BRINDISI. “La lettera con la quale il Presidente Vendola, rivolgendosi al Presidente del Consiglio regionale, Onofrio Introna, sollecita la discussione e l’approvazione della proposta di legge d’iniziativa popolare sul riequilibrio della rappresentanza di genere costituisce una palese delegittimazione del ruolo del Presidente dell’Assemblea di Via Capruzzi, una interferenza grave e intollerabile sull’autonomia del Consiglio regionale, una pressione indebita nei confronti del Presidente della Settima Commissione,e, soprattutto, un atto di arroganza politica che va da subito respinto con forza al mittente”.
Lo sostiene l’ex senatore Euprepio Curto, attualmente consigliere regionale di Futuro e Libertà, che in una nota attacca frontalmente Vendola, all’indomani della lettera con cui, sul tema della parità di genere, il Governatore della Puglia aveva “sostanzialmente messo in mora Introna, la settima Commissione e lo stesso Consiglio regionale”.
“Non è questione di merito – dichiara Curto - anche se andrebbe rilevato che la nuova legge elettorale della Regione Puglia dovrà affrontare anche altri temi importanti almeno quanto la parità di genere, ad iniziare dalla revisione di quei meccanismi che consentono, sia pure all’interno della medesima lista, l’attribuzione di seggi e l’elezione di candidati appartenenti alle province col maggior numero di elettori , nonostante che le liste in questione abbiano ottenuto percentuali inferiori rispetto alle omologhe di altre province e gli stessi candidati abbiano ottenuto un minor numero di preferenze”.
“ Ma ciò che è intollerabile – sottolinea l’esponente Fli – è che Vendola possa continuare a pensare che non solo i consiglieri regionali, ma anche tutti i pugliesi abbiano l’anello al naso, e cioè che non comprendano che tutta questa sua presunta passione civile è mossa da un solo, esclusivo e cinico interesse: quello di abbandonare la Puglia, così come il fatal Schettino fece con la nave che lui stesso aveva condotto sugli scogli, dopo aver capitalizzato consensi elettorali con spot a buon mercato”.
“Allora – incalza Curto – siccome Vendola non può illudersi di sottrarsi al processo (politico, s’intende!) che ne deriverà, faccia almeno una sola cosa: si presenti in aula (a via Capruzzi, è chiaro!) e renda dichiarazioni spontanee, dicendo chiaramente se ha intenzione di rimanere alla guida della Puglia, oppure (da qui la fretta per l’approvazione della riforma) andar via”.
“Resta una gravissima violazione – conclude Curto – delle regole elementari sui cui deve poggiare il rapporto, distinto e autonomo, tra esecutivo e assemblea, che, in questa vicenda ha visto, tra le altre, la delegittimazione della figura e della funzione di un Presidente di Consiglio regionale apparso succube e prono ai diktat del Presidente della Regione. Il Presidente Introna ne prenda atto, e, prima che Vendola prenda il largo, presenti egli le sue personali dimissioni”.
Lo sostiene l’ex senatore Euprepio Curto, attualmente consigliere regionale di Futuro e Libertà, che in una nota attacca frontalmente Vendola, all’indomani della lettera con cui, sul tema della parità di genere, il Governatore della Puglia aveva “sostanzialmente messo in mora Introna, la settima Commissione e lo stesso Consiglio regionale”.
“Non è questione di merito – dichiara Curto - anche se andrebbe rilevato che la nuova legge elettorale della Regione Puglia dovrà affrontare anche altri temi importanti almeno quanto la parità di genere, ad iniziare dalla revisione di quei meccanismi che consentono, sia pure all’interno della medesima lista, l’attribuzione di seggi e l’elezione di candidati appartenenti alle province col maggior numero di elettori , nonostante che le liste in questione abbiano ottenuto percentuali inferiori rispetto alle omologhe di altre province e gli stessi candidati abbiano ottenuto un minor numero di preferenze”.
“ Ma ciò che è intollerabile – sottolinea l’esponente Fli – è che Vendola possa continuare a pensare che non solo i consiglieri regionali, ma anche tutti i pugliesi abbiano l’anello al naso, e cioè che non comprendano che tutta questa sua presunta passione civile è mossa da un solo, esclusivo e cinico interesse: quello di abbandonare la Puglia, così come il fatal Schettino fece con la nave che lui stesso aveva condotto sugli scogli, dopo aver capitalizzato consensi elettorali con spot a buon mercato”.
“Allora – incalza Curto – siccome Vendola non può illudersi di sottrarsi al processo (politico, s’intende!) che ne deriverà, faccia almeno una sola cosa: si presenti in aula (a via Capruzzi, è chiaro!) e renda dichiarazioni spontanee, dicendo chiaramente se ha intenzione di rimanere alla guida della Puglia, oppure (da qui la fretta per l’approvazione della riforma) andar via”.
“Resta una gravissima violazione – conclude Curto – delle regole elementari sui cui deve poggiare il rapporto, distinto e autonomo, tra esecutivo e assemblea, che, in questa vicenda ha visto, tra le altre, la delegittimazione della figura e della funzione di un Presidente di Consiglio regionale apparso succube e prono ai diktat del Presidente della Regione. Il Presidente Introna ne prenda atto, e, prima che Vendola prenda il largo, presenti egli le sue personali dimissioni”.