Cinema e migranti, a Orsara “La Mia Strada”

ORSARA DI PUGLIA (FG). Sarà presentato a Orsara di Puglia, giovedì 11 ottobre, “La Mia Strada”, il lungometraggio che il regista italo-americano Michael Angelo Di Lauro ha dedicato ai temi della transumanza e dell’emigrazione. La proiezione del documentario - girato tra Stati Uniti, Puglia, Molise e Abruzzo – si terrà nella sala cinematografica della cantina dello chef Peppe Zullo, alle ore 19, alla presenza dell’autore del film e dell’aiuto regista Luca Guardabascio. L’opera filmica è il frutto di diversi anni di ricerca, attraverso la selezione del materiale più interessante scaturito da decine di interviste, viaggi nei paesi degli emigranti italiani, indagini sugli alberi genealogici di molte famiglie italoamericane. Attraverso il parallelo fra la transumanza e il fenomeno migratorio, Di Lauro compie un cammino lungo quel cordone ombelicale che ancora unisce gli italiani d’America alle loro origini, a una matrice culturale che, negli emigranti, a causa di decenni di lontananza e di contatti solo sporadici con la terra natia, è andata trasformandosi, acquisendo nuovi e più sfumati connotati. Le parole, i ricordi, le emozioni di chi è andato via e di coloro che hanno pianto il distacco di mille partenze diventano memoria e testimonianza soprattutto per le nuove generazioni, per quei ragazzi americani – figli di italiani – che sempre più raramente cercano di confrontarsi con le loro antiche origini. Giuseppe aveva un valigia di cartone. Dentro c’erano i suoi documenti, il vestito buono per presentarsi a un nuovo padrone e il sogno di fuggire dalla fame patita nella sua terra, la Puglia. Ha compiuto mille viaggi Giuseppe, in tempi diversi, lungo tutto l’arco del Novecento, con facce e dialetti differenti. E in cento paesi per lingua e bandiere, Giuseppe l’emigrante ha fondato una colonia che oggi, tra operai, designer, artisti, e imprenditori, conta almeno due milioni di cittadini del mondo con origini pugliesi. Dopo la Grande Guerra, quella del 1915, migliaia di pugliesi varcano i confini del paese per andare in Argentina, Brasile, a cercare l’America. In tanti, invece, scelgono l’Europa: le miniere del Belgio, le industrie tedesche, i cantieri di Francia e Svizzera. Finita la seconda guerra mondiale, un’altra ondata di pugliesi abbandona la propria terra. Giuseppe scopre l’Australia, nuova meta di migrazioni. Poi, dal 1951 al 1967, l’Italia assiste a un fenomeno che cambierà per sempre il Paese: milioni di cittadini lasciano il Sud per andare a lavorare nelle fabbriche del Nord. Oggi, il patrimonio di conoscenze e contatti internazionali, rappresentato dalle associazioni pugliesi nel mondo, diventa una prospettiva di sviluppo sulla quale puntare. In 17 paesi del pianeta, Italia compresa, sono 157 le associazioni che esportano il nome, la cultura e le produzioni della Puglia. C’è un sito che le recensisce tutte, su www.pugliesinelmondo.net. La Regione Puglia ha istituzionalizzato il rapporto con quelle realtà. Sono stati istituiti l’albo delle associazioni e il Consiglio dei pugliesi nel mondo. Un ponte in cui s’intrecciano passato e futuro nel segno di un’Apulia sempre più proiettata verso le relazioni con il mondo

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