra i 15 ed i 21 anni transitati nel circuito penale e si propone come strumento di coesione della comunità e di rafforzamento della legalità nel territorio attraverso la riqualificazione di due beni confiscati alla criminalità organizzata e trasformati in Centri Servizi: un Centro Risorse, in piazza San Pietro nel borgo antico e una Comunità di Prima Accoglienza nel quartiere Japigia in via Vittorio Lojacono.

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