Ddl diffamazione: testate condannate restituiranno contributi statali

ROMA. L'Aula del Senato sconfessa l'accordo raggiunto ieri nella maggioranza sul ddl diffamazione. In caso di condanna i giornali dovranno restituire i contributi per l'editoria, così come prevede il comma 2 dell'articolo 9 del ddl sulla Diffamazione per il quale era stata decisa la soppressione con parere favorevole di governo e relatori.

Sembra destinato a proseguire, dunque, lo scontro al Senato sul ddl nato dalle penne 'bipartisan' di Vannino Chiti (Pd) e di Maurizio Gasparri (Pdl) per evitare il carcere al giornalista Alessandro Sallusti e sul quale sono stati presentati 138 emendamenti. Nella serata di ieri la maggioranza aveva trovato un'intesa: no al carcere per chi diffama e sanzione massima sarà di 50 mila euro, rettifica online solo per le testate giornalistiche e nessun obbligo di rettifica per i commenti. Il governo ha dato il parere sulle proposte di modifica all'articolo 1 del provvedimento su cui è stato trovato un accordo, ma la votazione ha riservato subito sorprese, con un voto che ha sconfessato l'intesa della maggioranza e il parere favorevole del governo.

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